La decisione

L'UE inserisce la Russia nella lista dei paradisi fiscali

L'Unione europea aggiorna l'elenco delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali: Isole Vergini britanniche, Costa Rica, Isole Marshall e Russia
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Ats
14.02.2023 12:39

L'Unione europea ha inserito la Russia nella lista dei paradisi fiscali. L'elenco, approvato oggi dal consiglio dei ministri dell'economia, include ora anche le Samoa americane, Anguilla, Bahamas, Isole Vergini Britanniche, Costa Rica, Figi, Guam, Isole Marshall, Palau, Panama, Samoa, Trinidad e Tobago, Isole Turks e Caicos, Isole Vergini americane e Vanuatu.

Per l'UE tutte queste sono «giurisdizioni non cooperative a fini fiscali». La Russia è inclusa nell'elenco, spiega il Consiglio, dopo che il gruppo del codice di condotta ha vagliato la nuova legislazione russa adottata nel 2022 rispetto ai criteri di buona governo fiscale e ha rilevato che Mosca non ha adempiuto all'impegno di affrontare gli aspetti dannosi di un regime speciale per le holding internazionali. Inoltre, il dialogo con la Russia su questioni relative alla tassazione si è interrotto a seguito dell'aggressione russa contro l'Ucraina.

«Oggi abbiamo deciso di aggiungere quattro giurisdizioni all'elenco UE delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali: Isole Vergini britanniche, Costa Rica, Isole Marshall e Russia», spiega la ministra delle finanze della Svezia (presidenza di turno UE) Elisabeth Svantesson. «Chiediamo a tutti i paesi elencati di migliorare il proprio quadro giuridico e di adoperarsi per il rispetto degli standard internazionali in materia fiscale. Allo stesso tempo mi congratulo vivamente con la Macedonia del Nord, le Barbados, la Giamaica e l'Uruguay perché hanno rispettato con successo i loro impegni e potrebbero essere rimossi dal documento sullo stato di avanzamento».

Rispetto alle nazioni elencate il Consiglio dell'Ue afferma di rammaricarsi che «non siano cooperativi in materia fiscale e li invita a migliorare il loro quadro giuridico al fine di risolvere le questioni individuate». La lista, viene spiegato, include paesi che non hanno avviato un dialogo costruttivo con l'Ue sul buon governo fiscale o non hanno rispettato i loro impegni di attuare le riforme necessarie. Tali riforme dovrebbero mirare a rispettare una serie di criteri oggettivi di buon governo fiscale, che includono trasparenza fiscale, tassazione equa e attuazione di norme internazionali volte a prevenire l'erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili.