Brasile

Lula fa appello alle «forze democratiche» per battere Bolsonaro

Si affilano le armi, tra i candidati alla presidenza del Brasile, in vista del ballottaggio decisivo del 30 ottobre – L'ex presidente di sinistra ha chiuso il primo turno in vantaggio con il 48% dei voti validi
©SEBASTIAO MOREIRA
Ats
04.10.2022 16:27

Si affilano le armi, tra i candidati alla presidenza del Brasile, in vista del ballottaggio decisivo del 30 ottobre: l'ex presidente di sinistra Luiz Inácio Lula da Silva - che ha chiuso il primo turno in vantaggio con il 48% dei voti validi - ha fatto appello alle «forze democratiche» affinché lo sostengano per battere il presidente di destra uscente Jair Bolsonaro, che è andato oltre le aspettative dei sondaggisti ottenendo il 43% .

«Parleremo con tutte le forze politiche che hanno rappresentanza, in modo da poter sommare un blocco di tutti i democratici contro coloro che non sono democratici», ha detto il leader del Partito dei lavoratori (Pt, di sinistra).

Il Pt ha già avviato colloqui con la dirigenza del Partito socialdemocratico brasiliano (Psdb, di centro) per un'alleanza al secondo turno in particolare a San Paolo, il principale collegio elettorale del Paese, e nel Rio Grande do Sul, lo Stato più importante del sud.

Il punto interrogativo maggiore è però rappresentato dalla scelta di campo che faranno i candidati della cosiddetta «terza via»: Simone Tebet del Movimento democratico brasiliano (Mdb, conservatore), cui è andato il 4% dei voti, e Ciro Gomes del Partito democratico laburista (Pdt, di centrosinistra), che contro le previsioni si è dovuto accontentare di appena il 3% e ora medita di ritirarsi dalla scena politica. Proprio quest'ultimo è forse la maggiore incognita: ex alleato di Lula, è diventato oggi uno dei suoi più feroci oppositori.

Sui social in queste ore circola un suo presunto audio in cui mostrerebbe di preferire Bolsonaro a Lula al ballottaggio, parla di «frode elettorale» al primo turno e afferma che l'ex capitano dell'esercito dovrebbe applicare «l'articolo 142» della Costituzione decretando l'intervento militare.

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