L'ultima decisione di Trump: «Riapriremo Alcatraz, per i più cattivi»

Donald Trump ha annunciato di avere ordinato di ristrutturare e riaprire il carcere di Alcatraz, la famigerata prigione federale situata su una piccola isola della California chiusa ormai sessant'anni fa. Il carcere ospiterà «i criminali più spietati e violenti d'America», ha scritto il presidente americano su Truth aggiungendo che la prigione sarà «sostanzialmente ampliata».
Un annuncio che non fa tremare le Borse o le relazioni internazionali, ma che fa sicuramente discutere. Che sia un atto simbolico lo scrive lui stesso, enumerando «Legge, Ordine, e Giustizia» con le maiuscole d'ordinanza.
Le ragioni del presidente americano sono le stesse che nel 1932 convinsero gli Stati Uniti ad acquisirla – era già un carcere – facendola diventare «la prigione più sicura d'America». Addio dunque ad Alcatraz come luogo turistico, visitato da migliaia di turisti all'anno? Potrebbe tornare a essere quello che era in origine.

Una decisione – o un'uscita plateale – che conferma la narrazione di Trump, secondo cui tutto ciò che a suo parere è ostile all'America deve essere «cacciato fuori». Anche se a due chilometri dalla costa californiana, su un'isola immersa in acque gelide e piene di correnti.
Conosciuta come «The Rock», la prigione di Alcatraz è considerata una delle più famose al mondo, sia per la sua posizione sia perché lì sono stati rinchiusi criminali leggendari. Nel 1934 il dipartimento di Giustizia decise di trasformarla in penitenziario federale di massima sicurezza. Lo scopo era quello di ospitare i criminali più pericolosi e difficili da gestire. Chiusa nel 1963 per i costi troppo alti e le strutture ormai vecchie, l'isola venne occupata da attivisti nativi americani in segno di protesta per le politiche federali. Dagli anni Settanta è diventata, come detto, un'attrazione turistica.