Viabilità

Ma le strade britanniche sono ancora sicure?

Fra buche, smottamenti e cattiva segnaletica lo Snake Pass, percorso che collega i grandi centri di Manchester e Sheffield, è attualmente una «vergogna nazionale», secondo una commissione parlamentare – È solo un esempio dello stato «disastroso» delle strade britanniche
Un tratto di strada dello Snake Pass. © Shutterstock
Red. Online
28.01.2025 14:00

C'era un tempo, non tanto lontano, in cui il Regno Unito poteva vantare, sulle proprie strade, uno dei più bassi numeri di incidenti mortali per chilometro percorso al mondo. Ma se Paesi con cifre simili – come la Svezia – hanno potuto festeggiare, nell'ultimo decennio, ulteriori miglioramenti (Stoccolma, in particolare, ha implementato il piano "Vision Zero", con il quale punta a portare a zero il numero di morti sulle strade svedesi), altrettanto non si può dire per Londra. Diciamolo subito: oggi le strade britanniche rimangono sicure rispetto a quelle della maggior parte degli altri Paesi. I dati pubblicati l'anno scorso dall'Organizzazione mondiale della Sanità, infatti, pongono il Regno Unito, alla categoria "morti sulle strade per 100 mila abitanti", a un rispettabilissimo 11. posto su 183 Paesi censiti. Più bassi i numeri solo della già citata Svezia, dell'Irlanda, della nostra Svizzera e della Norvegia, oltre che di altri Paesi – isole – più piccoli e poco abitati. Ma un articolo recentemente pubblicato sull'Economist lancia l'allarme mostrando come, nel Paese, i progressi nella diminuzione degli incidenti si siano sostanzialmente arrestati.

Nel 2023, 1.624 persone sono morte sulle strade della Gran Bretagna e altre 26.000 hanno subito lesioni gravi. Le collisioni stradali costano al Paese circa 40 miliardi di sterline (45 miliardi di franchi, pari all'1,5% del PIL britannico) ogni anno, inclusa una stima del valore degli anni di vita persi. Attualmente l'incidente stradale è la causa di morte più frequente – dopo il suicidio – fra i ventenni. 

Una «vergogna nazionale»

Tutto sta nello stato dei tracciati, e degli arretrati nei lavori di manutenzione. Alcune strade, denuncia il settimanale britannico, si trovano attualmente in uno strado «disastroso». Attraversare i Monti Pennini lungo lo Snake Pass, in particolare, è un viaggio particolarmente difficile. Il tratto collega due centri importanti: Manchester e Sheffield, rispettivamente la terza e la sesta città più grandi d'Inghilterra. Eppure, considerando il numero di collisioni annuali, oggi il percorso – con le sue curve strette – è probabilmente il più pericoloso di tutto il Paese. Buche, smottamenti e cattiva segnaletica rendono il tratto una «vergogna nazionale», secondo un rapporto della commissione parlamentare pubblicato a metà gennaio. 

A dicembre il governo ha annunciato un finanziamento di 1,6 miliardi di sterline per i lavori. Bruscolini, potremmo dire, perché secondo l'Asphalt Industry Alliance, organismo che raccoglie gli esperti britannici dell'industria dell'asfalto, sono ben 16 i miliardi di sterline necessari per le riparazioni arretrate delle strade britanniche.

Progetti poco ambiziosi

E dire che negli ultimi sette anni i soldi spesi per la sicurezza stradale sono stati ancora meno. Dal 2018 a oggi, secondo l'Economist, il governo britannico ha speso 186 milioni di sterline per migliorare 99 tratti di strada, nell'ambito di un programma che mira a ridurre il numero di morti e feriti gravi, nello spazio di 20 anni, di almeno 2.600 unità. Numeri decisamente poco ambiziosi, ha accusato la Road Safety Foundation, ente britannico che si occupa di condurre ricerche sulla progettazione di strade sicure. Secondo questa fondazione, con 2,6 miliardi di sterline si potrebbe sullo stesso arco temporale ridurre di altri 17 mila unità il numero di morti e feriti gravi.

Il problema è anche politico. Oltre a migliorare le strade, infatti, tra le soluzioni proposte dagli esperti del settore c'è una riduzione generale dei limiti di velocità. Secondo Brake, un'associazione di beneficenza per la sicurezza stradale, il limite di velocità nazionale di 60 miglia orarie (97 km/h) sulle strade a carreggiata unica è troppo alto se si considera la letalità degli scontri frontali (le strade rurali a carreggiata unica sono attualmente responsabili di un terzo dei decessi nel Regno Unito). Il problema è che limitare ulteriormente la velocità massima su questi tracciati rischia di essere un passo (politicamente) molto impopolare. Circa la metà del Galles, ad esempio, si è opposta quando il governo ha ridotto il limite di velocità nei centri abitati da 30 miglia orarie (48 km/h) a 20 (32 km/h) nel 2023. Il programma, una volta applicato, ha portato i suoi frutti, riducendo di circa il 15% i decessi e le lesioni gravi in quelle aree. Ma resta talmente impopolare che una revisione non è, al momento, esclusa.

E mentre il governo laburista si è detto pronto, come detto, a lanciare il proprio piano da 1,6 miliardi di sterline per la manutenzione delle strade, è chiaro che tanto, tantissimo dovrà ancora essere fatto per tornare a far scendere, con costanza, i grafici delle vittime di incidenti stradali nel Regno Unito.