Legislative francesi

Macron, la maggioranza assoluta non è garantita

Tutto dipenderà dal numero di circoscrizioni in cui ci saranno duelli (Ensemble! contro Nupes) e in cui si prevedono invece delle «triangolari»
©LUDOVIC MARIN / POOL
Ats
12.06.2022 20:27

(Aggiornato alle 21.42)

Trema la maggioranza di Emmanuel Macron: il «tribuno» della sinistra radicale, Jean-Luc Mélenchon, ha raccolto - al primo turno delle legislative - più voti con la sua coalizione Nupes (fra il 25 e il 26,2% secondo gli istituti di sondaggi) rispetto ai partiti di governo riuniti sotto l'etichetta Ensemble! (25-25,8%). Quota 341 - come nel primo mandato di Macron - sembra oggi lontanissima: la forbice per il governo è fra i 275 e i 310 seggi secondo le proiezioni, con la maggioranza assoluta a 289. Nupes, la gauche riunita, a 190-210 seggi.

Emozionato, voce per una volta bassa, il settantenne Mélenchon, che è riuscito a riunire sotto la bandiera de La France Insoumise dai socialisti ai Verdi, ai comunisti, ha lanciato «un appello al popolo»: «Per la prima volta - ha detto - un presidente che vince le elezioni, non riesce a vincere le legislative. Il presidente è battuto, disfatto. Adesso lancio un appello al popolo, riversatevi sulle urne domenica prossima».

Con un'affluenza mai così bassa nella storia, fra il 47 e il 47,5%, nuovo record negativo, la chiave della vittoria è infatti nelle «riserve di voti» sui quali può contare ognuno dei partiti. Tradizionalmente, le riserve di voti nel sistema delle legislative francesi sono più dalla parte dei partiti di centro quando, come nel caso attuale, hanno a che fare con due partiti piuttosto «estremi» a destra e a sinistra.

I candidati del Rassemblement National hanno ottenuto fra il 18,5 e il 19,8%, senza riuscire ad approfittare del risultato di Marine Le Pen alle presidenziali, che da sola aveva ottenuto oltre il 40% dei voti al ballottaggio contro Macron. Ridotto dal meccanismo in vigore ad appena 8 deputati nel 2017, il partito di estrema destra potrà contare fra 15 e 30 deputati. Le Pen è stata eletta al primo turno nella sua circoscrizione del Nord, il Pas-de-Calais, con il 55% dei voti.

Perde il ruolo di primo gruppo di opposizione all'Assemblea Nazionale il partito della destra erede del neogollismo, i Républicains, che con uno score fra l'11,6% e il 14% sembra confermare la pesante disfatta della sua candidata alle presidenziali, Valérie Pécresse.

«Abbiamo bisogno di una maggioranza forte e chiara», ha detto sobriamente Elisabeth Borne, la premier, incaricata dalla coalizione Ensemble! di prendere la parola a nome dell'alleanza governativa dopo le elezioni. L'obiettivo della compagine macronista è quella di avere una maggioranza assoluta che consenta di portare avanti le ambiziose riforme illustrate in campagna elettorale. In particolare quella mai riuscita finora in Francia, per aumentare a 65 anni l'età necessaria per andare in pensione.

Il governo di Macron sarebbe «azzoppato» secondo gli analisti, se dovesse contrattare con le altre forze in parlamento ogni proposta di legge. Considerando che il primo gruppo all'opposizione sarebbe la coalizione di sinistra che ha un'ambizione esattamente opposta sulle pensioni: abbassare l'età pensionabile dagli attuali 62 anni a 60.

Ma l'ultima parola arriverà domenica prossima con il secondo turno

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