Macron, lo schiaffo e gli altri affronti

Uno schiaffo. In pieno volto. Il presidente francese Emmanuel Macron se l’è vista brutta. Il fattaccio è successo durante una visita a Tain-l’Hermitage. E sta scaldando le discussioni attorno ai tavolini dei bistrot e delle brasserie. Non è la prima volta, va da sé, che un politico viene preso di mira. Anzi. In passato è già successo diverse volte. Anche con conseguenze gravi. Proviamo, allora, a fare una breve carrellata.

Il Duomo e Berlusconi
Cominciamo dall’Italia. Da Milano, per la precisione. E dall’aggressione a Silvio Berlusconi, all’epoca dei fatti presidente del Consiglio. Era il 13 dicembre 2009 e un uomo, prontamente bloccato dalle forze dell’ordine, lanciò contro Berlusconi una statuetta del Duomo. I fotografi immortalarono il premier con il volto insanguinato: l’immagine, beh, fece il giro del mondo. Sempre in Italia, ma il 9 settembre 2020, il leader della Lega Matteo Salvini venne strattonato da una donna durante un tour elettorale in Toscana. Se ne uscì con la camicia strappata.
Coriandoli per Draghi
Prima di farsi carico del rilancio italiano, Mario Draghi è stato presidente della Banca centrale europea. Durante una conferenza all’Eurotower, a Francoforte sul Meno, un’esponente del movimento Blockupy – nato per contrastare l’austerità politico-economica – lo contestò apertamente saltando sulla scrivania dov’era seduto Draghi e urlando slogan di vario tipo. Era il 15 aprile del 2015 e, per chiudere in bellezza, Draghi fu anche inondato di coriandoli.

Scarpata doppia
Spesso, dei giornalisti si dice che lavorino con i piedi. Una massima che Muntadhar al-Zaydi, il 14 dicembre del 2008, prese alla lettera. Proprio così. A Baghdad, durante una conferenza congiunta fra Iraq e Stati Uniti, Al-Zaid si sfilò entrambe le scarpe e le lanciò contro l’allora presidente statunitense George W. Bush. Il lancio della prima scarpa, leggiamo su Wikipedia, fu accompagnato dal grido «Questo è un bacio d’addio da parte del popolo iracheno, cane!». Lanciando la seconda, invece, esclamò: «Questo è per le vedove, gli orfani e tutti quelli che sono stati uccisi in Iraq!». Al-Zaydi, in seguito, fu condannato a tre anni di carcere per vilipendio a un capo di Stato straniero. La pena fu poi ridotta a un anno e infine a nove mesi per buona condotta. Una volta scarcerato, al-Zayidi spiegò di aver subito torture di ogni tipo in cella.

Spunta il coltello
Più recente, e più grave, l’attacco subito da Jair Bolsonaro il 6 settembre 2018. Allora, l’attuale presidente del Brasile era semplicemente un candidato. Durante una manifestazione elettorale a Juiz de Fora, nel Minas Gerais, fu accoltellato da uno squilibrato. Le ferite richiesero un immediato intervento chirurgico per fermare l’emorragia all’intestino. Esattamente un anno dopo, lo stesso Bolsonaro in un video su Twitter disse: «Oggi è il mio compleanno perché io sono nato un anno fa». L’attentatore, Adelio Bispo de Oliveira, simpatizzava per il Venezuela di Maduro ma sosteneva altresì la scarcerazione (e quindi l’innocenza) dell’ex presidente brasiliano Lula.
L’affronto a Sarkozy
Dalla Francia di Macron a quella di Nicolas Sarkozy, che il 30 giugno 2011 a Brax, nel sud del Paese, si avvicinò troppo ad alcune persone. Un uomo superò la barriera di sicurezza, finse di stringere la mano a Sarkozy salvo poi afferrargli la giacca all’altezza della spalla facendogli perdere l’equilibrio. Subitaneo l’intervento delle guardie del corpo.