Francia

Macron, ma quanto inquini?

Il piano di volo del presidente, di rientro dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, è stato preso di mira da ambientalisti e media: nell’atmosfera sarebbero state immesse 1,5 tonnellate extra di CO2
Marcello Pelizzari
23.09.2022 10:00

Interrogato da Libération, l’Eliseo ha spiegato che la decisione rientra in «una prospettiva di riduzione dell’uso di carburante, di CO2 e quindi di sobrietà energetica». Per decisione, leggiamo, si intende la modifica del piano di volo di Emmanuel Macron, di rientro giovedì dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Rispetto ai protocolli abituali, l’Airbus A330 presidenziale e il Falcon – sempre presente nei viaggi internazionali, come ulteriore misura di sicurezza – non sono atterrati a Parigi. Entrambi i velivoli hanno toccato terra a Nantes, nella costa orientale del Paese. Macron, una volta sceso, si è recato a Saint-Nazare per visitare un parco eolico offshore. Quindi, è tornato a Parigi a bordo del Falcon. L’A330, invece, era subito ripartito verso la capitale con a bordo il resto della delegazione, non invitata all’evento.

Come il PSG

La modifica, ha riferito appunto l’Eliseo, ha evitato un viaggio di andata e ritorno fra Parigi e Nantes a bordo del Falcon, con tutte le conseguenze del caso in termini di emissioni e polemiche. In Francia, d’altronde, è ancora caldo, anzi caldissimo il tema: ricordate il Paris Saint-Germain e l’uso, smodato, del jet privato? Ecco. L’entourage del capo di Stato ha salutato questa improvvisa «sobrietà presidenziale». Piccolo particolare: in realtà, con le modifiche apportate al piano di volo – e nello specifico considerando il decollo dell’ingombrante A330 da Nantes – la sobrietà è andata a farsi benedire. Anzi, la misura si è rivelata controproducente secondo le stime. Libération ha calcolato che nell’atmosfera sono state immesse 1,5 tonnellate di CO2 extra. Mica poco: sono le emissioni che, in media, produce un francese in due mesi. Ahia. 

L’A330, dicevamo, non è esattamente un maestro del consumo consapevole. Un viaggio da Parigi a New York, ad esempio, equivale a 150 tonnellate di CO2. Il Falcon di accompagnamento, la cui capacità ovviamente è inferiore, per una tratta del genere ne emette circa 40. Vero, prendendo spunto dal piano di volo e dal rientro modificato, con atterraggio a Nantes, a Macron e al suo staff possiamo riconoscere un -5% di consumo di cherosene sul segmento transatlantico. Ma l’Eliseo si è dimenticato, nel calcolo, di aggiungere il decollo da Nantes e il rientro a Parigi: almeno 15 tonnellate di CO2, contro le 4 di un Falcon. Ed è proprio questo decollo, quello che ha riportato a casa la delegazione non invitata a Saint-Nazare, a stonare. 

L’Eliseo si è difeso affermando che ogni viaggio del presidente ha un chiaro impatto economico, di sicurezza ed ecologico. Ogni singolo parametro è preso in considerazione nella pianificazione, insomma. L’obiettivo, va da sé, è quello di far coincidere l’agenda del capo di Stato con gli obiettivi di sobrietà economica ed ecologica. Più facile a dirsi che a farsi, come ha dimostrato di recente Matteo Renzi

E la sobrietà?

Detto ciò, e ribadito che volando su Nantes Macron ha risparmiato il 5% del carburante, il problema è appunto sorto quando si è trattato di riportare l’A330 a Parigi: uno spostamento che è costato il 10% del carburante necessario per andare da Parigi a New York. Tradotto in emissioni, 15 tonnellate di CO2 per l’Airbus contro le 4 del Falcon. Come direbbe qualcuno, liberté, égalité, fraternité ma non troppa sobriété. 

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