Guerra

«Mancano soldati russi? Prendiamo le detenute»

Secondo il New York Times alcune detenute sono state rilasciate il mese scorso da un carcere vicino a San Pietroburgo affinché potessero andare a combattere in Ucraina
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Red. Online
11.06.2024 15:30

Mancano soldati? Nessun problema: prendiamo le detenute. Che l'esercito russo, per rinforzare le proprie fila, peschi con una certa continuità dalla popolazione carceraria non è una novità. Mai, però, i servizi di reclutamento avevano puntato sulle donne. Fino a ora: secondo il New York Times, infatti, un gruppo di detenute è stato rilasciato il mese scorso da un carcere vicino a San Pietroburgo. Il rilascio è avvenuto a una condizione: l'inquadramento nell'esercito, con tanto di spedizione al fronte per combattere in Ucraina. Questo, almeno, hanno riferito al quotidiano americano due delle detenute rilasciate. Nel 2023, secondo il New York Times, il 10% dei 400 detenuti di questa prigione si era arruolato nell'esercito. I reclutatori militari, nello specifico, avevano offerto ai detenuti contratti di un anno come medici da combattimento, operatori radio in prima linea e cecchini.

In cambio, oltre a uno stipendio mensile di 2 mila dollari, alle reclute pescate dalla prigione viene offerta la grazia. Mai, tuttavia, prima d'ora la Russia aveva «invitato» delle donne. Il New York Times, detto di questo rilascio, non è in grado di stabilire se le autorità stiano pianificando manovre simili in tutto il Paese. Business Insider, al riguardo, ha provato a chiedere lumi al Ministero della Difesa russo. Senza però ricevere risposta, al momento. Si sa, per contro, che lo sforzo bellico di Mosca, in questi due anni e oltre di guerra, ha richiesto misure di reclutamento poco ortodosse, se non controverse, per garantire un numero costante di soldati al fronte. E la popolazione carceraria, in questo senso, presto è diventata un punto fermo delle forze armate russe. Nel dicembre del 2022, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti aveva stimato che il famigerato Gruppo Wagner impiegava circa 40 mila prigionieri in prima linea. 

La Russia, leggiamo, ha reclutato così tanti detenuti nel corso della guerra in Ucraina che la sua popolazione carceraria, nel frattempo, è crollata. In maniera significativa. Il vice-ministro della Giustizia russo, Vsevolod Vukolov, lo scorso ottobre ha dichiarato che il numero di detenuti è sceso da 420 mila a 266 mila. Un minimo storico, ha scritto il Washington Post. Il quotidiano economico russo Kommersant, al riguardo, ha rivelato che all'inizio di marzo alcune prigioni erano state chiuse a causa, appunto, della riduzione di detenuti. 

Detto della popolazione carceraria, la Russia ha cominciato a reclutare anche gli stranieri e, in particolare, i lavoratori e gli studenti africani. Questi ultimi sono stati minacciati di deportazione, ha riferito domenica Bloomberg. In generale, le autorità stanno incanalando sempre più persone nelle forze armate. Senza accorgersi che, così facendo, la Russia sta mettendo a repentaglio il suo (già precario) mercato del lavoro. A dicembre, al riguardo, l'Istituto di Economia dell'Accademia delle Scienze russa ha dichiarato che l'economia russa ha una carenza di circa 5 milioni di lavoratori. «La disoccupazione è al 3% e in alcune regioni è ancora più bassa» ha dichiarato a novembre il governatore della Banca centrale russa Elvira Nabiullina. «Ciò significa che non ci sono praticamente più lavoratori nell'economia».

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