Marine Le Pen: «Lecornu non dura, presto sarà sfiduciato»

Il governo di Sébastien Lecornu, il fedelissimo tirato fuori dal cilindro del presidente Emmanuel Marcron dopo l'ennesima crisi in Francia, non ha una maggioranza e non potrà durare: «sarà censurato» con un voto di sfiducia del Parlamento in tempi non lunghi, «probabilmente fra qualche settimana o qualche mese» al massimo. Se ne è detta oggi certa la leader storica della destra radicale francese, Marine Le Pen, arringando 6000 esponenti del suo partito, il Rassemblement National (Rn), riuniti nel Parc des Expositions, a Bordeaux.
Sfiduciato questo governo, stavolta «si andrà alle urne», ha quindi vaticinato Le Pen, rilanciando la candidatura futura per Matignon del suo giovane delfino, Jordan Bardella. Alle elezioni, ha spronato i suoi, «avrete la possibilità di far sì che Jordan diventi il vostro prossimo primo ministro».
Tornando a Lecornu, la fondatrice del Rn non ha nemmeno citato l'ipotesi di poter negoziate con lui a Parigi (cosa che l'interessato ha a sua volta escluso). Il neo premier cercherà di «dare un colpo al cerchio di socialisti ed ecologisti ed uno alla botte dei Républicains», ha ironizzato, evocando «un bricolage politico» privo di strategie e definendo la parola «consultazioni» l'espressione «più appropriata per un sistema malato».
Ha quindi insistito sulla «alternativa nazionale» rappresentata dal suo partito come la soluzione preferibile. «La Francia non sarà mai servita meglio che da noi stessi», ha tagliato corto, indicando un programma centrato «naturalmente sulla priorità del risanamento dei conti pubblici», seguita da quelle legate ai cavali di battaglia del Rn: «potere d'acquisto, sicurezza e immigrazione».