Paesi bassi

Mark Rutte si salva dalla sfiducia, ma è caos politico

Il politico olandese è sopravvissuto al voto chiesto dall’opposizione per aver mentito durante i negoziati per la formazione del nuovo governo, la sua posizione appare però fragile
© EPA/Bart Maat
Ats
02.04.2021 19:27

Una manciata di voti ha salvato il primo ministro Mark Rutte dalle dimissioni. Il politico olandese è infatti sopravvissuto giovedì notte ad un voto di sfiducia, chiesto dall’opposizione per aver mentito durante i negoziati per la formazione del nuovo governo. Ma la sua posizione ora appare più fragile.

Rutte ha dovuto infatti affrontare il voto di fiducia chiesto dall’opposizione, dopo l’approvazione di un’altra mozione parlamentare, più pesante dal punto di vista politico, presentata dai suoi alleati della maggioranza sempre per lo stesso motivo.

Due voti che peseranno sul futuro politico del premier ‘frugale’, appena rieletto, che adesso si trova a navigare in acque incerte, malgrado il risultato ottenuto alle amministrative del 15-17 marzo con il suo Partito popolare per la libertà e la democrazia (Vvd) arrivato primo e con più seggi.

A presentare la mozione di censura, che non riguardava direttamente il ruolo di Rutte come primo ministro ma il suo comportamento, sono stati i suoi stessi alleati di governo, i Democratici 66, l’Appello Democratico Cristiano (Cda) e l’Unione Cristiana, mentre la mozione di sfiducia per avere mentito è stata portata avanti dal leader di estrema destra Geert Wilders, che alle amministrative è stato retrocesso al terzo posto.

A scatenare il caso che ha portato al voto di fiducia, è stato Pieter Omtzigt, il cristiano-democratico che aveva fatto scoppiare lo scandalo dei sussidi che a gennaio aveva provocato le dimissioni del governo. Il terremoto politico questa volta è esploso dopo che la parlamentare Kajsa Ollongren, una delle due persone selezionate per avviare i negoziati, ha accidentalmente fatto trapelare ai media una nota nella quale era scritto nero su bianco che la posizione su un eventuale incarico a Omtzigt sarebbe stata discussa in un successivo incontro tra Rutte e Sigrid Kaag, la leader del partito D66, arrivato secondo alle elezioni di marzo.

Secondo quanto riportato da Dutchnews, Rutte inizialmente ha detto che non si era discusso dell’argomento, ma poi ha corretto il tiro affermando di essersi «sbagliato nei sui ricordi» una volta messo alle strette. Un dietrofront che non è piaciuto per nulla.

L’Afp ricorda che Rutte è soprannominato «teflon» per la sua capacità di farsi scivolare gli scandali come quello legato al bonus figli, ma quanto accaduto negli ultimi giorni potrebbe influire nei prossimi negoziati, in particolare dopo che la stessa Kaag si è chiesta «come si possa adesso ricomporre la fiducia».

Il premier liberale, alla guida del paese dal 2010, non era mai stato così «vicino al baratro», hanno scritto i principali quotidiani del Paese commentando gli sviluppi della notte scorsa.