Milano

«Mattonopoli», indagato anche Beppe Sala

Il sindaco di Milano avrebbe fatto pressioni per l'approvazione del progetto del grattacielo "Pirellino", mai realizzato
Red. Online
17.07.2025 09:11

C'è anche Beppe Sala tra gli indagati nell'inchiesta sull'urbanistica che scuote il Comune di Milano. La notizia è stata anticipata dal Corriere della Sera: lo stesso sindaco del capoluogo lombardo ha detto di averlo appreso leggendo il giornale, con stupore.  

L'inchiesta, parallela a quella che mesi fa ha portato all'arresto di un ex dirigente del Comune con l'accusa di corruzione, coinvolge diversi funzionari comunali, architetti e imprenditori edili, accusati a vario titolo di aver fatto parte di un «sistema» opaco che avrebbe gestito i più grandi cantieri di Milano negli ultimi anni.  

Tra gli indagati spiccano in particolare i nomi dell'ex assessore all'Urbanistica, oggi alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi, e quello dell'imprenditore Manfredi Catella, il «re dei grattacieli» protagonista indiscusso del boom immobiliare sotto la Madonnina e creatore - con la società Coima finanziata da Qatar e Abu Dhabi - del distretto finanziario di Porta Nuova.  

Per entrambi, oltre che per altre quattro persone tra cui l'ex presidente della Commissione paesaggio del Comune, è scattata ieri la richiesta di arresto (ai domiciliari per Tancredi e Catella) da parte della Procura. Il nome di Giuseppe Sala - che già ieri aveva detto di «non condividere l'approccio degli inquirenti» - è uscito solo questa mattina, sul quotidiano di via Solferino, che pubblica anche i contenuti di alcuni messaggi tra Sala e l'archistar Stefano Boeri, anche lui ex assessore all'urbanistica con la giunta Pisapia e padre del famoso Bosco Verticale.  

Proprio un altro grattacielo progettato da Boeri, su commissione del gruppo Coima, è al centro del filone d'inchiesta che ha coinvolto il sindaco Sala. Gli inquirenti hanno passato a setaccio il travagliato iter di approvazione del progetto (mai realizzato) di riqualifica del cosiddetto "Pirellino", un vecchio grattacielo in via Melchiorre Gioia - sempre nell'area di Porta Nuova - a cui doveva essere affiancata una Torre Botanica firmata sempre da Boeri.

I messaggi scambiati tra Boeri e Sala all'epoca della discussione del progetto nella Commissione Paesaggio del Comune, scrive il Corriere, secondo la Procura avallerebbero il sospetto di una "pressione" esercitata dall'archistar (e indirettamente da Catella) sul sindaco, per ottenere un parere "favorevole condizionato". Spetterà ora al Giudice per le indagini preliminari valutare se i sospetti sono concreti, e convalidare, modificare o respingere le richieste della Procura. L'udienza preliminare è fissata per martedì.     

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