Parigi 2024

Minacce di morte a Thomas Jolly, la polizia ha aperto un'indagine

A seguito della cerimonia d'apertura, il direttore artistico è stato bersaglio di un'ondata di odio online a causa del suo orientamento sessuale e delle sue presunte radici israeliane – Macron commenta: «Sono scandalizzato e triste»
© Ludovic Marin/Pool Photo via AP
Red. Online
03.08.2024 17:00

Dalla cerimonia d'apertura dei Giochi Olimpici, ormai, è passata più di una settimana. Ma le polemiche, ancora, non si sono placate. Tutt'altro. Nelle ultime ore, in particolare, ambienti della destra hanno dato vita a una vera e propria campagna d'odio contro il direttore artistico Thomas Jolly e alcune artiste. Il motivo? La loro partecipazione al banchetto queer, classificato da alcuni come una parodia del Cenacolo. Il famosissimo dipinto di Leonardo da Vinci. 

Ma andiamo con ordine. Le proteste – sia in generale contro lo show che contro il presunto «personaggio blasfemo» – hanno letteralmente travolto Jolly. Sui suoi profili social si contano migliaia di messaggi diffamatori: dalle critiche, passando per gli insulti, fino a vere e proprie minacce di morte. La situazione, insomma, è degenerata al punto tale che i procuratori di Parigi, nelle scorse ore, hanno dichiarato che la polizia ha aperto un'indagine per incitamento all'odio, in seguito alla denuncia sporta dallo stesso direttore artistico. 

Jolly, dunque, ha dichiarato «di essere stato «bersaglio di messaggi minacciosi e insulti sui social network che criticavano il suo orientamento sessuale e le sue presunte radici israeliane». Al punto tale, da dover necessariamente chiedere l'intervento delle autorità. Sul caso, ora, indaga l'Ufficio centrale per la lotta ai crimini contro l'umanità e ai crimini d'odio, per capire se ci sia una «regia» dietro agli attacchi online. La maggior parte dei commenti e delle minacce ricevute da Jolly erano di lingua inglese, ma non è ancora chiaro da dove provenissero gli utenti da cui sono state scritte.

Ciononostante, la faccenda difficilmente si concluderà in maniera rapida. Al contempo, sono infatti in corso altre due indagini per minacce di morte, relative alla cerimonia del 26 luglio. Le vittime, in questo caso, sono la deejay francese Barbara Butch – ossia l'attivista queer che appare al centro del discussissimo banchetto – e la drag queen Nicky Doll. 

La polemica, insomma, in poco tempo è diventata un vero e proprio caso politico. Lo dimostrano gli stessi commenti lasciati dai politici a seguito della cerimonia. Tra questi, ricordiamo Matteo Salvini che aveva etichettato i francesi come «squallidi», ma anche Donald Trump che aveva bollato lo spettacolo di Jolly come «una vergogna». Il presidente turco Erdogan, dal canto suo, aveva invece esortato Papa Francesco ad «alzare la voce contro la propaganda perversa della cerimonia». 

E, parlando sempre di politica, non possiamo non menzionare la reazione del presidente francese, a seguito dell'ondata d'odio che ha travolto Jolly e le altre artiste. «Sono scandalizzato e triste», ha dichiarato Macron. «I francesi e tutto il mondo sono stati orgogliosi di questa cerimonia di apertura, che ci ha reso fieri». Il presidente, dunque, ha fatto leva sul fatto che le persone «possono criticare e avere opinioni diverse sullo spettacolo», ma «le minacce di morte non hanno posto in una democrazia». Sottolineando, inoltre, che la Francia ha rispettato la libertà artistica e che nulla può giustificare commenti di questo calibro. 

A essersi espressa sulla questione, è stata anche la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, che ribandendo il suo sostegno incondizionato a Jolly, ha ribadito che l'artista «ha portato in alto i valori francesi». «Parigi è stata orgogliosa e onorata di poter contare sul suo talento per valorizzare la nostra città e dire al mondo che cosa siamo». 

Nel frattempo, c'è attesa anche per quella che sarà la cerimonia conclusiva delle Olimpiadi. Anche l'evento dell'11 agosto allo Stade de France – a cui sarà presente anche Tom Cruise per la staffetta tra Parigi e Los Angeles 2028 – è stato affidato a Jolly. Nella speranza che, questa volta, il direttore artistico possa esprimersi senza essere travolto da un'ondata d'odio. 

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