Il caso

Musk dimostra che non si droga, pubblicando il test delle urine su X

Il patron di Tesla, dopo giorni, ha risposto alle accuse del New York Times – Ma molti utenti non credono al referto pubblicato
© EPA/FRANCIS CHUNG / POOL
Red. Online
18.06.2025 23:30

Con qualche giorno di ritardo, Musk, alla fine, ha risposto alle accuse del New York Times sull'abuso di droghe nel pieno della campagna elettorale. E lo ha fatto in una maniera alquanto insolita. Vale a dire, pubblicando – senza alcuna censura – il risultato delle sue analisi delle urine. 

L'imprenditore sudafricano ha pubblicato il referto sulla sua piattaforma X, accompagnato dalla semplice didascalia «lol». Sul documento si legge una lunga lista di sostanze stupefacenti. Cocaina. Ecstasy. Ketamina. Fentanyl. E molte altre. Circa venti droghe, per cui Musk è stato testato, ottenendo sempre risultati negativi. Alla faccia del New York Times, verrebbe da dire. Peccato, però, che non tutti si sono accontentati del referto pubblicato sui social. Anzi, hanno messo in dubbio la veridicità delle analisi postate dal patron di X.

«È solo questione di tempo», ha commentato un utente sotto al post di Musk, allegando uno screenshot che riporta quanto tempo rimangono nel corpo le sostanze per cui si sarebbe testato il 53.enne. L'alcol, per fare un esempio, rimane tra 3 e 5 giorni nelle urine e tra le 10 e le 12 ore nel sangue. Altre sostanze stupefacenti, come la cocaina, rimangono 3-4 giorni nelle urine e al massimo un paio di giorni nel sangue. Motivo per cui, molti pensano che il referto pubblicato possa essere stato o modificato o condotto «al momento opportuno». «L'uomo più ricco del mondo non ha le risorse per falsificare un test delle urine?», chiede, ironicamente, un altro utente. Tanti, come lui, mettono in dubbio l'affidabilità del documento. «Potresti averlo modificato». E ancora: «A chi appartengono queste urine che hai pubblicato?». 

Tra i commenti sotto al post con l'immagine del referto, compare anche quello dell'ufficio stampa del New York Times, che scrive: «Elon Musk continua a inveire contro di noi perché non gli piace il nostro giornalismo. Nulla di ciò che ha detto o presentato da quando è stato pubblicato il nostro articolo sul suo consumo di droghe durante la campagna presidenziale contraddice ciò che abbiamo scoperto». 

In precedenza, la testata americana aveva riferito che Musk, durante la campagna elettorale di Trump, aveva fatto un uso «preoccupante di droghe». Soprattutto di ketamina, che il patron di Tesla aveva confessato, in passato, di aver usato per motivi medici, ma anche ecstasy e funghi allucinogeni. Ma Musk continua a negare le accuse. E per farlo è disposto, ormai, anche a pubblicare i risultati delle sue analisi delle urine. Vere o false che siano. 

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