Diplomazia

Nancy Pelosi in visita a Taiwan: l'ira della Cina

La Speaker della Camera statunitense visiterà Taipei domenica 10 aprile – L'annuncio ha trovato subito la forte opposizione di Pechino
©JIM LO SCALZO
Ats
07.04.2022 11:25

I media di Taiwan e Giappone hanno riferito che la Speaker della Camera americana Nancy Pelosi visiterà Taiwan domenica 10 aprile: la nipponica Fuji News Network (Fnn), ad esempio, ha citato fonti vicine al dossier secondo cui Pelosi guiderà una delegazione in Giappone venerdì (8 aprile) per incontrare il premier Fumio Kishida domenica (10 aprile) per colloqui sul coordinamento della risposta dei due Paesi all'invasione russa dell'Ucraina.

Secondo quanto riferito, Pelosi aveva originariamente programmato di visitare la Corea del Sud dopo il Giappone, ma i piani sarebbero cambiati proprio a favore di Taipei perché la guerra russo-ucraina ha spostato l'attenzione sulla situazione nello Stretto di Taiwan. Il 10 aprile è una data importante: esattamente 43 anni fa il presidente Jimmy Carter firmò il Taiwan Relations Act, la normativa che regola il sostegno di Washington a favore dell'isola che Pechino considera parte inalienabile del suo territorio da riunificare anche con la forza, se necessario.

La visita della Speaker e dell'intera delegazione vuole essere una dimostrazione del sostegno del Congresso degli Stati Uniti a Taiwan, nonché dell'importanza attribuita alle relazioni Taiwan-Usa e al Taiwan Relations Act.

Per quanto riguarda la missione di Pelosi, ha riportato il portale di Taipei di news Udn, la scelta è stata del basso profilo per evitare la protesta e l'ostruzionismo di Pechino e, quindi, al momento non ci sono informazioni rilevanti da annunciare, né conferma né smentite.

Nella delegazione dovrebbe esserci anche Gregory W. Meeks, presidente della Commissione Affari esteri della Camera, che nei mesi scorsi aveva annunciato un piano per guidare a gennaio un gruppo bipartisan di parlamentari a Taiwan come parte di un viaggio in Asia: il programma fu in seguito annullato a causa della pandemia e di problemi dei programmazione.

La pratica seguita negli ultimi anni dalle delegazioni statunitensi è stata quella di evitare annunci pubblici in caso di missioni verso l'isola fino al giorno del loro arrivo al fine di ridurre le proteste da parte di Pechino che considera Taiwan la linea rossa delle relazioni con gli Stati Uniti.

La reazione

La Cina si oppone «con forza» a qualsiasi forma di scambio ufficiale tra Stati Uniti e Taiwan: se la Speaker della Camera dei rappresentanti, Nancy Pelosi, visiterà Taipei, «la Cina adotterà misure risolute e energiche per difendere fermamente la sovranità nazionale e l'integrità territoriale e gli Stati Uniti dovranno essere pienamente responsabili di tutte le conseguenze».

È il commento del portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian alla missione della delegazione Usa guidata da Pelosi attesa a Taiwan il 10 aprile, secondo le anticipazioni dei media nipponici e dell'isola.

L'iniziativa di Pelosi a Taipei «violerà gravemente il principio della 'Unica Cina' e i tre comunicati congiunti sino-americani, danneggerà la sovranità e l'integrità territoriale della Cina, avrà un pesante impatto sulle basi politiche delle relazioni sino-americane e invierà un messaggio sbagliato alle forze separatiste dell'indipendenza di Taiwan», ha aggiunto Zhao nel briefing quotidiano.

Il Congresso americano, in altri termini, dovrebbe attenersi «con rigore alla politica della Unica Cina perseguita dagli Stati Uniti»: per questo motivo, la visita di Pelosi «dovrebbe essere subito annullata» insieme alla sospensione di «ogni scambio ufficiale tra Stati Uniti e Taiwan», lasciando spazio «ad azioni concrete per adempiere all'impegno degli Usa di non sostenere l'indipendenza» dell'isola.

Appena martedì il Pentagono ha annunciato il via libera alla vendita di attrezzature e addestramento a supporto del sistema di difesa aerea Patriot a Taipei per un valore di 95 milioni di dollari, mandando ancora una volta Pechino su tutte le furie.