Russia

Navalny, condanna ridotta a 2 anni e 8 mesi di carcere

La sentenza è stata pronunciata da un giudice del tribunale distrettuale Simonovsky riunitosi a Mosca per l’occasione - Molte le richieste di rilascio arrivate dalla comunità internazionale
©EPA/MOSCOW CITY COURT PRESS SERVICE
Red. Online
02.02.2021 18:43

(Aggiornato alle 22.11) E alla fine, carcere. Alexei Navalny, il principe degli oppositori russi, ha sfidato Putin tornando in patria dopo essere stato avvelenato, a quanto pare dagli uomini dell’FSB, e ora ad attenderlo ci sono 2 anni e 8 mesi di colonia penale.

Il giudice, infatti, ha accolto la richiesta del Servizio Penitenziario Federale, che lo ha accusato di aver violato i termini della libertà vigilata. «Questo processo è un teatrino e Putin passerà alla storia come l’avvelenatore», ha tuonato Navalny in aula in un breve discorso, a tratti drammatico.

Il crociato anti-corruzione, calato in una felpa blu e pantaloni beige, ha deciso insomma di usare il palco del tribunale per lanciare un forte messaggio ai russi, più che difendersi realmente dalle accuse. «Abbiamo dimostrato che è stato Putin a commettere l’attentato contro di me e questo lo fa impazzire. Sapete, un tempo c’era Alessandro il Liberatore o Yaroslav il Saggio. Noi avremo Vladimir l’Avvelenatore», ha attaccato. Poi l’affondo. «Non è importante quello che accade a me. Imprigionarmi non è difficile. Ciò che conta di più è il motivo per cui questo sta accadendo. E sta accadendo per intimidire un gran numero di persone: vogliono imprigionare una persona per spaventarne milioni».

Il punto, dunque, è politico. Navalny non arretra e usa la sua condanna per inchiodare quello che considera un regime morente, fatto di miliardari che «si arricchiscono» e di gente normale «che vede crescere il prezzo del burro». Fuori dall’aula, intanto, fioccano i fermi. Oltre 350, stando alla ong OVD-Info. A quanto pare anche di gente presa a casaccio. Una situazione surreale se paragonata all’aula di tribunale gremita di giornalisti e diplomatici stranieri. I numeri qui variano ma di certo si confermano i funzionari di Repubblica Ceca, Austria, Lituania, Norvegia, Svezia, Paesi Bassi, Stati Uniti, Canada, Germania, Gran Bretagna, Lettonia e Polonia nonché rappresentanti dell’Ue e anche della Svizzera. Una circostanza che ha fatto infuriare il ministero degli Esteri russo. «È un’ingerenza nei nostri fatti interni, sono lì per mettere pressione alla corte?», ha dichiarato furente la portavoce Maria Zakharova.

A sostenere Navalny, oltre agli avvocati, c’era l’inseparabile Yulia. «Sei una ragazzaccia, ho visto che hai fatto in questi giorni... sono orgoglioso di te», le ha detto dalla scatola di vetro in cui è stato rinchiuso per tutta la giornata. A tratti il Navalny-day ha poi assunto tratti comici. Come quando, a inizio udienza, il giudice ha chiesto chi stesse trasmettendo live dalla sala, e dato il silenzio di tomba dei giornalisti, Navalny ha urlato ‘io!’ dal gabbiotto, suscitando l’ilarità generale. Ancora. Nel momento in cui la corte ha annunciato due ore di stop tecnico - di fatto per il pranzo - sempre lui ha chiesto sornione: «Ordiniamo McDonald’s?». E poi qualcuno dei suoi lo ha fatto davvero, salvo che il corriere non è stato fatto entrare nell’edificio.

Ecco, questo è Navalny. Il Cremlino in giornata ha assicurato che Putin, dal canto suo, non avrebbe seguito il processo e ha lanciato un bel monito: che l’Unione europea «non commetta la sciocchezza» di collegare «le prospettive delle relazioni Russia-Ue a questo caso». E invece c’è un’alta probabilità che questo accada. L’Alto rappresentante della politica estera dell’Ue, Josep Borrell, è atteso fra pochi giorni a Mosca e il suo staff ha chiarito che l’affare Navalny «sarà un tema molto alto nell’agenda». Non solo. Borrell ha già detto che vuole incontrarlo ed è in contatto con il team dell’oppositore, ma il Cremlino già ritiene «molto difficile» che l’incontro possa davvero avvenire.

Ora la palla passa agli alleati di Navalny. Il Fondo Anti-Corruzione, dopo la sentenza, ha già chiamato la gente a scendere in piazza a Mosca. «Il Paese è sprofondato nell’illegalità, dobbiamo opporci». Si annunciano giorni tesi.

Indetta una protesta immediata a Mosca

Il team di Alexei Navalny invita a una «protesta immediata a Mosca» dopo la condanna dell’oppositore. «Venite subito alla piazza del Maneggio! Il nostro Paese è piombato nella più completa illegalità, dobbiamo opporci», si legge in un tweet postato dal Fondo anticorruzione.

Richieste di rilascio immediato

Il governo britannico di Boris Johnson chiede «il rilascio immediato e senza condizioni» dell’oppositore russo Alexe Navalny dopo la sentenza di condanna emessa oggi a Mosca.

In un messaggio firmato dal ministro degli Esteri, Dominic Raab, Londra invoca anche la liberazione di «tutti i dimostranti pacifici e i giornalisti» arrestati in Russia nelle ultime settimane. «Il perverso verdetto di oggi - scrive Raab - prende di mira la vittima d’un avvelenamento invece dei responsabili e mostra come la Russia manchi di rispettare anche i più basilari impegni richiesti a qualsiasi membro responsabile della comunità internazionale».

La condanna di Alexei Navalny «è inaccettabile» e anche la Francia chiede «la sua liberazione immediata»: lo scrive il presidente francese, Emmanuel Macron, in un tweet. «Un disaccordo politico - scrive il capo dell’Eliseo - non è mai un crimine. Il rispetto dei diritti umani come quello della libertà democratica non è negoziabile».

Anche gli Stati Uniti chiedono a Mosca la liberazione immediata e senza condizioni di Alexei Navalny. Lo afferma il segretario di Stato americano Anthony Blinken.

«La condanna di Alexei Navalny è contraria agli impegni internazionali della Russia in materia di stato di diritto e libertà fondamentali. Va contro il verdetto della Convenzione Europea per i diritti Umani (Echr), che ha stabilito questo caso arbitrario e irragionevole. Chiedo il suo rilascio immediato». Lo scrive su Twitter l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell.

«Condanno la sentenza nei confronti di Alexei Navalny con la massima fermezza». Lo scrive su Twitter la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. «Chiedo alla Russia di rispettare i suoi impegni internazionali e di rilasciarlo immediatamente e incondizionatamente», ha aggiunto.

«Ribadisco l’appello dell’Ue al rilascio immediato di Alexei Navalny. Non accettiamo la sua condanna: la giustizia non deve essere politicizzata». Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. «I manifestanti hanno il diritto di manifestare pacificamente e di esprimere le loro opinioni politiche», aggiunge Michel.

La cancelliera tedesca Angela Merkel chiede la liberazione immediata di Alexei Navalny e la fine della repressione delle manifestazioni organizzate dall’opposizione in Russia. Lo sottolinea il suo portavoce in un messaggio su Twitter.

Mosca: «Sono ingerenze»

Mosca denuncia come «ingerenze» le richieste occidentali di liberare il dissidente Alexei Navalny. Lo riportano i media russi.

Risposta alla Russia coordinata con gli alleati

Gli Stati Uniti si coordineranno con gli alleati per valutare le forme con cui ritenere la Russia responsabile per quanto sta accadendo col caso Navalny. Lo ha detto il segretario di Stato Usa Anthony Blinken riferendosi anche alle migliaia di arresti degli ultimi giorni.

Berlino: «Un duro colpo a libertà civili»

«La sentenza contro Alexei Navalny è un duro colpo alle libertà civili e allo stato di diritto saldamente radicati in Russia»: lo ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, commentando il verdetto.

«La corte di Giustizia europea per i diritti umani aveva già nel 2017 giudicato arbitrario il procedimento» ha proseguito Maas, ribadendo che Navalny «deve essere immediatamente liberato».

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