Il caso

Negoziati, «Trump vuole sfilarsi e lasciare che Mosca e Kiev si organizzino da sole»

Secondo il Guardian, che cita fonti dell'amministrazione a conoscenza del dossier, il presidente statunitense Donald Trump avrebbe l'intenzione di abbandonare per ora il ruolo diretto giocato nei colloqui tra Russia e Ucraina - Il tycoon aveva promesso di risolvere il conflitto in 24 ore dal suo insediamento
©AARON SCHWARTZ / POOL
Red. Online
21.08.2025 15:28

Colpo di scena. Secondo il Guardian, che cita fonti dell'amministrazione a conoscenza del dossier, il presidente statunitense Donald Trump avrebbe l'intenzione di abbandonare - per ora - il ruolo diretto giocato nei colloqui tra Russia e Ucraina, lasciando che siano Mosca e Kiev a organizzare un incontro tra i loro leader senza la mediazione statunitense. Un colpo di scena, appunto, o quasi. Alcuni analisti - come il generale italiano Capitini, da noi recentemente interrogato - avevano previsto il piano del tycoon per smarcarsi dai complicati negoziati: un tradimento, per certi versi, delle sue promesse elettorali. In corsa per la Casa Bianca, il 79.enne aveva promesso agli americani - e al mondo - che avrebbe chiuso la guerra in Ucraina «voluta da Biden» in sole 24 ore. A 8 mesi dal suo insediamento, invece, il conflitto sembra aver dato del filo da torcere al presidente americano, che ora starebbe cercando una via d'uscita per evitare ulteriori ripercussioni per la propria amministrazione.

Negli ultimi giorni, si legge sul Guardian, Trump ha detto ai consiglieri che intende ospitare un incontro trilaterale con i due leader solo dopo che questi si saranno incontrati per primi, anche se non è chiaro se questa conferenza iniziale avrà luogo e Trump non intende essere coinvolto in questo sforzo.

In un'intervista telefonica con il conduttore di talkshow Mark Levin su WABC, martedì Trump ha anche detto di ritenere che sarebbe stato meglio per Putin e Zelensky incontrarsi senza di lui in prima istanza. «Voglio solo vedere cosa succede all'incontro. Quindi stanno organizzando il tutto e vedremo cosa succederà».

In una dichiarazione, la Casa Bianca si è limitata a dire che «Trump e il suo team di sicurezza nazionale continuano a impegnarsi con i funzionari russi e ucraini verso un incontro bilaterale per fermare le uccisioni e porre fine alla guerra... Non è nell'interesse nazionale negoziare ulteriormente queste questioni pubblicamente».

Mosca non si muove

Il ritiro di Trump rende più improbabile la realizzazione del bilaterale Putin-Zelensky. Una concretizzazione già minacciata, nelle scorse ore, dalle parole del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, il quale ha relativizzato le possibilità di un incontro, affermando che summit bilaterale al più alto livello «sarebbe possibile solo se tutte le questioni che richiedono una discussione sono state accuratamente preparate».

Tra questi nodi, non solo quello territoriale, ma anche la garanzia di sicurezza fortemente voluta da Kiev e altrettanto fortemente osteggiata da Mosca. Nella serie di commenti sul tema, Lavrov ha affermato che Mosca deve avere un veto effettivo su qualsiasi misura di sostegno all'Ucraina una volta raggiunto un accordo di pace. Non solo: secondo il ministro degli Esteri russo, le proposte europee di dispiegare truppe in Ucraina dopo un accordo equivarrebbero a un «intervento straniero», che Lavrov ha definito assolutamente inaccettabile per la Russia.

Ma a diffondere altri dubbi sulla possibilità di portare Putin e Zelensky allo stesso tavolo, anche il ritorno della narrativa russa sull'illegittimità del leader ucraino. Parlando dall'India, dove è in visita, Lavrov ha messo in dubbio che Volodymyr Zelensky abbia la legittimità di firmare qualsiasi accordo di pace futuro, ripetendo una linea familiare del Cremlino che dipinge la leadership ucraina come illegittima.

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