L’intervista

«Nell’Alabama si sono create profonde divisioni e vi è una corsa alle armi»

Da Birmingham la testimonianza di Francesca Mereu, giornalista freelance autrice di saggi e buona conoscitrice dei rapporti USA-Russia
Lo storico palazzo del Campidoglio a Montgomery, capitale dell’Alabama. ©Shutterstock
Osvaldo Migotto
23.11.2020 23:15

Mentre il Governo di Joe Biden prende forma, Trump continua la sua battaglia legale contro il presunto complotto nei suoi confronti. Come vive il profondo sud degli USA questo clima di duro scontro politico? Lo abbiamo chiesto a Francesca Mereu, giornalista freelance che da anni vive nell’Alabama.

L’Alabama è uno degli Stati che nel voto del 3 novembre ha dato grandi soddisfazioni ai repubblicani. Questo Stato come sta vivendo le tensioni politiche alimentate da Donald Trump?

«Io vivo a Birmingham, nell’Alabama, una città che vota per il partito democratico visto che la popolazione è costituita per il 73% da afroamericani. Per cui c’è un divario tra Birmingham, dove sono tutti felici per la vittoria di Biden, e il resto dello Stato dell’Alabama dove vi sono diverse persone che credono che le elezioni siano state truccate per far vincere Biden. Fa molto male vedere l’America così divisa e soprattutto è triste sentire i repubblicani che parlano con convinzione del broglio elettorale ai danni di Trump. Vi è inoltre una corsa alle armi e alle munizioni perché vi è il timore che con l’arrivo dei democratici alla Casa Bianca vengano ritirate tutte le armi e le munizioni».

La comunità afroamericana dell’Alabama ha votato compatta per i democratici?

«Se un afroamericano ha votato per i repubblicani è da considerare un’eccezione in quanto qui questa comunità si è schierata compatta per i democratici con una forte mobilitazione, anche se l’Alabama è un feudo dei repubblicani che hanno riconquistato il loro secondo seggio al Senato».

Come mai i repubblicani continuano ad appoggiare il comportamento antidemocratico di Trump?

«Secondo me c’è molto opportunismo da parte di alcuni repubblicani. Però, stando a quanto riferiscono i media americani, tanti esponenti del partito repubblicano capiscono la gravità di quanto Trump sta facendo, in quanto sta mettendo in discussione un sistema democratico che ha sempre funzionato e che ha funzionato anche questa volta. Del resto quando Al Gore nelle presidenziali del 2000 aveva chiesto il riconteggio delle schede in Florida, poi aveva accettato la decisione della Corte Suprema di fermare la conta (non potendo il riconteggio terminare entro i limiti di legge ndr) e si era fatto da parte. Trump invece ancora non si sa come riusciranno a buttarlo fuori dalla Casa Bianca».

L’Alabama ha avuto qualche beneficio dalla presidenza Trump?

«Dal punto di vista economico non c’è stato nessun cambiamento. Quattro anni fa avevano votato per Trump anche persone in difficoltà, ma non hanno avuto niente da lui. Quello che invece ho notato in Alabama nel corso della presidenza Trump è la profonda divisione tra democratici e repubblicani che prima non esisteva. Una divisione violenta, in quanto ora l’appartenenza al partito repubblicano o a quello democratico significa odiarsi a vicenda, in tutto il Paese. E ora ci chiediamo come farà Biden a riunire un Paese così diviso. Qui si capisce di che partito è una persona in base all’uso della mascherina; quelli senza sono repubblicani, quelli con la mascherina sono democratici».

La Russia, dove lei ha lavorato per anni come corrispondente, non ha ancora riconosciuto la vittoria di Biden. Come mai?

«Leggendo i giornali russi nessuno si aspetta che il presidente USA uscente riesca a sovvertire l’esito del voto, c’è anzi molta ironia nei confronti del comportamento di Trump. Credo quindi che il fatto che il Cremlino non si sia ancora congratulato con Biden indichi solo un comportamento cauto. Non penso che i russi si siano fatti convincere dalle tesi di Trump sui brogli elettorali».

Mosca avrà vita più facile con i democratici alla Casa Bianca?

«Credo che le cose non cambieranno nei rapporti tra i due Paesi. Trump non è che sia stato molto generoso con i russi o che abbia avuto un rapporto politico particolare con Putin, e penso che con Biden non cambierà niente e continueranno ad esserci tensioni con Mosca anche in ambito commerciale».