Stati uniti

Nessuna giustizia per Emmett Till

Il Dipartimento di giustizia ha definitivamente chiuso il caso: il linciaggio del quattordicenne afroamericano, avvenuto nel 1955, rimane così impunito
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Ats
07.12.2021 20:00

Niente giustizia per Emmett Till, il quattordicenne afroamericano barbaramente linciato nel 1955 in Mississippi e divenuto per decenni simbolo della lotta per la conquista e la difesa dei diritti civili. La sua morte atroce ispirò milioni di attivisti proprio come oggi la fine brutale di George Floyd ispira l’azione del movimento Black Lives Matter. Ora il Dipartimento di giustizia, che aveva riaperto le indagini nel 2018, ha definitivamente dichiarato chiuso il caso.

La sola ‘colpa’ di Emmett, che da Chicago era venuto al Sud per incontrare dei familiari, fu di aver fischiato ad una donna bianca che lo accusò di molestie sessuali. Per questo fu rapito e massacrato. La madre volle una cerimonia funebre pubblica, con la bara aperta, perché tutti potessero vedere come il ragazzo fosse stato torturato e assassinato: era stato picchiato, gli era stato cavato un occhio, gli avevano sparato e l’avevano infine gettato nel fiume con legata al collo col filo spinato una pala utilizzata come zavorra per la lavorazione del cotone.

I suoi aguzzini, il marito e il fratello della presunta vittima di molestie, furono processati e assolti da una giuria composta da soli bianchi. Il Dipartimento di giustizia aveva riavviato le indagini sull’assassinio di Emmett proprio grazie alla legge che porta il suo nome, varata sotto Barack Obama e tesa a rivedere i cosiddetti ‘cold case’ a sfondo razziale rimasti irrisolti. Lo spunto per la riapertura dell’inchiesta un libro in cui si sostiene che la donna che denunciò le molestie, oggi ultraottantenne, mentì al processo e ritrattò in seguito la sua versione. Ora però lo stesso Dipartimento, insieme all’Fbi, ha gelato le speranze dei familiari di Emmett e spento ogni loro speranza e sete di giustizia. «Non si sono prove sufficienti per andare avanti e ipotizzare nuovi capi di accusa». Il delitto resta così impunito.

«Non ci aspettavamo molto, ma dopo 66 anni di sofferenza speravamo almeno nelle scuse», ha commentato con le lacrime agli occhi la cugina oggi novantenne di Emmett. «Resta quello che Emmett ha rappresentato per la lotta per i diritti civili, un’icona e una potente fonte di ispirazione, e questo non ci può essere tolto», il commento del reverendo Wheeler Parker Jr., cugino di quel ragazzino vittima di una storia razzista con cui l’America si trova ancora oggi a fare i conti.