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La Global Sumud Flotilla: «Israele non ci intimidisce, non ci fermeremo»

Lo ha detto Nkosi Zwelivelile Mandela, nipote del leader sudafricano Nelson, in una conferenza stampa tenuta da rappresentanti della spedizione – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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La Global Sumud Flotilla: «Israele non ci intimidisce, non ci fermeremo»
Red. Online
25.09.2025 06:23
23:38
23:38
«Trump vuole Blair a capo governo ad interim di Gaza»

Secondo la proposta, Blair guiderebbe un organismo chiamato 'Gaza International Transitional Autority' (Gita) che avrebbe il mandato di "suprema autorità politica e giuridica" della Striscia per un periodo di cinque anni.

Secondo quanto riportato dai media israeliani, ripresi dal Guardian, il piano è ispirato alle amministrazioni che in passato supervisionarono la transizione verso uno Stato indipendente a Timor Est e in Kosovo.

L'amministrazione transitoria potrebbe avere inizialmente sede ad al Arish, capoluogo della provincia egiziana del Nord del Sinai vicino al confine con Gaza, per poi entrare nella Striscia accompagnata da una forza multinazionale in gran parte araba, sostenuta dall'Onu. Il piano prevede infine "l'eventuale unificazione di tutto il territorio palestinese sotto l'Autorità Nazionale Palestinese".

23:01
23:01
Trump: «Non consentirò a Israele di annettere la Cisgiordania»

«No, non lo consentirò». Così Donald Trump ha risposto a chi gli chiedeva se consentirà a Israele di annettere la Cisgiordania. In merito alla guerra a Gaza, il presidente ha poi aggiunto: «È abbastanza. È ora di fermarsi».

22:54
22:54
«Ho parlato con Netanyahu: vicino l'accordo per Gaza»

"Ho parlato con Bibi Netanyahu oggi e abbiamo parlato con tutti i leader del Medio Oriente. Siamo vicini a un accordo su Gaza, forse anche alla pace". Lo ha detto Donald Trump rispondendo ad alcune domande durante al firma di una serie di ordini esecutivi.

22:22
22:22
Netanyahu a New York: incontrerà Witkoff per parlare del piano di Trump

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il consigliere per gli affari strategici Ron Dermer incontreranno oggi l'inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff nel loro hotel di New York per discutere del piano di Donald Trump per porre fine alla guerra a Gaza e liberare gli ostaggi. Lo riportano i media israeliani.

Secondo la tv israeliana Channel 12, il team di Trump sta spingendo Netanyahu ad accettare il piano che il presidente americano ha presentato martedì a 8 leader arabi e musulmani, a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Nel sostegno al piano è coinvolto anche il genero di Trump, Jared Kushner, aggiungono i media.

«Continuare la guerra isolerà ulteriormente Israele, mentre accettare il piano e porre fine alla guerra libererà Israele dall'isolamento e consentirà progressi in direzioni più positive nella regione, con il sostegno degli Stati Uniti», ha dichiarato una fonte statunitense a Channel 12, ripresa da Times of Israel.

21:28
21:28
La Farnesina agli italiani sulla Flotilla: «Sconsigliato proseguire»

«Il governo italiano ha preso atto del rifiuto della flottiglia di consegnare gli aiuti in un porto neutrale. Ai partecipanti italiani che volessero fermarsi in Grecia e proseguire in modo sicuro per l'Italia o altra destinazione, l'Italia offrirà assistenza ove richiesto. Per chi prosegue il viaggio con la Flottiglia resta valido l'avviso iniziale, pubblicato su www.viaggiaresicuri.it, che l'iniziativa è sconsigliata. Chi la intraprende si assume in proprio tutti i rischi e sotto la sua personale responsabilità».

Lo si legge in un messaggio inviato dalla Farnesina, il Ministero degli esteri italiano ai partecipanti italiani alla Flotilla per Gaza.

«La presenza di un'unità della Marina Militare italiana è volta ad assicurare ove necessario l'applicazione della legge di soccorso in mare per eventuali necessità di tipo umanitario. In nessun caso potrà costituire un fattore di difesa o offesa per la Flottiglia sul piano militare nei confronti di chicchessia', conclude il messaggio.

18:03
18:03
«Israele non ha alcuna autorità sulle acque di Gaza»

«Un blocco che privi i civili di cibo, medicine e aiuti è proibito. Un blocco che danneggi in modo sproporzionato la popolazione civile è proibito. Israele non ha alcuna autorità legale sulle acque di Gaza: appartengono alla Palestina». Lo sostiene Global Sumud Flotilla.

Dunque, aggiunge, «la flottiglia naviga con ogni valido diritto legale di fornire aiuti. Qualsiasi tentativo di fermarla viola il diritto internazionale e il diritto del mare. Navighiamo non solo con solidarietà, ma con la legge dalla nostra parte».

17:52
17:52
Netanyahu ha dato l'ordine di attaccare lo Yemen dal volo per NY

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha dato l'ordine di lanciare un massiccio attacco contro gli Houthi a Sana'a dal suo volo per New York. Lo ha riferito l'ufficio del primo ministro in una nota.

Durante il volo, Netanyahu ha ricevuto anche aggiornamenti dal ministro della Difesa Israel Katz e dal Capo di Stato Maggiore delle Idf, tenente generale Eyal Zamir, secondo il primo ministro.

Gli Houthi yemeniti hanno intanto affermato che il raid aereo israeliano ha ucciso almeno due civili e ne ha feriti decine nella capitale Sana'a, controllata dai ribelli. La «brutalità...» israeliana ha provocato numerose vittime civili, ha dichiarato il portavoce del ministero della Salute degli Houthi, Anees Alasbahi, fornendo un bilancio preliminare di «due martiri e 48 feriti».

17:52
17:52
Netanyahu lancia una campagna a NY per ricordare le atrocità del 7 ottobre

Alla vigilia del discorso di Benyamin Netanyahu domani all'assemblea generale dell'Onu, l'ufficio del primo ministro israeliano ha avviato una campagna informativa senza precedenti a New York, attraverso decine di enormi cartelloni pubblicitari e decine di camion attorno al Palazzo di Vetro e a Times Square.

Sui cartelloni e sui camion appare, in lingua inglese, la scritta «Remember October 7th», e viene anche mostrato un codice QR, la cui scansione rimanda a un sito web (accessibile solo fuori da Israele) che presenta le atrocità del 7 ottobre. L'obiettivo della campagna, secondo il governo israeliano, è «ricordare ai leader mondiali e all'opinione pubblica le atrocità commesse da Hamas e la crudeltà inimmaginabile dell'organizzazione terroristica, che continua a tenere in ostaggio 48 persone nella Striscia di Gaza».

17:14
17:14
Abu Mazen: «Pronto a lavorare con Trump, Riad Parigi e ONU»

Intervenendo in videocollegamento all'assemblea generale dell'Onu, il leader dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen si è detto pronto a lavorare con Donald Trump, l'Arabia Saudita, la Francia e l'Onu per implementare un piano di pace.

«Quello che Israele sta perpetrando - ha detto il presidente palestinese - non è una semplice aggressione, è un crimine di guerra e un crimine contro l'umanità, documentato e monitorato, e sarà registrato nei libri di storia e nelle pagine della coscienza internazionale come uno dei capitoli più orribili della tragedia umanitaria del XX e XXI secolo».

«In questi due anni il nostro popolo nella Striscia di Gaza ha dovuto affrontare una guerra di genocidio, distruzione, fame e sfollamento», ha aggiunto.

Alla conclusione dell'intervento in videocollegamento l'aula dell'assemblea generale dell'Onu ha tributato un lungo e caloroso applauso ad Abu Mazen. Il suo discorso, durato una ventina di minuti, è stato severo contro la guerra di Israele a Gaza e rassicurante sul futuro di una Palestina pacifica, libera da violenza ed estremismo, senza Hamas e contro l'antisemitismo.

17:13
17:13
«Potente attacco contro obiettivi in Yemen»

L'aeronautica militare israeliana ha colpito gli accampamenti militari degli Houthi e le riserve di droni d'attacco nello Yemen: lo ha affermato il ministro della Difesa Israel Katz, come riportano i media israeliani.

«Abbiamo appena sferrato un potente attacco contro numerosi obiettivi terroristici dell'organizzazione terroristica Houthi a Sana'a, nell'ambito dell'operazione 'Pacchetto di passaggio'», ha scritto Katz su X. «Come ho promesso ieri, chiunque ci faccia del male verrà danneggiato sette volte tanto», ha aggiunto Katz.

17:01
17:01
Israele attacca: «La Flotilla respinge la mediazione»

«È evidente che gli organizzatori e lo scopo di questa flottiglia organizzata da Hamas non sono gli aiuti umanitari. In ogni caso, Israele ha fatto una dichiarazione molto chiara e una proposta molto pacifica agli organizzatori», ha ricordato in conferenza stampa il direttore generale del ministero degli Esteri israeliano, Eden Bar, poco prima del messaggio su X di Gideon Sa'ar.

«Israele ha proposto ai capi della flottiglia di scaricare i loro aiuti, presunti aiuti, nel porto turistico di Ashkelon, a pochi minuti da Gaza, e di trasferirli immediatamente nella Striscia. Purtroppo, la proposta è stata respinta due volte. Israele ha continuato con i suoi sforzi e ha proposto lo scarico degli aiuti in qualsiasi porto dei paesi vicini: abbiamo offerto Cipro, la Grecia, Creta, e ancora una volta, è stato respinto».

Infine, «abbiamo ricevuto la risposta negativa della flottiglia alla proposta del governo italiano fatta solo un paio di giorni fa agli organizzatori della flottiglia di scaricare gli aiuti nel porto di Cipro. Questo rifiuto, per la terza o quarta volta da parte della flottiglia, dimostra il vero scopo di questa flottiglia: la provocazione e il servizio ad Hamas, certamente non uno sforzo umanitario».

Durante la conferenza stampa, Ziv Hava, co-fondatore di Inteleye, azienda israeliana di analisi dati che collabora col governo di Netanyahu, ha illustrato i risultati di quella che ha affermato essere un'inchiesta che proverebbe i legami tra alcuni responsabili della Global Sumud Flotilla e Hamas: «La nostra indagine ha rivelato che almeno sette alti funzionari coinvolti nella Flotilla hanno avuto documentati e ripetuti legami con organizzazioni terroristiche designate, principalmente Hamas, ma anche il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e persino Hezbollah».

Hava ha citato «Zaher Birawi, membro fondatore della Freedom Flotilla Coalition e coordinatore chiave dell'operazione flottiglia dal 2010. È identificato come membro attivo sia di Hamas che dei Fratelli Musulmani», ha accusato. «Saif Abu Kishk è membro della Popular Conference for Palestinians Abroad (PCPA) designata da Israele come organizzazione terroristica a causa del suo legame diretto con Hamas. Saif è anche l'amministratore delegato della società Cyber Neptune, fondata quest'anno, proprietaria di una parte importante delle imbarcazioni della flottiglia».

16:34
16:34
La Slovenia dichiara Netanyahu «persona non grata»

La Slovenia ha dichiarato «persona non grata» il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Lo ha annunciato il governo.

L'esecutivo guidato da Robert Golob ha approvato una risoluzione che dichiara il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, persona non grata. Il provvedimento, secondo quanto ha affermato in conferenza stampa il segretario di Stato dal ministero degli Esteri Neva Grašič, fa seguito alle stesse misure adottate a luglio scorso nei confronti dei due ministri israeliani Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, accusati di estremismo.

Sul profilo ufficiale del governo su X si legge che con questa decisione «vogliono inviare un messaggio chiaro a Israele: la Slovenia si aspetta che le decisioni delle corti internazionali vengano rispettate, così come il diritto internazionale umanitario».

15:34
15:34
Sono 700.000 i palestinesi fuggiti da Gaza City verso sud

L'esercito israeliano ha dichiarato che 700.000 palestinesi sono fuggiti da Gaza City verso il sud della Striscia dalla fine di agosto, mentre l'esercito intensifica l'offensiva aerea e di terra sul centro urbano.

Interpellato dall'Afp, l'esercito ha dichiarato che «700.000 palestinesi sono stati evacuati» da Gaza City verso il sud dell'enclave. L'agenzia umanitaria delle Nazioni Unite, Ocha, ha dichiarato che da metà agosto sono stati registrati 388.400 movimenti di sfollamento, la maggior parte dei quali da Gaza City.

15:29
15:29
La Global Sumud Flotilla: «Israele non ci intimidisce, non ci fermeremo»

Israele «non ci intimidirà. Non fermeremo i nostri sforzi fino a che non si ferma il genocidio. Chiediamo ai governi di fare pressioni per fermare la violenza».

Lo ha detto Nkosi Zwelivelile Mandela, nipote del leader sudafricano Nelson, presente nella Global Sumud Flotilla in una conferenza stampa tenuta da rappresentanti della spedizione.

«Non ci saranno altre soste tecniche per le nostre 50 barche, continueremo diretti fino a Gaza. Siamo consapevoli delle minacce, ma ci rendono solo più uniti», hanno precisato gli attivisti della Global Sumud Flotilla nella conferenza stampa. «Siamo - aggiungono - nel momento più critico, ma dobbiamo essere ottimisti: noi vinceremo perché abbiamo ragione».

Pronta la risposta del ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar, che su X ha ribadito che «Israele non consentirà alle navi di entrare in una zona di combattimento attiva e non permetterà la violazione di un legittimo blocco navale. Israele è ancora pronto a impegnarsi in qualsiasi accordo costruttivo per trasferire gli aiuti in modo legale e pacifico».

«Israele ha accettato la proposta del governo italiano di scaricare gli aiuti nel porto di Cipro e poi trasferirli a Gaza. La flottiglia ha respinto la proposta italiana, dimostrando che il suo vero scopo è la provocazione e il servizio ad Hamas», ha scritto Sa'ar su X.

15:06
15:06
Erdogan da Trump per revocare le sanzioni e per l'acquisto degli F-35

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump riceverà oggi alla Casa Bianca il presidente turco Tayyip Erdogan, il quale spera di sfruttare i rapporti bilaterali più calorosi degli ultimi anni per convincere Washington a revocare le sanzioni statunitensi per l'acquisto di missili S-400 russi e permettere l'acquisto dei caccia F-35. Lo scrive la Reuters sul proprio sito.

La prima visita di Erdogan alla Casa Bianca da circa sei anni avviene in un momento in cui Ankara è desiderosa di approfittare di un'amministrazione americana pronta a concludere accordi in cambio di contratti significativi su armamenti e commercio.

L'amministrazione dell'ex presidente Joe Biden aveva mantenuto la Turchia a distanza, in parte per quelli che considerava legami troppo stretti di un Paese membro della Nato con la Russia. Con Trump, che guarda a Mosca in modo più favorevole e intrattiene rapporti personali più stretti con Erdogan, Ankara spera in una relazione migliore.

Trump ed Erdogan - entrambi considerati dai loro critici interni sempre più autoritari - hanno avuto una relazione altalenante durante il primo mandato del presidente repubblicano. Ma dal ritorno di Trump alla Casa Bianca, i loro interessi si sono allineati sulla Siria - la principale fonte di tensioni bilaterali in passato - dove Stati Uniti e Turchia sostengono ora con forza il governo centrale. Rimangono però fortemente in disaccordo sulla guerra a Gaza di Israele, che Ankara definisce un genocidio.

15:06
15:06
«Madre e figli morti a Gaza City per i ritardi dell'IDF»

I media di Gaza, rilanciati dai portali ebraici come il Times of Israel, riferiscono che Radah Rabah, residente a Gaza City, è morta dopo essere rimasta intrappolata sotto le macerie della sua casa nel quartiere di Tel al-Hawa, nella parte orientale della città, insieme ai suoi due figli e al fratello.

Secondo quanto riportato, Rabah ha chiamato più volte amici e familiari lunedì pomeriggio, dicendo loro che lei e la sua famiglia erano rimasti intrappolati in casa dopo un attacco aereo.

Secondo quanto ricostruito dai media, le squadre di soccorso hanno ricevuto l'autorizzazione dall'Idf solo due giorni dopo, ieri sera, per arrivare sul posto e tentare di salvare le vittime. In seguito, hanno annunciato di non essere riusciti a localizzare nessuno sul luogo gravemente distrutto.

Rispondendo alle accuse, l'Idf ha dichiarato che «secondo la posizione e gli orari forniti, non risulta che sia avvenuto alcun attacco nella zona». «Durante la notte, è pervenuta una richiesta da parte di organizzazioni umanitarie internazionali per coordinare l'evacuazione del quartiere; nelle ultime ore, il coordinamento è stato approvato e viene eseguito per evacuare le persone dalla zona», ha sottolineato.

«Sottolineiamo che l'area è una zona di combattimento attiva, dove si stanno svolgendo intense attività operative contro terroristi e obiettivi terroristici. Pertanto, tutte le richieste di coordinamento sono approvate in base alla situazione operativa nell'area», afferma l'esercito.

14:52
14:52
«Israele faccia entrare i reporter a Gaza»

La BBC e le tre maggiori agenzie di stampa internazionali, AFP, AP e Reuters, hanno diffuso un video che chiede a Israele di consentire l'ingresso a Gaza dei giornalisti stranieri.

Nel filmato si sente la voce del veterano anchorman dell'emittente pubblica britannica David Dimbleby che lancia un nuovo appello alle autorità dello Stato ebraico: «I giornalisti internazionali devono essere autorizzati ora a entrare a Gaza per condividere il peso del lavoro con i giornalisti palestinesi presenti, in modo da riportare i fatti al mondo».

Si afferma inoltre come la presenza dei giornalisti sia stata determinante per documentare i grandi eventi e le tragedie della storia recente, dalla Seconda guerra mondiale a quella del Vietnam, alla carestia in Etiopia del 1984, alle proteste di piazza Tienanmen in Cina, fino al genocidio ruandese, alla crisi dei rifugiati siriani e al conflitto in Ucraina.

Il filmato è stato presentato ieri sera a New York in un evento organizzato dal Committee to Protect Journalists.

14:43
14:43
L'annuncio della Global Samud Flotilla: «Israele potrebbe attaccare in 48 ore»

La Global Samud Flotilla annuncia su Telegram una «conferenza stampa di emergenza» per allertare la comunità internazionale in merito a «informazioni credibili di intelligence che indicano che è probabile che Israele intensifichi gli attacchi violenti contro la flottiglia entro le prossime 48 ore, utilizzando potenzialmente armi che potrebbero affondare, ferire e/o uccidere i partecipanti».

Nella conferenza stampa saranno informati «i giornalisti su queste minacce, presenteranno gli ultimi aggiornamenti situazionali della flottiglia in mare e chiederanno urgentemente che i governi e gli organismi internazionali intervengano e garantiscano il passaggio sicuro della flottiglia». La conferenza stampa, su zoom, è convocata per le 15 ora italiana.

14:43
14:43
La nave Furor è pronta a salpare in appoggio alla Flotilla

Il pattugliatore di altura della Marina spagnola «Furor» si prepara a salpare dal porto di Cartagena, nella regione meridionale di Murcia, per prestare appoggio alla quarantina di imbarcazioni che fanno parte della Global Sumar Flotilla, con a bordo equipaggi di 45 paesi, tra cui la Svizzera, diretta a Gaza per portare aiuti umanitari, fra cui numerosi spagnoli. Lo confermano fonti della Marina, citate dall'agenzia Europa Press.

La missione era stata annunciata ieri sera dal premier Pedro Sanchez, con l'invio della nave militare e «tutti i mezzi essenziali, se fosse necessario assistere la Flotilla e realizzare operazioni di soccorso».

Le fonti segnalano che si stanno realizzando lavori di approvvigionamento e al carico di combustibile a bordo della nave, che ha un equipaggio di una sessantina di persone, inclusi sanitari, e ha capacità per operare i diversi scenari in situazioni convenzionali di vigilanza marittima, ma anche in missioni umanitarie, di mantenimento della pace, operazioni antidroga e di controllo del traffico illegale di persone.

Fonti della difesa hanno segnalato che «Furor» si raccorderà con la «Fasan» inviata dal governo italiano in supporto dei connazionali che partecipano alla spedizione umanitaria.

14:29
14:29
La delegazione italiana della Flotilla, rifiuta la mediazione di Cipro

La delegazione italiana del Global Mouvement to Gaza, a nome del comitato direttivo della Global Sumud Flotilla comunica alle «autorità italiane di non accettare la proposta ricevuta ieri su una possibile deviazione degli aiuti in direzione Cipro, per poi farli arrivare a Gaza con il coinvolgimento del patriarcato latino di Gerusalemme».

«La nostra missione - sottolineano - rimane fedele al suo obiettivo originario di rompere l'assedio illegale e consegnare gli aiuti umanitari alla popolazione assediata di Gaza, vittima di genocidio e pulizia etnica. Qualsiasi attacco o ostruzione alla missione costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale».

«Qualsiasi attacco o ostruzione alla missione costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale e un atto di sfida all'ordinanza provvisoria della Corte internazionale di giustizia che impone a Israele di facilitare gli aiuti umanitari verso Gaza» sottolineano dalla Flotilla.

«Continuiamo a chiedere al Governo una risposta netta, severa e seria, in linea con il diritto internazionale - viene sottolineato -. Oggi gli attacchi israeliani a Gaza hanno già ucciso un totale di 30 persone. Il recente bombardamento di una abitazione familiare ha ucciso 11 persone tra cui anche bambini. Questa cifra è destinata a salire a fronte delle ultime incursioni dell'esercito israeliano in corso nel campo profughi centrale di Bureij e nel quartiere di Tal al-Hawa, a Gaza City. Dal 7 ottobre 2023 Israele ha ucciso almeno 65'419 persone e ne ha ferite 167'160. Si ritiene che migliaia di altre siano sepolte sotto le macerie».

Intanto la Global Samud Flotilla annuncia su Telegram una «conferenza stampa di emergenza», alle 15.00 ora svizzera su Zoom, per allertare la comunità internazionale in merito a «informazioni credibili di intelligence che indicano che è probabile che Israele intensifichi gli attacchi violenti contro la flottiglia entro le prossime 48 ore, utilizzando potenzialmente armi che potrebbero affondare, ferire e/o uccidere i partecipanti».

14:14
14:14
Israele vuole limitare i movimenti dei leader dell'Autorità nazionale palestinese

Israele sta valutando restrizioni alla circolazione dei massimi funzionari dell'Autorità nazionale palestinese (ANP) in risposta alla recente ondata di riconoscimenti internazionali dello Stato palestinese. La notizia, pubblicata dal Israeli Army Radio è riportata dall'agenzia di stampa turca Anadolu.

Alti funzionari della sicurezza avrebbero consigliato al governo di Benyamin Netanyahu di imporre sanzioni personali ai leader dell'ANP, tra cui il presidente Abu Mazen, il suo vice Hussein al-Sheikh e altre figure di spicco. Le misure in discussione limiterebbero la loro libertà di movimento in Cisgiordania e al ponte Allenby/Re Hussein, che attraversa la Giordania.

Attualmente, gli alti funzionari ANP viaggiano liberamente in convogli protetti dal servizio di sicurezza Shin Bet. Le misure proposte li confinerebbero in gran parte a Ramallah o ne limiterebbero drasticamente la mobilità nel territorio.

L'emittente ha anche osservato che l'apparato di difesa israeliano sta valutando misure economiche che potrebbero influire sugli interessi finanziari e sulle reti commerciali dei leader dell'ANP.

La notizia arriva nel giorno in cui Abu Mazen si prepara a parlare all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, in un videocollegamento, visto che gli USA gli hanno negato il visto d'ingresso.

13:44
13:44
«Uccisi almeno 30 palestinesi dall'alba»

Dall'alba, almeno 30 palestinesi sono stati uccisi negli attacchi militari israeliani nella zona centrale e meridionale della Striscia di Gaza. Lo scrive al-Jazeera. Tra gli 11 morti ad az-Zawayda, dopo la distruzione della loro casa di famiglia, ci sono anche dei bambini.

13:11
13:11
Auto esplode a Tel Aviv, diversi feriti

L'emittente tv israeliana Channel 12 ha riferito che un'auto è esplosa a Tel Aviv, causando feriti. La causa della deflagrazione non è stata immediatamente chiara e la tv non ha fornito ulteriori dettagli.

La polizia e i vigili del fuoco sono in La Guardia Street, nel quartiere Yad Eliyahu della città.

L'esplosione ha ferito un uomo di 46 anni. I paramedici, scrive il «Times of Israel», lo hanno trovato pienamente cosciente con lievi ferite. È stato trasportato all'ospedale Ichilov di Tel Aviv per ulteriori cure, ha dichiarato il Magen David Adom.

09:04
09:04
«Almeno 18 morti negli attacchi israeliani»

Diversi palestinesi sono stati uccisi e altri feriti in attacchi israeliani dalle prime ore di questa mattina nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. Lo riporta l'agenzia palestinese Wafa.

Ad Al-Zawaida, nella Striscia di Gaza centrale, un attacco ha causato 11 morti e decine di feriti. A Khan Yunis, 4 palestinesi sono stati uccisi e altri feriti in un raid aereo. Un altro civile è stato ucciso a Bani Suhaila.

Inoltre, secondo fonti locali citate dalla Wafa, 2 palestinesi sono stati uccisi all'alba dopo che le forze israeliane hanno fatto irruzione nella città di Tammun, nel nord della Cisgiordania.

06:23
06:23
Il punto alle 6:00

«All'Assemblea generale delle Nazioni Unite dirò la nostra verità: la verità sui cittadini di Israele, la verità sui nostri soldati e la verità sul nostro Paese. Denuncerò quei leader che, invece di attaccare gli assassini, gli stupratori e i massacratori di bambini, vogliono dare loro uno Stato nel cuore della Terra d'Israele. Questo non accadrà». Lo ha detto - come riporta il Times of Israel - il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla pista dell'aeroporto Ben Gurion, prima di salire sul suo aereo per New York. «A Washington incontrerò per la quarta volta il presidente Trump - ha aggiunto Netanyahu - e discuterò con lui delle grandi opportunità che le nostre vittorie hanno portato, e anche della nostra necessità di completare gli obiettivi della guerra: restituire tutti i nostri ostaggi, sconfiggere Hamas ed espandere il cerchio di pace che si è aperto in seguito alla storica vittoria nell'operazione 'Rising Lion' (contro l'Iran) e ad altre vittorie che abbiamo ottenuto».

L'intervento di Giorgia Meloni

«Riteniamo che Israele non abbia il diritto di impedire che domani nasca uno Stato palestinese, né di costruire nuovi insediamenti in Cisgiordania al fine di impedirlo. Per questo abbiamo sottoscritto la Dichiarazione di New York sulla soluzione dei due Stati. È la storica posizione dell'Italia sulla questione palestinese, una posizione che non è mai cambiata»: lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel suo intervento all'assemblea generale dell'Onu, ribadendo che però che «il riconoscimento della Palestina debba avere due precondizioni irrinunciabili», il rilascio di tutti gli ostaggi e l'esclusione di Hamas da ruoli di governo.

«Israele deve uscire dalla trappola di questa guerra. Lo deve fare per la storia del popolo ebraico, per la sua democrazia, per gli innocenti, per i valori universali del mondo libero di cui fa parte. E per chiudere una guerra servono soluzioni concrete. Perché la pace non si costruisce solo con gli appelli, o con proclami ideologici accolti da chi la pace non la vuole. La pace si costruisce con pazienza, con coraggio, con ragionevolezza», ha aggiunto Giorgia Meloni. 

E ancora: «La reazione deve rispettare il principio di proporzionalità e Israele ha superato quel limite e su questo limite ha finito con l'infrangere norme umanitarie causando una strage tra civili. Una scelta che l'Italia ha definito inaccettabile e che porterà al nostro voto favorevole su alcune delle sanzioni proposte dall'UE nei confronti di Israele». Nel suo intervento all'assemblea generale dell'Onu Giorgia Meloni ha anche citato le parole del defunto Papa Francesco sulla «terza guerra mondiale combattuta a pezzi», ricordando tra i conflitti più allarmanti quelli in Ucraina e a Gaza.