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Durante l'intervento del premier israeliano, il presidente dell'Assemblea generale ha dovuto richiamare all'ordine la sala più volte, mentre alcune delegazioni sono uscite in segno di protesta - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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20:54
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Medici Senza Frontiere sospende attività a Gaza City
Medici Senza Frontiere è costretta a sospendere le attività mediche a Gaza City a causa dell'incessante offensiva israeliana e del rapido deterioramento della situazione di sicurezza tra continui attacchi aerei e l'avanzata dei carri armati.
«Non abbiamo avuto altra scelta che interrompere le nostre attività, poiché le nostre cliniche sono circondate dalle forze israeliane. È l'ultima cosa che avremmo voluto, poiché i bisogni a Gaza City sono enormi e le persone più vulnerabili non possono muoversi, sono in grave pericolo», dice Jacob Granger, coordinatore delle emergenze.
L'intensificarsi degli attacchi delle forze israeliane ha creato un livello di rischio inaccettabile per il personale, afferma Msf.
A Gaza City ci sono ancora centinaia di migliaia di persone che non possono lasciare la città e non hanno altra scelta se non restare. Chi ha la possibilità di andarsene, si trova comunque davanti a una decisione insostenibile: rimanere a Gaza City nonostante le intense operazioni militari e l'intensificarsi degli ordini di evacuazione, oppure abbandonare ciò che resta delle proprie case, dei propri beni e dei ricordi personali, per spostarsi verso aree in cui le condizioni umanitarie stanno rapidamente collassando' denuncia l'organizzazione.
Gli ospedali parzialmente funzionanti in tutta la Striscia sono allo stremo, - aggiunge Granger - a causa della grave mancanza di personale, forniture e carburante, mentre i pazienti affrontano ostacoli immensi per raggiungere le strutture sanitarie, arrivando spesso troppo tardi e in condizioni critiche.
20:20
20:20
Proteste e arresti per Netanyahu a New York
Decine di manifestanti sono stati arrestati oggi di prima mattina fuori dal Loews Regency, l'albergo su Park Avenue dove è arrivato ieri il premier israeliano Benyamin Netanyhau per tenere il suo discorso all'Onu.
La manifestazione, cominciata dopo la mezzanotte, era tesa apparentemente a disturbare il sonno del primo ministro e del suo entourage. I partecipanti sventolavano bandiere palestinesi e cartelli con la parola «genocidio», altri gridavano slogan all'insegna del «killer di bambini» e della «Palestina libera».
Migliaia di persone hanno poi protestato contro il discorso nelle strade di New York, compreso un grande raduno a Times Square, nel centro della città. La folla ha risposto con un applauso quando è circolata la notizia che numerose delegazioni all'Onu avevano oggi disertato il discorso dell'israeliano in Assemblea Generale.
La polizia ha detto che duemila persone erano ancora in strada quando il corteo, verso le 10:15, ha cominciato a puntare verso il Palazzo di Vetro ma a quel punto il leader israeliano aveva già finito di parlare. I manifestanti hanno riempito la 42esima strada, poi hanno virato a nord costringendo la polizia a chiudere parecchi isolati di Sixth Avenue.
17:51
17:51
Hamas: «Il boicottaggio del discorso di Netanyahu all'Onu mostra isolamento Israele
«Il boicottaggio del discorso di Netanyahu illustra l'isolamento di Israele e le conseguenze della sua guerra di sterminio» nella Striscia di Gaza: lo ha dichiarato il portavoce di Hamas, Taher al-Nounou, commentando l'uscita dall'aula di diverse delegazioni durante il discorso del premier israeliano all'Assemblea Generale dell'ONU.
17:31
17:31
«Con il piano ad interim la popolazione di Gaza non sarà trasferita»
Il piano a cui sta lavorando l'amministrazione Trump per la gestione transitoria della Striscia di Gaza dopo la fine del conflitto tra Israele e Hamas, basato sulla creazione dell'organismo chiamato 'Gaza International Transitional Autority' (Gita) sotto la guida dell'ex premier laburista britannico Tony Blair, non prevede un trasferimento della popolazione palestinese dal territorio in cui vive.
È quanto si legge sui media del Regno Unito, secondo cui in questo la proposta si differenzia dallo scenario evocato dal presidente americano con la criticatissima idea della «Riviera del Medio Oriente».
In precedenza si era infatti parlato, nell'ambito dell'attività di consulenza fornita da Blair e dalla sua fondazione alla Casa Bianca, del progetto «Great Trust»: in quel caso veniva prevista la possibilità di pagare mezzo milione di palestinesi per lasciare l'area e attrarre investitori privati per la ricostruzione di Gaza al fine di trasformarla in un hub commerciale e una meta turistica.
Secondo il Guardian, in base al nuovo piano, Blair all'interno dell'autorità transitoria guiderebbe un consiglio composto da sette a dieci membri, con «almeno un rappresentante palestinese qualificato (potenzialmente proveniente dal settore imprenditoriale o della sicurezza)», un alto funzionario delle Nazioni Unite, importanti personalità internazionali con esperienza dirigenziale o finanziaria e una «forte rappresentanza di membri musulmani».
17:30
17:30
Uccisa un'operatrice umanitaria con due figli piccoli a Gaza
Gli attacchi indiscriminati israeliani a Gaza continuano a mietere vittime tra gli operatori umanitari. Una psicologa di 27 anni che lavorava per Juzoor for Health and Community Development, organizzazione partner di Oxfam, è stata uccisa assieme ai suoi 2 figli, Sham di 5 anni e Suleiman di 3.
«Siamo sconvolti per quanto successo - spiega Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia - quando è stata uccisa Tasneem era incinta, dopo aver già perso l'anno scorso un altro figlio, Muslam.
Nell'attacco è rimasto ferito anche suo marito». È accaduto il 20 settembre, ma Oxfam ha diffuso solo oggi la notizia.
Tasneem, questo il nome della donna uccisa, «era una persona coraggiosa, che non si tirava mai indietro nell'aiutare gli altri - afferma Umiayeh Khammash, direttore di Juzoor. Nonostante il costante pericolo ha continuato il suo lavoro fino alla fine. La sua morte, insieme a quella dei suoi figli, è una tragedia straziante. Si continuano a uccidere coloro che cercano di aiutare. È incomprensibile e deve finire. Quando è troppo è troppo».
Nel frattempo tre attacchi israeliani hanno colpito tra lunedì e mercoledì strutture sanitarie lasciando intere comunità senza assistenza medica. Negli ultimi tre giorni i bombardamenti israeliani hanno distrutto anche le sedi di altri due partner di Oxfam a Gaza.
Lunedì - riferisce Oxfam - sono stati distrutti una clinica della Palestinian Medical Relief Society (PMRS) e gli uffici di Al Ataa, associazione di donne che lavora per l'emancipazione e la protezione dei gruppi più vulnerabili. Mercoledì, un altro attacco ha colpito la sede amministrativa e il principale centro medico della Pmrs, portando a dieci il numero totale dei centri dell'organizzazione andati distrutti: nove nel nord di Gaza e uno a Khan Younis, nel sud della Striscia.
«Siamo sopraffatti dal dolore, dalla tristezza e da un profondo senso di ingiustizia - ha dichiarato il dottor Bassam Zaquot, responsabile della PMRS nella Striscia di Gaza. In un solo istante, il lavoro cruciale svolto dai nostri medici e operatori umanitari è stato distrutto, le nostre strutture sono state completamente spazzate via. In questa situazione siamo costretti a sospendere il lavoro delle nostre équipe mediche mobili a Gaza per garantirne l'incolumità». «L'attacco sistematico agli operatori umanitari deve finire, la comunità internazionale intervenga al più presto», ha aggiunto.
16:37
16:37
Jennifer Lawrence: «Quanto accade a Gaza è genocidio»
«Sono atterrita. Quanto sta accadendo» a Gaza «non è meno di un genocidio ed è terribile». Lo ha detto l'attrice statunitense, Jennifer Lawrence, in conferenza stampa al Festival del Cinema di San Sebastian, dove questa sera raccoglierà il premio Donostia alla carriera.
Nel rispondere alla domanda se sia preoccupata per il futuro dei suoi figli per la situazione a Gaza e in altre parti del mondo, Lawrence - ripresa dai media iberici, fra cui Efe - ha replicato: «Quanto accade in Palestina è un genocidio e mi mortifica». «Magari potessi fare qualcosa per risolvere questa orribile situazione, complessa e difficile, che mi rompe il cuore».
L'attrice di 35 anni, premio Oscar nel 2021 per 'Il lato buono delle cose' e protagonista e produttrice del film 'Die my love', di Lynne Ramsay, presentato all'ultimo festival di Cannes, in merito agli attacchi alla libertà di espressione negli Stati Uniti ha detto che la «intristisce la mancanza di rispetto nel discorso della politica statunitense in questo momento».
«Voglio che la gente rifletta quando dovrà votare». ha aggiunto l'attrice.
16:17
16:17
«L'IDF ha preso il controllo dei telefoni dei residenti a Gaza e degli attivisti di Hamas»
Benjamin Netanyahu, nel suo intervento all'ONU, ha annunciato che l'IDF ha preso il controllo dei telefoni dei residenti di Gaza e degli attivisti di Hamas e che il suo discorso viene ora trasmesso in diretta tramite quei dispositivi. Lo rende noto l'ufficio del primo ministro israeliano.
Il primo ministro - si aggiunge - si rivolge ai residenti di Gaza e chiarisce che la guerra può terminare immediatamente con la restituzione di tutti gli ostaggi, lo smantellamento militare di Hamas e la smilitarizzazione della Striscia. «Chi lo farà vivrà, chi non lo farà, sarà perseguitato», ha avvertito.
16:14
16:14
Sanchez: «È necessario che alcuni Paesi arabi riconoscano Israele»
«Per raggiungere una coesistenza pacifica e sicura» in Medio Oriente, è necessario che «anche alcuni Paesi del mondo arabo riconoscano lo Stato di Israele». Lo ha detto il premier spagnolo, Pedro Sanchez, in un'intervista ad 'Abc News', in cui ha nuovamente chiesto la liberazione «immediata» degli ostaggi israeliani da parte di Hamas e alle autorità israeliane di consentire l'entrata degli aiuti umanitari a Gaza.
Nel rispondere alla domanda se vede più vicina la fine del massacro sulla Striscia, dopo la settimana di alto livello alle Nazioni Unite, Sanchez ha replicato: «Ancora no». Seppure si è detto convinto che il riconoscimento dello Stato Palestinese «da parte di una grande maggioranza di Paesi», è «un traguardo molto importante» e «chiave» a fronte dell'offensiva israeliana e in funzione della soluzione dei due Stati.
«Resta molto da fare, ma credo che abbiamo ottenuto un traguardo importante», ha ribadito il premier socialista nell'intervista, concessa durante la sessioni dell'80/a Assemblea generale delle Nazioni Unite. E ha negato che il riconoscimento dello Stato di Palestina equivalga «a una ricompensa ad Hamas», come sostenuto dalle autorità israeliane.
«Al contrario», ha sottolineato, ricordando che il presidente dell'Autorità Palestinese, Mahmud Abbas, ha chiesto al governo israeliano «di fermare la guerra e aprire un processo politico per ottenere la pace e la sicurezza di cui hanno bisogno il popolo israeliano e, ovviamente, i cittadini palestinesi».
«Credo che quando si afferma che questo sia una ricompensa per Hamas, gli si sta riconoscendo un'influenza che non ha», ha anche detto il premier spagnolo. «Riconoscere la condizione di Stato della Palestina sta rafforzando i moderati nella società palestinese», ha aggiunto.
15:47
15:47
Netanyahu: «Vogliamo finire il lavoro a Gaza al più presto»
«Vogliamo finire il lavoro a Gaza il più velocemente possibile»: lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu intervenendo all'assemblea generale dell''Onu e ricordando che gli ultimi militanti di Hamas sono rimasti a Gaza city.
Rivolgendosi direttamente ad Hamas riguardo gli ostaggi ancora detenuti a Gaza, Netanyahu e ricordando di aver fatto mettere degli schermi nella Striscia, Netanyahu ha detto: «Liberate gli ostaggi, e deponete le armi. Se lo farete vivrete, se non lo farete Israele vi darà la caccia».
Il premier israeliano ha quindi ringraziato Donald Trump per le sue azioni audaci e decise contro l'Iran. «Abbiamo promesso che l'Iran non avrebbe avuto la bomba nucleare e abbiamo avuto successo. Ma dobbiamo rimanere vigili», ha detto.
«Molti leader che condannano pubblicamente Israele ci ringraziano a porte chiuse» , ha inoltre affermato Benjamin Netanyahu. nel suo intervento all'Onu. il premier israeliano indossa una giacca su cui è attaccato un Qr code che indirizza al «sito web sulle atrocità» con la documentazione sull'attacco di Hamas del 7 ottobre.
Netanyahu ha detto che «gli ultimi componenti di Hamas sono a Gaza City e hanno giurato di ripetere le atrocità del 7 ottobre ancora e ancora, a prescindere da quanto le loro forze siano state danneggiate». Quindi, «è per questo che Israele deve finire il lavoro e farlo il più rapidamente possibile. Molti nel mondo non ricordano il 7 ottobre, ma noi ricordiamo. Israele ricorda».
Netanyahu ha mostrato «una grande spilla» invitando a «prendere i cellulari e inquadrare il Qr: vedrete perché combattiamo e perché dobbiamo vincere». «Il 7 ottobre Hamas ha condotto l'attacco peggiore contro gli ebrei dall'Olocausto, hanno decapitato uomini, stuprato donne, bruciato bambini vivi, questi mostri hanno preso in ostaggio 200 persone», ha detto.
Ieri l'ufficio di Netanyahu aveva avviato una campagna informativa senza precedenti a New York, attraverso decine di enormi cartelloni pubblicitari e decine di camion attorno al Palazzo di Vetro e a Times Square. Sui cartelloni e sui camion appare, in lingua inglese, la scritta «Remember October 7th», e viene anche mostrato lo stesso codice QR, la cui scansione rimanda a un sito web (accessibile solo fuori da Israele) che presenta le atrocità del 7 ottobre.
15:26
15:26
Netanyahu all'ONU tra fischi, proteste e applausi
Fischi e applausi per il premier Benjamin Netanyahu prima del suo intervento all'assemblea generale dell'Onu. Il presidente dell'assemblea ha dovuto richiamare all'ordine la sala più volte, mentre alcune delegazioni uscivano in segno di protesta.
«L'anno scorso da questo podio ho mostrato questa mappa del terrore dell'Iran che sta rapidamente sviluppando un programma nucleare e di missili balistici. Questi non solo rischiano di distruggere Israele ma mettono in pericolo gli Usa», ha detto il premier israeliano all'inizio del suo discorso. Netanyahu ha quindi ricordato i successi di Israele contro l'Iran, gli Houthi in Yemen, in Siria e contro i leader di Hamas a Gaza.
15:06
15:06
«Numerose imprese occidentali coinvolte in attività negli insediamenti israeliani illegali»
Un totale di 158 imprese provenienti da 11 Paesi sono coinvolte in determinate attività negli insediamenti israeliani illegali nei territori palestinesi occupati, secondo un rapporto aggiornato e reso noto oggi a Ginevra dalle Nazioni Unite.
La maggior parte delle aziende elencate hanno sede in Israele, mentre altre in Canada, Cina, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti d'America, precisa un comunicato dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani.
Il rapporto identifica le imprese coinvolte in attività specifiche tra cui la fornitura di attrezzature e materiali che facilitano la costruzione e la manutenzione di insediamenti illegali, la demolizione di case e proprietà palestinesi, le attività di sorveglianza, l'uso di risorse naturali per scopi commerciali e l'inquinamento e lo scarico di rifiuti nei villaggi palestinesi, si legge nel comunicato. Le aziende interessate dall'aggiornamento del 2025 si concentrano principalmente su attività commerciali legate all'edilizia, al settore immobiliare, all'estrazione mineraria e alle cave.
Il rapporto dell'Onu invita le aziende ad «adottare misure appropriate per affrontare gli impatti negativi sui diritti umani» delle loro attività e a «provvedere o cooperare alla loro riparazione attraverso processi appropriati».
Commissionato dal Consiglio Onu per i Diritti Umani, lo studio aggiorna i precedenti rapporti in materia resi noti nel 2020 e nel 2023. Rispetto al 2023, un totale di 68 nuove aziende sono state aggiunte all'elenco, mentre sette sono state rimosse perché non più coinvolte nelle attività in questione.
14:02
14:02
«Oggi almeno 29 palestinesi sono stati uccisi»
Almeno 29 palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano a Gaza dall'alba, secondo quanto riferito ad al-Jazeera da fonti ospedaliere. Undici delle vittime, tra cui due bambini, sono stati uccisi a un sito di distribuzione degli aiuti umanitari nel centro di Gaza, mentre almeno altri due sono rimasti uccisi quando le forze israeliane hanno colpito senza preavviso una casa nel quartiere Remal di Gaza City.
13:12
13:12
Netanyahu chiede all'IDF di trasmettere a Gaza il suo discorso
L'ufficio del premier israeliano Benyamin Netanyahu ha chiesto all'IDF di installare altoparlanti in vari punti di Gaza, in modo che i residenti della Striscia possano ascoltare il suo discorso all'ONU, previsto per oggi.
Lo riporta Channel 12 citando fonti dell'esercito che osservano come l'iniziativa potrebbe rappresentare un rischio operativo per i combattenti che saranno costretti ad abbandonare le difese e le aree in cui si trovano per poter installare gli altoparlanti.
La direttiva infatti potrebbe indurre i combattenti a abbandonare le posizioni difensive in cui si trovano, il che - per le fonti - potrebbe metterli a rischio.
13:12
13:12
Il dirigente di Hamas alla CNN: «Il 7 ottobre ha cambiato la storia»
Sopravvissuto all'attacco aereo israeliano a Doha, in Qatar, il dirigente di Hamas Ghazi Hamad ha concesso una lunga intervista alla CNN nella quale difende l'attacco del 7 ottobre e parla dell'attuale momento come di «un'occasione d'oro di cambiare la storia», un momento «atteso per 77 anni» da cui Hamas non intende smarcarsi promettendo di non arrendersi.
Un cambiamento, sottolinea, rappresentato dalla crescente condanna internazionale dell'offensiva israeliana a Gaza e dall'ondata di Paesi che hanno riconosciuto lo Stato palestinese.
«Sapete qual è il vantaggio del 7 ottobre, ora? ... Se guardate all'Assemblea Generale (delle Nazioni Unite) di ieri, quando circa 194 persone hanno aperto gli occhi e hanno visto le atrocità, la brutalità di Israele e tutti loro hanno condannato Israele», ha detto, «penso che questo sia un momento d'oro per il mondo per cambiare la storia», ha aggiunto.
Le sue dichiarazioni giungono mentre il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas ha condannato l'attacco del 7 ottobre in un discorso alle Nazioni Unite - affermando che Hamas non avrebbe avuto alcun ruolo da svolgere in uno Stato palestinese - e alla vigilia dell'intervento del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu all'assemblea.
«Il braccio armato di Hamas è un'arma legittima e legale che viene usata costantemente contro un'occupazione», ha affermato. Se venisse istituito uno Stato palestinese, ha aggiunto, le armi di Hamas verrebbero affidate all'esercito palestinese. «Ma non si può escludere Hamas dalle questioni palestinesi, perché Hamas sta svolgendo un ruolo positivo», ha concluso, ribadendo: «Non ci arrenderemo mai».
12:26
12:26
Erdogan: «Ho discusso di Gaza con Trump, è d'accordo su una tregua»
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato di avere discusso con l'omologo americano Donald Trump del «disastro umanitario a Gaza», durante il loro incontro di ieri alla Casa Bianca, e che entrambi sono d'accordo sul fatto che sia necessario fermare lo spargimento di sangue.
Secondo quanto riferisce Anadolu, Erdogan ha dichiarato di avere spiegato «come raggiungere prima il cessate il fuoco a Gaza e in tutta la Palestina e poi procedere verso una pace duratura», aggiungendo che «c'era una comprensione condivisa». Il leader turco ha aggiunto che «la soluzione dei due Stati è la formula per una pace duratura (tra Israele e Palestina), la situazione attuale è insostenibile» e che «anche Trump è consapevole che le cose non possono continuare così», parlando con i giornalisti di ritorno in Turchia dagli Stati Uniti.
«All'Assemblea generale delle Nazioni Unite, abbiamo visto ancora una volta che Israele ha iniziato a isolarsi da solo con la sua oppressione e i crimini contro l'umanità che ha commesso», ha detto Erdogan, rinnovando l'appello internazionale per il riconoscimento dello Stato palestinese.
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha definito «sincero, costruttivo e produttivo» il colloquio avuto ieri alla Casa Bianca con l'omologo americano Donald Trump, sottolineando che il loro rapporto «è stato molto buono fin dal passato». Secondo quanto riferisce Anadolu, il leader turco ha affermato che è stato accolto «molto bene» alla Casa Bianca, parlando di «una visita meravigliosa che non può essere macchiata da alcuna calunnia».
Intervistato dai giornalisti, di ritorno in Turchia da Washington, Erdogan ha affermato che «il volume degli scambi commerciali tra Turchia e Stati Uniti e il loro potenziale sono chiari. Abbiamo un obiettivo commerciale di 100 miliardi di dollari. Come leader, abbiamo la volontà politica di attivarlo».
Durante l'incontro alla Casa Bianca, Turchia e Stati Uniti hanno siglato un memorandum d'intesa per la cooperazione a livello nucleare mentre la compagnia aerea di bandiera turca Turkish Airlines ha annunciato che acquisterà 225 aerei dall'azienda americana Boeing.
11:57
11:57
Israele all'Eurovision: l'EBU voterà a inizio novembre
I membri dell'Unione Europea di Radiodiffusione (EBU) si riuniranno a inizio novembre per votare sulla partecipazione di Israele all'Eurovision Song Contest, a seguito delle richieste di boicottaggio da parte di vari Paesi europei. Lo ha annunciato l'organizzazione.
«Una lettera è stata inviata ai direttori generali di tutti i nostri membri per informarli che una votazione sulla partecipazione all'ESC 2026 si terrà in una riunione straordinaria che si terrà online a inizio novembre», ha dichiarato l'EBU all'agenzia AFP.
10:52
10:52
«Colpiti oltre 140 obiettivi in tutta la Striscia di Gaza»
Prosegue l'offensiva di Israele in tutta la Striscia di Gaza, e in particolare a Gaza City, dove le Forze di difesa israeliane «continuano a operare contro le organizzazioni terroristiche», secondo informazioni di intelligence dell'IDF e dello Shin Bet.
Nell'ultimo giorno inoltre raid aerei hanno colpito oltre 140 obiettivi in tutta la Striscia di Gaza, tra cui terroristi, tunnel, infrastrutture militari e ulteriori infrastrutture terroristiche.
«Nell'ambito delle attività dell'IDF nell'area di Gaza City, le truppe israeliane hanno smantellato infrastrutture sia in superficie che sotterranee, compresi siti infrastrutturali militari e sotterranei utilizzati dai terroristi per nascondersi.
Le truppe hanno anche localizzato armi e numerosi ordigni esplosivi che erano stati collocati nell'area. Inoltre - aggiunge una nota dell'esercito israeliano - i soldati hanno identificato un terrorista che trasportava un oggetto trappola nelle vicinanze e hanno diretto un attacco aereo. A seguito dell'attacco, sono state osservate esplosioni secondarie, a testimonianza della presenza di materiale esplosivo».
10:44
10:44
Israele colpisce un sito di Hezbollah in Libano
Le Forze di difesa israeliane hanno fatto sapere di avere colpito un sito di Hezbollah in Libano, utilizzato per la produzione di missili di precisione, e precisamente nella zona della Beqaa.
«L'esistenza del sito colpito ha costituito una violazione dell'intesa tra Israele e Libano», afferma l'IDF in una nota, aggiungendo che «le IDF continueranno a operare per rimuovere qualsiasi minaccia allo Stato di Israele».
09:38
09:38
Approvata la nomina del generale David Zini a capo dello Shin Bet
La nomina del generale David Zini a capo dello Shin Bet (il servizio di sicurezza interna), proposta dal premier Benyamin Netanyahu, è stata approvata dalla Commissione per le nomine degli alti funzionari pubblici. Lo ha annunciato l'ufficio del primo ministro israeliano.
La decisione presa a maggio da Netanyahu di nominare il generale Zini a tale incarico era stata inizialmente ritenuta «illegale» dalla procuratrice generale Gali Baharav-Miara, ma la commissione ha deciso diversamente e approvato la nomina annunciata dal governo, dopo il licenziamento di Ronen Bar entrato in conflitto con il premier.
09:34
09:34
Il punto alle 9
La nave di azione marittima «Furor» della Marina spagnola è salpata all'alba di oggi dal porto di Cartagena (Murcia) verso il Mediterraneo orientale per «assistere» e fornire protezione, in caso di aggressione, alla Global Sumud Flotilla carica di aiuti umanitari diretti a Gaza, che include imbarcazioni di 44 Paesi, fra cui Italia, Spagna, Grecia e Tunisia.
Fonti militari chiariscono che la missione del «Furor» è esclusivamente di salvataggio e soccorso e non di scorta militare. La nave, di conseguenza, non ha l'autorità di respingere alcun attacco delle forze di difesa israeliana contro le imbarcazioni civili. Il suo ruolo è limitato all'assistenza in caso di necessità, mantenendo una distanza di sicurezza (12-14 miglia) per una funzione di pura deterrenza.
Le recenti aggressioni contro la cinquantina di imbarcazioni della spedizione umanitaria hanno spinto i governi di Italia e Spagna a inviare navi militari per proteggere i propri connazionali in caso di bisogno. Il «Furor» assisterà anche cittadini belgi, su richiesta del governo del Belgio. Il ministro degli esteri José Manuel Albares, citato oggi dai media iberici, ha evidenziato che gli attivisti della Global Sumud Flotilla «sono persone pacifiche, con un obiettivo umanitario e non costituiscono una minaccia per nessuno, né per Israele, né per il popolo israeliani, tanto meno per la sicurezza di Israele». Albares ha ricordato che gli spagnoli a bordo hanno piena protezione diplomatica e consolare.
Il «Furor», un pattugliatore di altura specializzato in scenari a bassa intensità, equipaggiato con due cannoni e una mitragliatrice, ha a bordo, oltre all'equipaggio, una decina di fanti di marina, un team medico, uno legale e di intelligence.
Il ministero della difesa sta ultimando le regole di ingaggio, che saranno «molto limitate», per restringere qualsiasi azione offensiva e gesto che possa essere considerato ostile una volta che la nave arriverà nell'area operativa, riporta l'agenzia di stampa spagnola EFE.