Netanyahu evita di sorvolare l'Italia e la Francia: «Ha paura di essere arrestato»

Stamane, il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu è volato alla volta di New York, dove si rivolgerà all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Negli Stati Uniti, ancora, Netanyahu incontrerà Donald Trump. A fare notizia, in queste ore, è tuttavia la rotta scelta per raggiungere l'America: l'aereo governativo, denominato Wings of Zion, ha infatti deliberatamente evitato il sorvolo di Paesi come la Grecia, l'Italia e la Francia, aggiungendo qualcosa come 600 chilometri al tracciato abituale. Quello, per intenderci, usato negli ultimi sei voli verso gli Stati Uniti.

Il Boeing 767-338 ER di Netanyahu, a questo giro, è passato sopra il Mediterraneo, quindi a sud della Spagna e attraverso lo Stretto di Gibilterra. Il motivo? Facciamo un passo indietro: lo scorso novembre, la Corte penale internazionale dell'Aia (CPI) aveva emesso mandati di arresto nei confronti del primo ministro israeliano Netanyahu e del ministro della Difesa, Yoav Gallant, per crimini contro l'umanità rispetto all'offensiva israeliana a Gaza. Mai, nella storia, erano state pronunciate simili misure nei confronti di alti funzionari dello Stato ebraico. Teoricamente, ma anche in pratica, i 124 Stati membri della CPI sarebbero tenuti ad arrestare ed estradare Netanyahu e Gallant all'Aia qualora i due funzionari entrassero nei confini di uno Stato membro. Lo scorso aprile, la Corte penale aveva chiesto a Budapest come mai l'Ungheria non avesse proceduto all'arresto di Netanyahu in occasione della sua visita nel Paese europeo. In tutta risposta, il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, aveva annunciato che l'Ungheria si sarebbe ritirata dalla Corte penale internazionale.
La rotta, per quanto sorprendente, segue dunque una certa logica. Si è trattato, leggiamo ad esempio su Haaretz, di una decisione straordinaria, presa a causa del timore che un eventuale atterraggio di emergenza in uno di questi Paesi avrebbe messo il primo ministro in serio pericolo legale. Fonti israeliane, scrive al riguardo il portale AirLive, hanno spiegato: la motivazione principale che, appunto, ha spinto l'equipaggio a imboccare una rotta particolarmente «meridionale» era legata alle posizioni della Francia.