Il punto

Netanyahu evita di sorvolare l'Italia e la Francia: «Ha paura di essere arrestato»

L'equipaggio del Boeing 767-338 ER di Israele, in viaggio verso New York, ha scelto una rotta «meridionale» – Fonti israeliane spiegano che, in caso di un atterraggio di emergenza, uno Stato membro della CPI avrebbe eseguito il mandato d'arresto emesso lo scorso aprile
© Airnav Radar
Red. Online
25.09.2025 17:00

Stamane, il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu è volato alla volta di New York, dove si rivolgerà all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Negli Stati Uniti, ancora, Netanyahu incontrerà Donald Trump. A fare notizia, in queste ore, è tuttavia la rotta scelta per raggiungere l'America: l'aereo governativo, denominato Wings of Zion, ha infatti deliberatamente evitato il sorvolo di Paesi come la Grecia, l'Italia e la Francia, aggiungendo qualcosa come 600 chilometri al tracciato abituale. Quello, per intenderci, usato negli ultimi sei voli verso gli Stati Uniti. 

La rotta seguita dal volo odierno rispetto a quella seguita nelle sei precedenti occasioni. © Haaretz
La rotta seguita dal volo odierno rispetto a quella seguita nelle sei precedenti occasioni. © Haaretz

Il Boeing 767-338 ER di Netanyahu, a questo giro, è passato sopra il Mediterraneo, quindi a sud della Spagna e attraverso lo Stretto di Gibilterra. Il motivo? Facciamo un passo indietro: lo scorso novembre, la Corte penale internazionale dell'Aia (CPI) aveva emesso mandati di arresto nei confronti del primo ministro israeliano Netanyahu e del ministro della Difesa, Yoav Gallant, per crimini contro l'umanità rispetto all'offensiva israeliana a Gaza. Mai, nella storia, erano state pronunciate simili misure nei confronti di alti funzionari dello Stato ebraico. Teoricamente, ma anche in pratica, i 124 Stati membri della CPI sarebbero tenuti ad arrestare ed estradare Netanyahu e Gallant all'Aia qualora i due funzionari entrassero nei confini di uno Stato membro. Lo scorso aprile, la Corte penale aveva chiesto a Budapest come mai l'Ungheria non avesse proceduto all'arresto di Netanyahu in occasione della sua visita nel Paese europeo. In tutta risposta, il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, aveva annunciato che l'Ungheria si sarebbe ritirata dalla Corte penale internazionale.

La rotta, per quanto sorprendente, segue dunque una certa logica. Si è trattato, leggiamo ad esempio su Haaretz, di una decisione straordinaria, presa a causa del timore che un eventuale atterraggio di emergenza in uno di questi Paesi avrebbe messo il primo ministro in serio pericolo legale. Fonti israeliane, scrive al riguardo il portale AirLive, hanno spiegato: la motivazione principale che, appunto, ha spinto l'equipaggio a imboccare una rotta particolarmente «meridionale» era legata alle posizioni della Francia. 

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