Stati Uniti

No ai file Epstein, sì a quelli su Martin Luther King: così Trump «cerca un diversivo»

La Casa Bianca ha pubblicato, senza preavviso, una serie di documenti sull'icona dei diritti civili - Dalla famiglia un appello al rispetto della figura del reverendo e anche una frecciatina a Trump: «Ora fate lo stesso con i documenti riguardanti Epstein»
©Robert Yoon
Red. Online
22.07.2025 09:00

No ai file Epstein, sì a quelli relativi Martin Luther King. In un gesto che media e analisti, oltreoceano, hanno definito come un tentativo di distogliere l'attenzione dallo scottante caso dell'ex finanziere pedofilo, l'amministrazione Trump ha deciso - ore fa - di pubblicare più di 6 mila documenti riguardanti l'assassinio, nel 1968, del reverendo King: un totale di quasi un quarto di milione di pagine, pubblicati senza preavviso sul sito web degli Archivi nazionali statunitensi.

Le informazioni

Ma che cosa contengono i file pubblicati? I funzionari dell'amministrazione Trump hanno dichiarato che i documenti sull'assassinio di King includono note sulle piste seguite dagli investigatori, interviste con persone che conoscevano il suo assassino, James Earl Ray, e dettagli inediti sulle interazioni con i servizi segreti stranieri durante la caccia all'assassino. Un file audio, riporta il NYT, include parte di un colloquio delle forze dell'ordine con Jerry Ray, uno dei fratelli di James Earl Ray. 

Tuttavia, si legge sui giornali americani, molti storici hanno messo in dubbio l'utilità di quanto emerso. Poche nuove rivelazioni sulla morte del leader dei diritti civili sembrano essere contenute nel materiale finito online, nel quale spicca l'assenza delle intercettazioni dell'FBI ai danni di MLK e altri materiali che rimangono sotto sigillo fino al 2027.

L’FBI, sotto la guida di J. Edgar Hoover, condusse infatti un’estesa campagna di sorveglianza contro King – nota come COINTELPRO – nel tentativo di minarne la reputazione e sabotare il movimento per i diritti civili. Alcuni documenti precedentemente emersi contenevano anche affermazioni sulla vita privata del leader, la cui attendibilità è da tempo contestata da storici e familiari.

La presa di posizione

In una dichiarazione congiunta, i figli ancora in vita di King – Martin Luther King III e Bernice King – hanno ricordato che il padre fu «sistematicamente preso di mira da una campagna di disinformazione e sorveglianza invasiva e inquietante» orchestrata dal governo. «Chiediamo che questi file siano letti con empatia, moderazione e rispetto per il nostro dolore ancora vivo». I due fratelli continuano a sostenere che James Earl Ray non agì da solo, e forse non fu neppure il vero responsabile. Hanno ribadito che la morte del padre fu «il risultato di una cospirazione» che coinvolse «co-cospiratori non identificati, inclusi organi governativi». Nel 1999, una giuria civile a Memphis arrivò a una conclusione simile, accogliendo una causa promossa dalla famiglia.

«Sosteniamo la trasparenza e la responsabilità storica», hanno scritto i figli, «ma condanniamo ogni tentativo di usare questi documenti per screditare nostro padre e il movimento per i diritti civili».

Un diversivo

Da giorni sotto pressione anche da parte del suo stesso movimento MAGA per il caso Epstein, Trump potrebbe aver utilizzato i documenti su MLK come un diversivo. E non a caso la stessa figlia del reverendo, Bernice King, ha chiesto su X maggiore trasparenza sulla questione che il presidente ha più volte cercato, negli ultimi giorni, di lasciarsi alle spalle: i propri legami con l'ex finanziere pedofilo Jeffrey Epstein.

«Ora, [pubblicate] i file di Epstein», ha scritto la figlia dell'icona dei diritti civili.

Su questo tema, la Casa Bianca rimane fortemente sotto pressione. Dopo aver annunciato la decisione di pubblicare i file su MLK, la portavoce Karoline Leavitt è stata interrogata sulla possibilità che anche i documenti su Epstein venissero messi online. «La responsabilità ultima è della procuratrice generale Pam Bondi. Il presidente ha detto che se il Dipartimento di Giustizia e l'FBI vogliono procedere con la pubblicazione di ulteriori prove credibili, devono farlo. Per sapere perché l'hanno fatto o non l'hanno fatto o lo faranno, dovreste chiederlo all'FBI».