India

Nuova Delhi ancora soffocata dallo smog: le proteste dei cittadini nella nebbia

Da oltre due settimane la capitale indiana vive in una nube tossica che ha spinto centinaia di cittadini a scendere in piazza per chiedere interventi urgenti - Manifestazioni si sono tenute all’India Gate, il monumento simbolo di Nuova Delhi, per denunciare quella che gli attivisti definiscono «una catastrofe umanitaria»
©HARISH TYAGI
Red. Online
10.11.2025 11:01

È ormai arrivata, anche in India, la stagione fredda. E, come ogni anno, Nuova Delhi è tornata a essere avvolta da una coltre di smog fittissimo. Da oltre due settimane la capitale indiana vive in una nube tossica che ha spinto centinaia di cittadini a scendere in piazza per chiedere interventi urgenti. Ieri, il livello di inquinamento ha superato quota 400 nell’indice di qualità dell’aria (AQI) nella città e in altri centri indiani: numeri classificati come «gravemente dannosi per la salute». Manifestazioni si sono tenute all’India Gate, il monumento simbolo di Nuova Delhi, per denunciare quella che gli attivisti definiscono «una catastrofe umanitaria». Fra cartelli, slogan e cortei pacifici, i partecipanti alle proteste sono stati dispersi dalla polizia, che ha fermato quasi cento persone — tra cui, secondo testimoni, anche famiglie con bambini — con la motivazione che la manifestazione non era stata autorizzata «per ragioni di sicurezza».

Tra i presenti, l’ex ufficiale di polizia Shesh Paul Vaid, si legge sui media internazionali, ha descritto l’atmosfera di Delhi come «una camera a gas», raccontando che tutti i membri della sua famiglia soffrono di difficoltà respiratorie. «È ora che lo Stato, il governo nazionale e la Corte Suprema intervengano», ha dichiarato.

La capitale più inquinata

Secondo l’organizzazione svizzera IQAir, New Delhi è la capitale più inquinata al mondo. L’India, inoltre, ospita sei delle dieci città più inquinate del pianeta e tredici delle prime venti. Con l’arrivo della stagione fredda, la qualità dell’aria peggiora drasticamente: la combustione dei residui agricoli nelle regioni limitrofe — soprattutto Punjab e Haryana — genera fumi che vengono spinti verso la capitale e intrappolati dalle basse temperature. A questo si sommano le emissioni industriali e dei veicoli, creando un cocktail micidiale di polveri sottili e gas nocivi che ogni anno provoca migliaia di morti oltre a tassi di asma e bronchite cronica fuori norma.

Tentativi falliti e promesse politiche

Nonostante le ripetute promesse del governo, le misure messe in campo si sono rivelate finora inefficaci. Il sistema d’allerta a più livelli, che prevede il blocco dei cantieri, il divieto di generatori diesel e la limitazione dei veicoli privati, viene attivato solo quando la situazione raggiunge livelli critici. Gli incentivi per scoraggiare i roghi agricoli hanno avuto successo limitato, mentre un recente tentativo di inseminazione delle nuvole per provocare piogge artificiali non ha prodotto risultati.

Sulle piattaforme sociali, l’opposizione ha accusato il governo di inerzia. «Il diritto a respirare aria pulita è un diritto umano fondamentale», ha scritto Rahul Gandhi, leader del Congresso, denunciando la repressione delle proteste. Dal canto suo, Manjinder Singh Sirsa, ministro dell’Ambiente del partito di governo Bharatiya Janata Party (BJP), ha assicurato che l’esecutivo «continuerà ogni sforzo possibile per contrastare l’inquinamento».