Guerra

«Oltre mille attacchi agli ospedali, gli operatori sanitari ucraini sono eroi»

Secondo l'OMS sono 1004 gli attacchi russi alle strutture sanitarie in 15 mesi di guerra, con più di 100 morti tra addetti ai lavori e pazienti: «Una violazione del diritto internazionale umanitario»
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Red. Online
06.06.2023 10:49

Più di 1000 attacchi alle strutture sanitarie ucraine e almeno 101 morti all’interno degli ospedali a causa dei bombardamenti russi che si susseguono da oltre 15 mesi. Sono i dati diffusi dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) a fine maggio, che sottolinea come i 1004 attacchi alle strutture sanitarie rappresentino il numero più alto mai registrato dall'OMS durante un'emergenza umanitaria. Uno scenario che dimostra quanto siano difficili e rischiose le condizioni in cui opera il sistema sanitario del Paese invaso dalle truppe di Putin: secondo l’OMS gli attacchi ostacolano l'accesso all'assistenza sanitaria per decine di migliaia di persone, aumentando i rischi di malattia e di morte. Gli attacchi verificati dall'OMS negli ultimi 15 mesi di guerra hanno causato almeno 101 vittime, tra operatori sanitari e pazienti, e hanno provocato il ferimento di almeno 139 persone. Non solo: i bombardamenti hanno avuto un pesante impatto sul lavoro degli operatori sanitari, sulle strutture, sul materiale medico e sui trasporti, comprese le ambulanze. Un vero e proprio «attacco all’assistenza sanitaria», che l’OMS definisce come «qualsiasi atto di violenza verbale o fisica, ostruzione o minaccia di violenza che interferisce con la disponibilità, l'accesso e l'erogazione di servizi sanitari curativi e/o preventivi durante le emergenze».

«Questi attacchi minacciano la sicurezza e il benessere degli operatori sanitari e mettono a rischio l'assistenza per le persone che vivono vicino alle aree di conflitto», ha dichiarato il dott. Jarno Habicht, rappresentante dell'OMS per l’Ucraina, aggiungendo: «Gli attacchi all'assistenza sanitaria sono una violazione del diritto internazionale umanitario. Privano le persone delle cure di cui hanno bisogno e hanno importanti conseguenze a lungo termine». Tali attacchi, sottolinea ancora l’Organizzazione mondiale della sanità, privano intere comunità dei servizi sanitari essenziali necessari per salvare vite umane, portando a un aumento delle malattie e dei decessi, nonché al deterioramento sul lungo periodo del sistemi sanitario nazionale. Significativi sono anche gli effetti psicologici sui pazienti, che per paura smettono di cercare l'assistenza sanitaria di cui avrebbero bisogno, e sugli operatori sanitari, che non sono in grado di fornire assistenza in ambienti sicuri e protetti. Ciò avrà un impatto sulla salute della popolazione per lunghi periodi di tempo.

Secondo il dott. Habicht, «il fatto che il sistema sanitario in Ucraina continui a funzionare in tali circostanze è una testimonianza dell'eroica dedizione degli operatori sanitari. Nonostante le sfide legate alla pandemia di COVID-19 e quelle conseguenti alla guerra, gli operatori sanitari ucraini resistono, con coraggio e pazienza, giorno dopo giorno, salvando vite e fornendo assistenza a chi ne ha bisogno». Secondo il Sistema di monitoraggio della disponibilità di risorse e servizi sanitari (HeRAMS), le strutture nelle aree più colpite - Kherson, Kharkiv, Zaporizhzhia e Donetsk -, hanno riferito di essere in difficoltà a causa della mancanza di sicurezza e dei danni strutturali provocati dai bombardamenti. Tuttavia, spiega l'OMS, un'alta percentuale di strutture sanitarie in queste regioni è funzionale e accessibile, anche se funzionano solo parzialmente, a causa dei danni.

 Il dott. Habicht ha aggiunto: «L'OMS dal 24 febbraio dello scorso anno ha finora dato supporto a quasi 9 milioni di persone. Stiamo intensificando gli sforzi, insieme all'ONU e ad altri partner, per raggiungere  più aree, comprese le parti riconquistate dell'Ucraina dove i bisogni sanitari sono urgenti».

La maggior parte degli attacchi alle strutture sanitarie è avvenuta all’inizio di quella che Putin definisce «operazione militare speciale»: a marzo del 2022 – riporta Wired.it – si è toccato il picco con 411 attacchi, ossia uno ogni 2 ore per un mese. Con l’inasprirsi dei combattimenti, gli episodi sono drasticamente calati: lo scorso marzo sono stati censiti solamente 3 attacchi alle strutture sanitarie. In 15 mesi di guerra, 475 attacchi ha riguardato i centri di assistenza primaria o di base, ossia le le strutture che per prime prendono in carico i pazienti. 

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