Ostaggi liberati a Nuseirat: «È stato un orribile massacro di civili innocenti»

Il numero dei morti nel blitz a Nuseirat di sabato continua ad aumentare. Secondo la CNN, nell'attacco avvenuto sabato, che ha portato alla liberazione di quattro ostaggi israeliani, sono morte più di 280 persone e oltre 100 sono rimaste ferite. Ancora ora, non è chiaro quante, tra le vittime, siano civili e quante combattenti. Stando alle dichiarazioni del Ministero della salute di Gaza, si è trattato del «giorno più mortale nella Striscia da metà dicembre». Hamas, dal canto suo, ha descritto l'operazione come «un crimine brutale, privo dei valori della civiltà umana», accusando Israele di aver commesso «un orribile massacro di civili innocenti». I cittadini, invece, hanno parlato di un vero e proprio «inferno in terra». «Era come il giorno del giudizio», ha commentato qualcuno.
Ma riavvolgiamo il nastro. Nell'attacco – in preparazione da mesi –, l'IDF ha, come detto, liberato quattro ostaggi israeliani, rapiti al festival musicale Nova il 7 ottobre. Tra di loro, c'era anche Noa Argamani. La «ragazza simbolo» il cui video del rapimento in moto aveva fatto il giro del mondo. Tre delle persone liberate, secondo Israele, si trovavano nella casa di un giornalista palestinese dell'emittente araba Al Jazeera.
Operazioni di questo tipo, dal 7 ottobre, si sono verificate raramente. Quello avvenuto sabato, infatti, è solo il terzo salvataggio di ostaggi. Nel primo, avvenuto a pochi giorni dall'inizio del conflitto, era stato salvato il caporale dell'IDF, Ori Megidish. Il 12 febbraio, invece, altri due ostaggi – rispettivamente Fernando Marman e Louis Har – erano stati salvati nel sud di Rafah. Dal lato israeliano, dunque, non è difficile immaginarlo, quella di sabato è stata «una giornata emozionate e felice, sia per lo Stato che per l'IDF». L'esatto contrario di quanto vissuto, invece, dal lato palestinese. Come rivelato dal comandante dell'esercito israeliano Daniel Hagari, per riuscire nell'operazione di salvataggio, è stato necessario entrare «nelle aree civili, dove si è insediato Hamas». Scatenando, va da sé, al massacro descritto dai palestinesi, come dimostrano immagini e video girati nell'area.
Nidal Abdo, un residente di Nuiserat interpellato dalla CNN, ha riferito che stava facendo delle compere quando, all'improvviso, un «bombardamento pazzesco» si è abbattuto su Nuseirat. «È stato qualcosa a cui non avevamo mai assistito prima. Qualcosa come 150 razzi sono caduti in meno di dieci minuti, e mentre stavamo scappando ne sono caduti altri sul mercato». Nidal Abdo ha descritto scene da brividi. «C'erano bambini fatti a pezzi sparsi per le strade», ha dichiarato. Un altro residente, Abu Abdallah, ha riferito che i primi attacchi sono avvenuti quando le persone stavano ancora dormendo. «Ho visto cani mangiare i resti delle persone per strada. Abbiamo estratto persone dalle macerie, rischiando la vita per portarle in ospedale».
Il blitz di Nuseirat, insomma, ha acceso le discussioni. Per salvare quattro ostaggi israeliani, infatti, altre 280 persone hanno perso la vita. Secondo i funzionari israeliani, il piano di liberazione era stato eseguito senza intoppi, fino a quando «il raid del commando si è trasformato in uno scontro a fuoco con i militanti». Israele, in risposta, ha dunque dato il via a un massiccio attacco aereo, che si è abbattuto sulle strade affollate di Nuseirat. «Le bombe continuavano a cadere, le strade risuonavano di urla. Era come il giorno del giudizio», ha dichiarato Osama Abu Asi, un altro residente, al Washington Post.
Non solo. Ieri, le Brigate Qassam – ala militare di Hamas – hanno rivelato che nell'attacco sono rimasti uccisi anche tre ostaggi, tra cui una persona con la cittadinanza americana. Notizia, tuttavia, prontamente smentita nelle scorse ore dal portavoce militare Peter Lerner. «Questa è solo propaganda di Hamas: il suo tentativo di creare preoccupazione in Israele. Tutto quello che dice va preso con le pinze», ha commentato.
Dall'altra parte, come anticipato, Hamas ha fortemente criticato il blitz israeliano, sottolineando che il salvataggio dei quattro ostaggi rapiti al Nova festival «non cambierà il fallimento strategico di Israele nella Striscia di Gaza». Il leader del gruppo, Ismail Haniyeh, ha inoltre ribadito che il popolo palestinese «non si arrenderà e la resistenza continuerà a difendere i suoi diritti di fronte a questo nemico criminale».
E non è finita qui. Secondo quanto si legge, ancora, sulla CNN, dopo il salvataggio avvenuto a Nuseirat, migliaia di manifestanti si sono radunati per tutto il Paese, chiedendo al governo israeliano di raggiungere un accordo per liberare anche gli ostaggi rimasti. Si tratta, per la precisione, di altre 120 persone. A Tel Aviv, una grossa folla si è radunata in quella che, non ufficialmente, viene chiamata «Piazza degli Ostaggi», mostrando foto ed esponendo cartelli che recitavano frasi come «riportateli a casa adesso».