Ottimismo dopo l'incontro Trump-Zelensky, ma le questioni più spinose rimangono aperte

Ottimismo. Come spesso - ma non sempre - successo nell'ultimo anno, anche l'incontro di ieri tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky a Mar-a-Lago si è chiuso con dichiarazioni fiduciose. Il presidente statunitense ha parlato di negoziati «molto vicini» a una svolta e di progressi significativi verso un accordo di pace. Il colloquio andato in scena ieri, e durato quasi due ore, si è svolto nella residenza privata di Trump. «Qualcuno direbbe che siamo al 95%, io non so la percentuale ma abbiamo fatto molti progressi», ha detto soddisfatto il leader statunitense. Arrivato da Trump mettendo sul piatto la possibilità di un referendum sul piano di pace - in un'apertura ritenuta significativa in quanto mostra come il presidente ucraino non escluda più concessioni territoriali - Zelensky si è detto disponibile anche, in caso di accordo, alle prime elezioni dal 2019: una richiesta di Mosca appoggiata da Trump, a patto che la sicurezza sia garantita.
Restano, tuttavia, «uno o due temi spinosi», ha ammesso Trump. Ed è su questi temi spinosi, sottolineano oggi le analisi dei media internazionali, che si gioca tutta la partita. A ore dal faccia a faccia, è forte la sensazione che rimanga ancora tanto da fare. «I colloqui tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky non portano a una svolta nell'accordo di pace con l'Ucraina», scrive il Financial Times. «Trump e Zelensky hanno un tono di speranza dopo i colloqui, anche se rimangono ostacoli», titola invece il Washington Post. «Trump e Zelensky si incontrano per definire il piano di pace, ma l'accordo rimane elusivo», leggiamo sul New York Times. E poi il Kyiv Independent: «L'incontro di Trump a Mar-a-Lago con Zelensky si conclude senza un accordo su come dovrebbe essere la pace in Ucraina».
Questioni irrisolte
Fra le tematiche più scottanti, quella del Donbass. «È una questione difficile. Abbiamo posizioni diverse con la Russia», ha ribadito Zelensky. «Non direi che su questo punto c'è accordo ma ci stiamo avvicinando. È un grosso problema ma siamo più vicini di quanto probabilmente fossimo. Ci stiamo muovendo nella giusta direzione», ha spiegato invece il presidente americano rispondendo a chi gli chiedeva se ci fosse un accordo sul Donbass.
Ma anche sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia e su una tregua temporanea la situazione appare lontana da una risoluzione. Nel corso della telefonata con lo zar che ha preceduto il bilaterale con Zelensky, Washington e Mosca - ha riferito il Cremlino - hanno concordato sul fatto che una tregua prolunghi solo le ostilità.
Sul sincero impegno di Mosca nella ricerca della pace - impegno che Trump ha più volte ribadito nell'incontro - l'Ucraina ha espresso i suoi dubbi. Mentre a Mar-a-Lago si discuteva di pace, del resto, la Russia lanciava centinaia di droni e decine di missili contro infrastrutture energetiche e civili. Zelensky ha denunciato su Telegram che “Kinzhals e Shahed parlano più di qualsiasi negoziato”, accusando Mosca di non voler realmente porre fine al conflitto.
Incontri europei
L'incontro di ieri, in ogni caso, avrà un seguito. Nel corso del faccia a faccia con Zelesnky, Trump si è collegato con i leader europei e ha garantito che il Vecchio Continente avrà un ruolo nelle garanzie di sicurezza per Kiev: «Ci sarà un'intesa sulla sicurezza. Sarà un accordo solido. Le nazioni europee sono coinvolte in questo», ha messo in evidenza Trump senza comunque entrare nei dettagli. Ringraziando su X Donald Trump, Zelensky, ha annunciato che i team ucraino e americano «si incontreranno già la prossima settimana per finalizzare tutte le questioni discusse» e che «Trump ospiterà i leader ucraini ed europei a Washington a gennaio». Il presidente francese Emmanuel Macron, da parte sua, ha confermato che Parigi ospiterà una riunione della “Coalizione dei volenterosi” per definire i contributi concreti alle garanzie di sicurezza, mentre la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha parlato di “buoni progressi”, sottolineando però la necessità di garanzie fin dal primo giorno.
