Parla la vedova di Charlie Kirk: «All'ospedale sorrideva, come se Gesù lo avesse salvato»

Erika Kirk aveva implorato il marito di usare il giubbotto antiproiettile il giorno prima del suo assassinio, ma lui si era opposto. L'attivista aveva detto no anche al suggerimento di un amico di parlare in Utah dietro a un vetro antiproiettile. «Non ancora» aveva risposto Charlie Kirk dicendo di aver fiducia nella sua squadra e che ci sarebbe stata sicurezza all'università.
A raccontare la sera prima dell'incidente mortale è la vedova di Kirk, Erika, in un'intervista al New York Times. «Credo fermamente che questo fosse il piano di Dio. È così chiaro», ha aggiunto commentando la morte del marito.
Erika avrebbe dovuto accompagnare Charlie Kirk nello Utah, ma sua madre doveva sottoporsi a cure mediche lo stesso giorno. E così la coppia decise che la vedova avrebbe saltato l'evento nello Utah e ripreso a viaggiare con il suo Charlie al prossimo appuntamento alla Colorado State University. «A casa c'è bisogno di te», le aveva detto l'attivista. La vedova era in ospedale con la madre quando l'assistente di Charlie l'aveva chiamata per dirle che era stato scolpito. Erika era subito partita e mentre era in volo dall'Arizona suo marito era stato dichiarato morto.
Arrivata in ospedale, Erika ha voluto vedere il marito. «Aveva gli occhi semiaperti. Aveva un mezzo sorriso consapevole, simile a quello della Monna Lisa. Come se fosse stato felice. Come se Gesù lo avesse salvato», ha raccontato.
Erika Kirk racconta anche i suoi ultimi giorni dopo la morte del marito. E confessa di non essere riuscita ancora a lavare gli asciugamani che l'attivista aveva usato per la sua ultima doccia e di non poter entrare nella loro camera da letto. Nell'intervista a poche ore dal funerale, la vedova ammette anche di indossare il ciondolo macchiato di sangue che portava l'attivista quando è stato colpito.