Il caso

Parli di Volodymyr Zelensky? Non chiamarlo più «presidente»

Il Cremlino avrebbe ordinato ai media statali di cambiare registro, secondo quanto afferma il sito indipendente Holod – Secondo una direttiva, largo a espressioni come «capo del regime di Kiev»
© KIMMO BRANDT
Red. Online
19.09.2023 15:45

Il Cremlino avrebbe ordinato ai media statali russi di non riferirsi più a Volodymyr Zelensky come «presidente» dell'Ucraina. È quanto afferma il sito indipendente Holod, che cita i destinatari della direttiva dell'amministrazione presidenziale, ripreso dal Moscow Times. Al posto di «presidente», emittenti televisive e siti web dovrebbero usare altre espressioni, fra cui «il regime di Zelensky», o in alternativa chiamare il leader ucraino solo per nome. Le istruzioni, leggiamo, sarebbero state diffuse venerdì scorso e si limiterebbero, riguardo all'online, ai titoli delle notizie, così che il nome di Zelensky sui motori di ricerca appaia senza il suo status ufficiale.

Secondo un'analisi immediatamente avviata da Holod, i siti si sarebbero subito adattati alla direttiva. L'agenzia di stampa statale RIA Novosti, ad esempio, ha smesso di chiamare Zelensky «presidente». Un'altra agenzia, Regnum, ha iniziato a riferirsi a Zelensky come «capo del regime di Kiev», «leader di Kiev» e «leader ucraino». La direttiva riguarda anche alcuni canali Telegram di propaganda, come Readovka, oltre ad altre agenzie come la TASS. La direttiva, certo, non ha fatto l'unanimità all'interno delle redazioni. Alcuni dipendenti anonimi dei media statali, interrogati da Holod, hanno detto che le richieste del Cremlino hanno scatenato una vera e propria «ondata di indignazione» e «minacce di dimissioni».

All'indomani dell'invasione dell'Ucraina, nel febbraio del 2022, la Russia ha ulteriormente stretto la morsa sui media. Criminalizzando, di fatto, la copertura della guerra che si discosta dalla narrazione ufficiale del Cremlino. Con pene detentive che possono arrivare fino a 15 anni. A proposito di narrazione, Vladimir Putin nelle prime battute di guerra ha parlato di «operazione militare speciale». Giustificando l'invio di truppe in Ucraina appoggiandosi a un'affermazione falsa: i «neonazisti» di Kiev stavano commettendo un «genocidio» contro l'etnia russa. 

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