Particelle di sale marino spruzzate nell'aria: la tecnologia per raffreddare il pianeta supera il test

Una tecnologia che potrebbe un giorno aiutare a raffreddare il pianeta ha superato un ostacolo fondamentale. All'inizio di aprile, riferisce il New York Times, gli scienziati dell'Università di Washington hanno iniziato a testare un dispositivo che spruzza nell'aria minuscole particelle di sale marino.
I test iniziali, svolti sul ponte di una portaerei dismessa ad Alameda, in California, servivano semplicemente per vedere se la macchina proiettava una nebbia di dimensioni adeguate. Ma, in futuro, versioni di quel dispositivo potrebbero eventualmente essere utilizzate per spruzzare particelle nelle nuvole, facendole riflettere più luce solare nello spazio e attenuando temporaneamente il riscaldamento globale.
Due settimane dopo, tuttavia, i funzionari di Alameda hanno ordinato ai ricercatori di interrompere l'esperimento, citando possibili rischi per la salute e l'ambiente. Ora, però, la città della California ha affermato di «non aver riscontrato alcun rischio misurabile per la salute» della comunità, né per la fauna selvatica.
«I componenti chimici della soluzione di acqua salata (simile all'acqua di mare) che viene spruzzata sono presenti naturalmente nell'ambiente», afferma il rapporto. E nel dossier si osserva inoltre che l'acqua di mare «è una delle maggiori fonti di aerosol naturali nell'atmosfera».