Parto record di 10 gemelli: c’è puzza di bufala

Un parto da record: 10 gemelli nati da una donna sudafricana. La notizia - riportata dal «Pretoria News», battuta dalle agenzie e pubblicata anche dal CdT lo scorso 8 giugno - ha fatto subito il giro del web, ma potrebbe essere una clamorosa bufala. Stando ad un’inchiesta ufficiale, nessun ospedale nella provincia di Gauteng avrebbe infatti registrato la nascita dei 10 gemelli e la presunta «supermamma», Gosiame Sithole, non sarebbe nemmeno risultata incinta di recente. La donna, 37 anni, è stata sottoposta a test medici e ad una valutazione psichiatrica tramite TSO: non solo non avrebbe partorito, ma, come detto, non sarebbe stata incinta. Il «Pretoria News», dopo le accuse di aver pubblicato una storia falsa, ha puntato il dito contro lo Steve Biko Academic Hospital in quanto avrebbe cercato di coprire una negligenza medica legata al parto plurigemellare. Le accuse sono state rispedite al mittente dal Dipartimento della Salute della provincia di Gauteng: «Queste accuse sono false, prive di fondamento e servono solo a offuscare la buona reputazione dello Steve Biko Academic Hospital e del governo provinciale di Gauteng», si legge in un comunicato diffuso sui social media. Nessuno ad oggi avrebbe visto i 10 gemelli. L’unica prova è una foto della donna incinta, ma potrebbe riferirsi ad una precedente gravidanza: la signora Sithole è infatti madre di due gemelli, che oggi hanno 6 anni. Persino il compagno della donna, Tebogo Tsotetsi, ha affermato di non aver mai visto i neonati e di essere stato soltanto informato della loro nascita. Stesso discorso vale per il sindaco di Thembisa, città in cui vive la coppia, il quale avrebbe confermato le nascite ai media basandosi solo sulle affermazioni della signora Sithole. Per il lieto evento era stata pure lanciata una raccolta fondi, nel frattempo bloccata dal marito della donna. Il governo provinciale di Gauteng ha manifestato l’intenzione di fare causa a Piet Rampedi, editore del «Pretoria News», e secondo «News24», il giornalista che ha diffuso per primo la storia ieri si sarebbe scusato con la redazione per non aver verificato la notizia.