«Per un’uscita concordata dall’UE, il Regno Unito ha ancora margini»

La Gran Bretagna ha meno di un mese di tempo per trovare, con un colpo di reni, un accordo con l’UE sulla Brexit. Il politologo Richard Whitman fa il punto sugli ostacoli ancora da superare.
Il 31 dicembre scade il periodo di transizione per il divorzio della Gran Bretagna dall’UE. Quali sono oggi le chance che sia raggiunto un accordo?
«È ancora perfettamente possibile che un accordo con l’Unione europea possa non avere luogo, nel qual caso si avvererebbe uno scenario con effetti drammatici per il futuro della Gran Bretagna. Se ciò fosse il caso sarebbe uno shock per tutti».
Percentualmente come reputa la possibilità di un’uscita consensuale?
«Difficile prevederlo, ma sono ancora convinto che un accordo possa essere trovato con l’80 per cento delle probabilità. La politica scomposta del Partito conservatore impedisce però di poter trarre conclusioni affrettate».
Boris Johnson ha dato l’impressione di non essere più di tanto scosso da uno scenario no deal. Quali sono i punti più controversi rimasti sul tavolo?
«Sono due. Per cominciare c’è la pesca. È una questione centrale perché tocca la sovranità del Regno Unito. L’altro è quello che riguarda più propriamente le condizioni di uscita dall’Unione: il cosiddetto ’level playing field’, ovvero la definizione di una serie di regole comuni e di standard che impedisce che la competitività economica di un Paese superi quella di altre nazioni».
Qual è il sentimento degli inglesi sull’insistenza della Scozia a voler restare nell’UE?
«Che l’emergenza COVID abbia un po’ messo all’angolo la politica britannica a più livelli è un fatto certo. Il tema Brexit sarà però impugnato come un’arma dal Partito nazionale scozzese (SNP) nella campagna per le elezioni parlamentati di maggio in Scozia. Per gli indipendentisti la Brexit sarà un pretesto per poter continuare la battaglia per una riannessione all’UE. Il tema si riproporrà quanto prima: è certo».
La pesca, le regole doganali per il commercio terrestre, l’immigrazione e i confini irlandesi sono questioni spinose. Che scenari si pongono?
«Il tema della pesca riguarda la volontà della Gran Bretagna di riprendere il controllo delle sue acque territoriali: è Londra a voler decidere chi vi può pescare e chi no. In caso di no deal le future regole commerciali sarebbero totalmente differenti rispetto a quelle frutto di una negoziazione. Ci si interroga quanto le nuove condizioni, in specie se fossero introdotti pesanti dazi doganali, possano essere distruttive dato che i preparativi in Gran Bretagna sembrano comunque insufficienti anche in caso di accordo. Il dossier immigrazione prenderà più tempo. Non tutti, oggi, si stabiliscono nell’UE per ragioni professionali. Molti britannici ci vogliono trascorrere il periodo della pensione anche se si sta già facendo largo la consapevolezza che, rispetto al passato, le opzioni sono finite. Per ora è difficile dare indicazioni più chiare sul flusso migratorio dall’UE verso il Regno Unito dal momento che l’economia britannica resta contratta a causa della COVID. Infine per i confini irlandesi le cose sono già state stabilite nell’ambito dell’accordo di recesso (withdrawal agreement). Ma cosa accadrà - in primis per i controlli nel Mare d’Irlanda – resta un mistero. Tra il Regno Unito e l’UE, è certo, vi saranno continue tensioni. Londra ha un’idea molto diversa rispetto a Bruxelles su come effettuare i controlli».
La pandemia in che modo ha influenzato i negoziati?
«Ha giocato contro un maggiore isolamento, la necessità di negoziare in remoto via web. L’altro effetto, non necessariamente negativo, è che il Governo ha avuto meno tempo di cimentarsi con la Brexit, in particolare su alcune delle posizioni più spigolose che ha sempre difeso».
I negoziati commerciali con gli Stati Uniti come cambieranno con Joe Biden?
«Il presidente Trump era imprevedibile, Joe Biden è più intuibile. Non però in un modo che possa favorire il Regno Unito, come dimostra la sua posizione filo-UE sull’Irlanda del Nord. I rapporti, è certo, si complicheranno».