Perché Ryanair non vola mai il giorno di Natale

Volare il giorno di Natale? Nemmeno per sogno. Ne avevamo parlato anche gli anni scorsi: Ryanair, il 25 dicembre, lascia tutti i suoi aerei a terra. Tutti, nessuno escluso. Un controsenso, o se preferite un paradosso, a maggior ragione se pensiamo che il patron della compagnia low cost, Michael O’Leary, a ogni piè sospinto ribadisce che quando un velivolo non è in aria «fa perdere soldi». Secondo alcuni, la decisione è da ricondurre alla forte componente cattolica dell'Irlanda, il Paese in cui ha sede il vettore. Non a caso, anche l'aeroporto di Dublino cessa le operazioni il giorno di Natale.
In realtà, dal punto di vista della compagnia la domanda sotto le feste è troppo bassa per poter gestire la flotta in modo davvero redditizio. Di conseguenza, Ryanair preferisce mantenere gli aerei a terra il 25 dicembre e aumentare il traffico dopo le vacanze di Natale, quando la domanda è di nuovo forte. Quantomeno per le rotte più popolari, mentre quelle più deboli subiscono interruzioni o tagli temporanei. Sia quel che sia, anche oggi i Boeing 737 restano e resteranno fermi. Al contrario, WizzAir e easyJet – pur riducendo e di molto l'offerta – sono regolarmente operativi.
Detto dello stop, voluto, sotto l'albero Ryanair ha trovato il più classico dei regali avvelenati: l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, in Italia, ha inflitto alla compagnia aerea una maxi-multa da 256 milioni di euro, una delle più elevate mai comminate nel settore, contestando un abuso di posizione dominante. Il provvedimento, leggiamo, è giunto al termine di un’istruttoria avviata nel settembre 2023 ed è legata alle modalità con cui il vettore low cost avrebbe limitato l’operatività delle agenzie di viaggio online nella vendita dei biglietti. Secondo l’Antitrust, Ryanair – che in Italia controlla fra il 44 e il 50% del mercato dei voli nazionali e il 40% dei voli da e per il Belpaese – avrebbe sfruttato la sua influenza e il suo peso specifico per estromettere i portali online di prenotazione viaggi. Una strategia, questa, in contrasto con l'articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea.
