Piogge, inondazioni e frane: più di 300 morti in Pakistan

Sono almeno 321 le vittime del forte maltempo che ha colpito, con forti piogge monsoniche e inondazioni improvvise, il nord del Pakistan. Più di 300 morti, in sole 48 ore, secondo quanto ha dichiarato la National Disaster Management Authority, l'autorità nazionale per la gestione delle catastrofi.
Nello specifico 307 decessi sono stati registrati nella provincia montuosa di Khyber Pakhtunkhwa, al confine con l'Afghanistan. Altre nove persone sono rimaste uccise dal maltempo nel Kashmir amministrato dal Pakistan, mentre altre cinque sono morte nella regione settentrionale del Gilgit-Baltistan. La maggior parte dei corpi sono stati recuperati dall'acqua e dal fango che ha invaso i villaggi, distruggendo almeno 74 case.
È un bilancio tragico, che sembra inesorabilmente destinato ad aumentare. La maggior parte delle vittime, ha spiegato la National Disaster Management Authority, è deceduta a causa delle inondazioni improvvise, che hanno provocato il crollo di alcune abitazioni. Oltre all'elevato numero di morti, al momento, si contano anche una quarantina di feriti. Al momento, l'agenzia provinciale di soccorso ha dichiarato all'AFP che sono circa 2.000 i soccorritori impegnati nel recupero di corpi dalle macerie e nello svolgimento di operazioni di soccorso in nove dei distretti colpiti.
A preoccupare, ora, sono le condizioni meteorologiche delle prossime ore. Il dipartimento meteo ha diramato un'allerta per forti piogge nel nord-ovest del Pakistan, esortando la popolazione ad adottare «misure precauzionali». Al contempo, il governo provinciale ha dichiarato le zone montuose già gravemente colpite di Buner, Bajaur, Swat, Shangla, Mansehra e Battagram «aree a rischio disastri».
Il maltempo, dunque, non dà tregua. E questo compromette il lavoro dei soccorsi. «Le forti piogge, le frane in diverse zone e le strade allagate stanno creando notevoli difficoltà nella distribuzione degli aiuti, in particolare nel trasporto di macchinari pesanti e ambulanze», ha dichiarato al Guardian Bilal Ahmed Faizi, portavoce dell'agenzia di soccorso di Khyber Pakhtunkhwa. «A causa della chiusura delle strade nella maggior parte delle aree, i soccorritori si spostano a piedi per svolgere le operazioni nelle regioni remote. Stanno cercando di evacuare i sopravvissuti, ma pochissime persone si stanno trasferendo a causa della morte dei loro parenti o dei loro cari rimasti intrappolati tra le macerie».
Tuttavia, non è la prima volta che il maltempo mette in ginocchio il Pakistan, soprattutto negli ultimi tempi. Basti pensare che, a livello nazionale, sono almeno 538 le persone morte e 768 quelle rimaste ferite in incidenti legati alla pioggia dal 26 giugno, secondo l'autorità nazionale per la gestione dei disastri.