Medioriente

Pioggia di missili e condanne

Nella notte tra sabato e domenica, l’Iran ha scagliato oltre 300 tra droni e missili contro Israele – La difesa ha retto l’urto – I leader del G7 hanno sottolineato l’esigenza di evitare un’ulteriore escalation, invitando le parti ad astenersi da azioni volte ad acuire la tensione
I resti di un razzo iraniano le cui schegge, secondo le autorità israeliane, hanno ferito gravemente una bambina di 7 anni vicino ad Arad. © Reuters/Christophe van der Perre
Nello Del Gatto
14.04.2024 21:40

È il momento della riflessione, per capire cosa conviene fare, come e quando. Mentre Israele, dopo una nottata difficile, in cui l’Iran ha attaccato con oltre 300 tra droni e missili, riprende la vita normale, i suoi massimi vertici cercano di tirare le fila di quanto accaduto. Da tutti arriva l’invito alla calma e alla moderazione. Quello che appare certo per ora è la volontà di rimanere uniti contro la minaccia iraniana. «Abbiamo l’opportunità di stabilire un’alleanza strategica contro questa grave minaccia da parte dell’Iran – ha dichiarato il ministro della Difesa Gallant - insieme agli Stati Uniti e ad altri Paesi abbiamo stabilito un’alleanza forte e potente, il risultato è un contenimento completo delle minacce, tranne che per un margine molto, molto piccolo». Per l’ex capo di stato maggiore Benny Ganz, ci «sarà il tempo per rispondere», facendo così presagire l’intenzione israeliana di soprassedere.

Decisione sostenuta e fortemente richiesta dall’alleato americano. Il presidente Biden, che è in piena campagna elettorale, non ha intenzione di trascinare il suo Paese in un conflitto regionale più ampio e, in una conversazione con Netanyahu, ha detto chiaramente che «gli USA non appoggeranno un contrattacco israeliano».

All’indomani dell’attacco, il capo di stato maggiore di Teheran Mohammad Bagheri ha detto «per noi è finita qui», aggiungendo però che «la nostra risposta sarà molto più ampia e forte se Israele reagirà contro l’Iran», aggiungendo di aver avvertito Washington che qualsiasi sostegno alla ritorsione israeliana avrebbe come risultato che le basi statunitensi sarebbero prese di mira.

Israele ne esce bene. Aveva detto da giorni di essere pronto a difendersi e lo è stato. Il 99% dei droni e dei missili sono stati intercettati. Fondamentale la collaborazione dei partner e alleati, Stati Uniti in primis, ma anche Germania, forse Francia, Regno Unito e persino la Giordania. Amman ha infatti collaborato ad abbattere alcuni droni diretti verso Israele che stavano passando attraverso il suo territorio. Cosa che ha fatto non poco innervosire Teheran che ha subito minacciato il regno Hashemita: se avesse continuato ad aiutare Israele, ne avrebbe pagato le conseguenze.

Tutto è cominciato intorno alle 22 di sabato quando si è appreso dei primi lanci. L’attacco è stato compiuto con droni, missili da crociera e missili balistici che, come riferito dal portavoce dell’esercito israeliano, sono stati rispettivamente 170, 30 e 120. Armi molto diverse tra loro per capacità offensiva, tempo e intensità dell’impatto. I droni sono quelli più lenti, per raggiungere Israele dall’Iran impiegano diverse ore. Anche i missili da crociera richiedono tempo per arrivare, anche fino a due ore. Questi sono quindi più facili da intercettare. I più veloci e pericolosi sono i missili balistici che possono arrivare entro dieci minuti e sono idonei a fare più danni. La preoccupazione era su questi che comunque sono stati intercettati sui cieli israeliani, anche a Gerusalemme. Il sistema antimissile israeliano ha funzionato alla grande. Per qualche analista, si è trattato però di un tentativo di Teheran di testare le proprie capacità belliche, in previsione di una guerra futura.

Nell’obiettivo dell’Iran, strutture militari come la base sul monte Hermon e l’altra a Nevatim, l’unica che ha subito qualche lieve danno perché colpita da resti di un missile balistico. La base di Nevatim sarebbe stata presa di mira perché, secondo Teheran, da lì sarebbe stato lanciato l’attacco al consolato iraniano a Damasco lo scorso 1. aprile che ha poi innescato la reazione di Teheran, visto che ha la flotta degli F-15.

Non si hanno notizie di danni o vittime. Una bambina di 7 anni nel sud di Israele è però rimasta ferita in modo grave da schegge di un drone iraniano intercettato nell’area. Il Home Front Command già sabato ha stabilito la chiusura di tutte le scuole almeno fino a lunedì. Dopo non si sa. Ma considerato che sono ormai alle porte le vacanze scolastiche per Pesach, la Pasqua ebraica, potrebbe decidere di anticipare di qualche giorno la chiusura.

Lo spazio aereo è rimasto chiuso per una decina di ore per poi riaprire al traffico domenica mattina. Diverse compagnie aeree hanno però deciso di cancellare i voli da e per Tel Aviv. Per il resto tuttavia la vita nel Paese domenica è però ripresa normalmente.

Intanto in Iran si festeggia e si parla di grande risultato e di vendetta portata a termine contro Israele. La tv di Stato iraniana ha trasmesso ripetutamente un video di un incendio sostenendo che si trattava di missili che avevano colpito con successo obiettivi in Israele. La BBC ha però scoperto trattarsi di un falso, relativo ad un incendio scoppiato tempo fa in Cile.

Ferma condanna all’attacco iraniano da parte di tutto il mondo occidentale. «Condanno il palese e ingiustificabile attacco dell’Iran a Israele. E invito l’Iran e i suoi alleati a cessare immediatamente questi attacchi – ha detto su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen - tutti gli attori devono ora astenersi da ulteriori escalation e lavorare per ripristinare la stabilità nella regione».

Sulla stessa linea i leader del G7. A margine di una riunione tenutasi questo pomeriggio online, indetta dalla premier Meloni, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha detto che «insieme ai leader del G7, abbiamo condannato all’unanimità l’attacco senza precedenti dell’Iran contro Israele. Tutte le parti devono ora dar prova di moderazione. Continueremo tutti i nostri sforzi per lavorare verso la riduzione della tensione. Porre fine alla crisi a Gaza il prima possibile, in particolare attraverso un cessate il fuoco immediato, farà la differenza».

Hamas, ha festeggiato l’attacco contro Israele. Molti in strada a Gaza e in Cisgiordania. Poche ore prima dell’attacco, il gruppo che controlla la Striscia ha detto di no all’ennesima proposta di tregua e liberazione ostaggi avanzata dai mediatori del Qatar, Egitto e Stati Uniti.