Potremo (di nuovo) portare più liquidi in aereo? Non proprio
Il nostro modo di viaggiare cambierà? Non proprio. Forse, nella migliore delle ipotesi. E comunque non dappertutto. Parliamo di aerei o, meglio, di controlli. Il Regno Unito, infatti, giovedì ha annunciato che richiederà alla maggior parte dei suoi aeroporti di installare una nuova tecnologia di screening entro giugno 2024. Il motivo? È presto detto: grazie a questa tecnologia, sarà possibile superare l’attuale regola dei liquidi. Attualmente, citiamo, i passeggeri possono trasportare liquidi, aerosol e gel nel bagaglio a mano purché non superino il volume massimo di 100 ml per singolo flacone. E purché vengano conservati in un sacchetto di plastica trasparente, richiudibile, di capacità non superiore a 1 litro per passeggero.
Ecco, i britannici dal 2024 intendono portare quel limite da 100 ml a 2 litri. Come ai vecchi tempi, verrebbe da dire. Tutto molto bello, se non fosse che la rigida Transportation Security Agency, meglio nota come TSA, l’agenzia governativa statunitense nata dopo gli eventi dell’11 settembre 2001 dedita al controllo degli aeroporti e al controllo sulla sicurezza dei passeggeri dei vari mezzi di trasporto negli Stati Uniti, ha tuonato: no, ci vorranno anni e anni prima di rivedere la politica sui liquidi nel bagaglio a mano.
Cosa dice il Regno Unito
Il Regno Unito, dicevamo, prevede – dopo imposizione del governo – di installare la tomografia computerizzata (TC) nei principali aeroporti del Paese. La tecnologia sarà simile a quella utilizzata dai medici. Prevede l’utilizzo dei raggi X. Raggi che poi vengono rielaborati da un computer, in modo da ricostruire un’immagine tridimensionale che, alla bisogna, può essere ruotata di 360 gradi.
La scadenza è fissata per il 2024 e, a occhio, il rischio di fare confusione è altissimo: i passeggeri, infatti, saranno ad esempio tenuti a rispettare la regola dei 100 ml negli aeroporti che non saranno dotati di tomografia computerizzata. Ahia.
L’obiettivo delle autorità britanniche, ad ogni modo, è nobile e condivisibile. Le immagini in 3D, infatti, consentiranno agli agenti di sicurezza di rilevare esplosivi (anche) nei liquidi. Di più, la tecnologia permetterà ai passeggeri di non estrarre, a ogni controllo, i liquidi dal bagaglio a mano. Potranno rimanere comodamente nella borsa, nello zaino o nel trolley.
La frenata
La frenata della TSA, dunque, come va interpretata? La tecnologia citata è già presente in 191 aeroporti statunitensi, scanner di ultima generazione verranno installati negli altri aeroporti da qui fino a novembre 2023.
Mentre scriviamo queste righe, in molti degli scali americani è già possibile lasciare il proprio laptop o l’iPad nella borsa durante lo screening. Eppure, la TSA non ha in programma di toccare la sua politica sui liquidi, divenuta standard a livello globale: un massimo di 100 millilitri per articolo, con i vari articoli che devono per forza essere infilati in un sacchetto trasparente dalle dimensioni di un litro.
È vero, come ha spiegato la stessa TSA a Semafor, che le nuove tecnologie di screening stanno contribuendo all’evoluzione della sicurezza aerea. «Ma siamo lontani anni luce dall’annunciare una modifica all’attuale regola sui liquidi». Con buona pace dei britannici.
Un passo indietro
La politica dei liquidi, facendo un passo indietro, fu rivista nel 2006 in seguito alla scoperta di un piano terroristico finalizzato alla detonazione di esplosivi liquidi su diversi voli intercontinentali fra Nordamerica e Regno Unito.
A scoprire il piano fu la polizia britannica, mentre alla fine delle indagini – subito – vennero emanate misure di sicurezza estremamente restrittive che, alle compagnie aeree, causarono non pochi disagi. Le restrizioni in seguito vennero gradualmente ridotte, ma la possibilità per i passeggeri di trasportare liquidi sugli aerei, a oggi, rimane fortemente limitata.
Nell’agosto del 2006, nei dintorni di Londra, vennero arrestati 24 sospettati. Alla fine, però, solo otto persone furono ritenute coinvolte nel complotto.