Praga, niente visti umanitari ai disertori russi

I russi che fuggono dal loro paese per evitare la mobilitazione non otterranno i visti umanitari nella Repubblica Ceca. Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Jan Lipavsky, in reazione all'annuncio della mobilitazione parziale da parte del presidente russo Vladimir Putin e al conseguente afflusso dei cittadini russi in fuga alle frontiere.
«Capisco che i russi stiano fuggendo dalle decisioni sempre più disperate di Putin. Ma coloro che fuggono dal paese perché non vogliono adempiere agli obblighi imposti dal proprio Stato non soddisfano le condizioni per un visto umanitario», ha dichiarato Lipavsky.
Il premier ceco Petr Fiala ha dichiarato che la Repubblica Ceca tratterà i potenziali disertori come tutti i richiedenti asilo. «Se qualcuno arriva, la sua domanda sarà valutata secondo la procedura standard di asilo», ha detto il premier. Fiala ha aggiunto che il governo non ha ricevuto segnali di un flusso di russi nella Repubblica ceca.
Praga è stata il primo membro dell'Ue a sospendere il rilascio dei visti ai cittadini russi, decisione presa il giorno successivo all'invasione dell'Ucraina, il 25 febbraio. Il divieto è ancora in vigore e successivamente la Repubblica Ceca lo ha imposto anche ai cittadini bielorussi. Per entrambi i Paesi sono esclusi i casi umanitari.