Guerra

Prigozhin senza freni: «Un esercito di leccaculo, in Russia si rischia la rivoluzione»

Le dure critiche del leader del Gruppo Wagner in una lunga intervista: «Volevamo denazificare, ma abbiamo reso l'Ucraina il Paese più famoso del mondo»
Michele Montanari
25.05.2023 12:59

Evgeny Prigozhin senza freni: linguaggio scurrile, spavalderia e nessun pelo sulla lingua. Nei 77 minuti di intervista rilasciata al blogger pro-Cremlino Konstantin Dolgov, il capo e fondatore del Gruppo Wagner ha risposto a diverse «domande difficili», parlando dell’azione in territorio ucraino e lanciando stoccate alla Russia per i suoi fallimenti militari. Lo «chef di Putin» è stato molto critico sugli effetti della guerra voluta dallo «zar» e parlando dell'invasione da parte dell'esercito russo ha sentenziato: «Siamo entrati in modo rozzo, setacciando tutto il territorio ucraino in cerca di nazisti. E mentre cercavamo i nazisti, abbiamo sputtanato tutto. Siamo arrivati ​​a Kiev, abbiamo fatto cazzate e ci siamo ritirati. Poi a Kherson: abbiamo fallito e ci siamo ritirati. Le cose non stanno andando bene». Prigozhin ha aggiunto: «L'operazione militare speciale è stata intrapresa per “denazificare”, invece abbiamo trasformato l'Ucraina nella Nazione più famosa del mondo. Sono diventati come i Greci o i Romani ai tempi d’oro. E per quanto riguarda la "smilitarizzazione", se prima (l’Ucraina) aveva circa 500 carri armati, ora ne ha 5 mila. Se prima aveva 20 mila combattenti esperti, ora ne ha 400 mila. Che razza di smilitarizzazione è questa? Abbiamo militarizzato l'Ucraina con le migliori armi». Il leader del Gruppo Wagner ha definito la sua milizia di mercenari il «miglior esercito del mondo»: «Dovrei dire che il secondo migliore è quello russo, ma penso che gli ucraini oggi siano tra più forti. Sono altamente organizzati e addestrati, hanno una buona intelligence e hanno un arsenale variegato. Utilizzano bene qualsiasi sistema militare, sia sovietico che della NATO. Stanno facendo di tutto per uno scopo più alto, come noi nella Grande Guerra Patriottica (così i russi chiamano la resistenza all'invasione nazista durante la Seconda guerra mondiale, ndr)».

«La Russia come la Corea del Nord»

Ci sono poi i possibili scenari del conflitto, uno ottimista e uno pessimista. «Nel primo caso l'Europa e l'America si stancano del conflitto ucraino. La Cina fa sedere tutti al tavolo dei negoziati. Ci mettiamo d'accordo che tutto quello che abbiamo conquistato resta nostro e tutto ciò che non abbiamo preso non è nostro. Le probabilità che si verifichi questo scenario sono scarse», ha spiegato Prigozhin, immaginando come potrebbero andare le cose: «Gli ucraini ricevono missili, addestrano le loro truppe, continuano la loro offensiva e cercano di contrattaccare. È possibile che questa controffensiva abbia successo in alcuni luoghi e che riportino i confini a come erano prima del 2014. Questo potrebbe facilmente accadere. Attaccheranno la Crimea, cercheranno di far saltare in aria il ponte di Crimea, tagliando le nostre vie di rifornimento. In questo caso, dobbiamo prepararci a una guerra difficile». Secondo il leader del Gruppo Wagner, la Russia dovrebbe «dichiarare la legge marziale», mobilitare più uomini e trasferire tutti i lavoratori possibili nella produzione di munizioni: «Bisogna smettere di ingrassare, smettere di costruire nuove strade e nuove infrastrutture, e pensare solo alla guerra. La Russia deve fare come la Corea del Nord per un po’ di anni: chiudere i confini, richiamare i ragazzi andati all'estero e lavorare sodo».

Chiamatemi «macellaio di Putin»

Per il leader della milizia russa, se la guerra dovesse durare ancora molto, inoltre, il popolo russo potrebbe ribellarsi, perché «la gente ha visto i propri cari morire al fronte, e questo potrebbe portare a disordini e alla rivoluzione, proprio come nel 1917. I soldati si alzeranno, seguiti dai loro cari. È sbagliato pensare che ce ne siano centinaia: sono già decine di migliaia i parenti di coloro che sono stati uccisi». Prigozhin ha quindi criticato l’élite russa, i cui figli «vanno a prendere il sole all'estero», mentre i figli della gente comune tornano in Russia in «bare di zinco». E ha aggiunto: «L'esercito russo, da quando è sotto il comando del ministro della Difesa Sergei Shoigu, si è degradato», una conseguenza del sistema di «leccaculo» costruito da Shoigu e Gerasimov (il capo di stato maggiore generale delle Forze armate russe, ndr). Secondo Prigozhin, il ministro della Difesa dovrebbe essere sostituito con Mikhail Misintsev, mentre l’esercito, cacciato Gerasimov, dovrebbe venir riformato sulla base del gruppo Wagner, una milizia che non si piega al servilismo: «Amo la mia patria, obbedisco a Putin, ma Shoigu è inutile», ha continuato, spiegando di non amare il nomignolo «chef di Putin» e che preferirebbe esser chiamato «macellaio di Putin». Sulla battaglia di Bakhmut, città conquistata dal Gruppo Wagner dopo durissimi scontri, stando alle parole di Prigozhin, sarebbero stati uccisi 50 mila soldati ucraini, mentre tra le file della milizia russa i morti sarebbero stati 20 mila, di cui la metà ex detenuti arruolati nella compagnia privata militare. In un'intervista al quotidiano tedesco Welt, il vice capo della Direzione principale dei servizi di Kiev, Vadym Skibitsky, ha fatto sapere che i servizi segreti ucraini stanno cercando di uccidere Evgeny Prigozhin.

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