Protesta a Yale, arrestati diversi studenti pro-palestinesi

Una quarantina di manifestanti pro-palestinesi sono stati arrestati durante una protesta a Yale. Lo ha reso noto la polizia del campus. Gli studenti, che avevano istallato tende nella Beinecke Plaza, erano stati avvertiti due volte di disperdere la manifestazione, la prima volta ieri prima di mezzanotte e poi stamattina all'alba.
Le tensioni nei campus americani sono alte dopo l'attacco del 7 ottobre di Hamas contro Israele e la successiva guerra a Gaza. Alla Columbia University, dove la scorsa settimana la presidente Minouche Shafik ha chiamato la polizia per sgomberare una manifestazione, tutte le classi oggi si sono svolte in forma virtuale in vista dell'inizio stasera delle celebrazioni per la Pasqua ebraica.
Intanto, sulla scia delle proteste pro-palestinesi (e degli arresti dei giorni scorsi sul campus dell'ateneo Ivy League) la Columbia University ha deciso di tenere tutte le lezioni della giornata in forma virtuale.
Le manifestazioni sono continuate nel fine settimana nonostante l'intervento delle forze dell'ordine e l'attenzione ricevuta a livello cittadino e nazionale mentre sono cresciute le preoccupazioni per la sicurezza degli studenti ebrei in vista della festa di Passover, la Pasqua ebraica, che comincia stasera.
«È necessario un reset», ha detto, in una lettera alla comunità di Columbia, la presidente Minouche Shafik che venerdì aveva ricevuto la sfiducia di un gruppo di professori per aver chiamato la polizia. La Shafik, che mercoledì scorso aveva testimoniato in Congresso sull'antisemitismo nelle università d'élite, ha invitato gli studenti a non recarsi sul campus se non risiedono nei dormitori entro i cancelli di Columbia.
Giovedì oltre cento studenti sono stati arrestati dopo che la polizia, chiamata dalla Shafik, aveva sgomberato le tende montate davanti alla storica Butler Library. Ieri la Casa Bianca aveva condannato gli appelli alla violenza e alla «intimidazione fisica contro gli studenti ebrei e la comunità ebraica» di Columbia, reagendo alla comparsa sui social di un video in cui attivisti pro-palestinesi minacciavano studenti ebrei con lo slogan «il 7 ottobre sarà ogni giorno per voi». E sempre ieri, Elie Buechler, un rabbino che lavora con Columbia, aveva esortato centinaia a lasciare il campus «perché l'ateneo non aveva garantito la loro sicurezza».
Per prevenire arresti di manifestanti come quelli alla Columbia University giovedì scorso e oggi a Yale, anche Harvard ha ristretto l'ingresso al campus da oggi a venerdì pomeriggio. La decisione, di cui dà notizia l'Harvard Crimson - è stata presa in vista di possibili proteste di solidarietà con gli allievi di altri atenei finiti in manette per aver dimostrato per la causa palestinese.
Secondo l'Harvard Crimson, i leader di Harvard vogliono evitare scene come quelle della Columbia dove la scorsa settimana oltre cento studenti sono stati arrestati per aver partecipato all'occupazione del campus. Un annuncio affisso agli ingresso dell'Harvard Yard (dove usualmente l'accesso è libero al pubblico) minaccia misure disciplinari contro studenti di Harvard o loro amici che portino sul campus strutture non autorizzate come tavoli o tende o blocchino l'accesso agli edifici.