Stati Uniti

Proteste contro Israele davanti al Trump hotel, 40 arresti

La protesta, organizzata da IfNotNow, un gruppo ebraico-americano contro l'occupazione, era iniziata in tarda serata a Columbus Circle
©SARAH YENESEL
Ats
05.08.2025 15:14

Oltre 40 persone che protestavano contro la guerra e il peggioramento della crisi umanitaria a Gaza sono state arrestate lunedì sera davanti al Trump International Hotel di New York.

La protesta, organizzata da IfNotNow, un gruppo ebraico-americano contro l'occupazione, era iniziata in tarda serata a Columbus Circle.

Centinaia di persone si sono radunate sotto lo striscione «Trump: gli ebrei dicono basta» per chiedere la fine della guerra nella Strisca e che l'amministrazione Trump faccia pressione su Israele affinché consenta l'ingresso di maggiori aiuti umanitari nel territorio, mentre le autorità sanitarie continuano a segnalare morti per fame e malnutrizione.

«Non usiamo mezzi termini, il blocco di Gaza da parte del governo israeliano è una politica di pulizia etnica attraverso la fame di massa forzata», ha dichiarato Morriah Kaplan, direttrice esecutiva ad interim di IfNotNow, durante il suo discorso alla folla.

«È un affronto - ha proseguito - insopportabile, indicibile, insondabile per la nostra comune umanità e per coloro che lo stanno perpetrando e stanno utilizzando i nostri simboli, la nostra lingua e le nostre tradizioni ebraiche per difenderlo e giustificarlo, ed è per questo che sono rincuorata nel vedere una tale varietà di ebrei e organizzazioni ebraiche unirsi oggi per dire con una sola voce che ci opponiamo a queste atrocità, non nonostante il nostro ebraismo, ma per molti di noi, proprio a causa di esso».

«Abbiamo bisogno che il governo degli Stati Uniti usi la sua considerevole influenza per porre fine a questi orrori», ha aggiunto. I manifestanti hanno esposto cartelli con la scritta «fermate la pulizia etnica», «mai più e' adesso», «smettete di affamare Gaza» e «non in nostro nome» e tra gli oratori c'erano Ruth Messinger, il rabbino Jill Jacobs, il ceo di T'ruah, e Brad Lander, il revisore dei conti di New York city.