Ginevra

Prove di dialogo sui dazi, Pechino: «L'incontro con Washington un passo importante»

essun commento finora da parte americana sui colloqui, che proseguiranno domani e forse anche lunedì
©Michael Conroy
Ats
10.05.2025 20:28

Primo giorno di dialogo sui dazi tra Usa e Cina a Ginevra, con la Svizzera che ha mediato l'incontro. Nessun commento finora da parte americana sui colloqui, che proseguiranno domani e forse anche lunedì.

L'agenzia statale cinese Xinhua ha definito invece "il contatto in Svizzera un passo importante nel promuovere la risoluzione della questione", mentre il Global Times, la testata del partito comunista cinese, ha rilanciato la richiesta di una revoca dei dazi unilaterali "per dimostrare la necessaria sincerità nei colloqui".

Revoca esclusa da Donald Trump, che però alla vigilia dei negoziati ha aperto ad una riduzione delle tariffe all'80%. Resta l'ipotesi di una sospensione dei dazi per 90 giorni durante le trattative, come concesso agli altri Paesi. Nel frattempo il tycoon ha preannunciato a breve "altri quattro o cinque accordi", dopo quello "meraviglioso" con Londra. E ha spiegato che "potrebbero esserci eccezioni", ma che "fondamentalmente ci sarà una base di riferimento di almeno il 10%, e alcune di queste tariffe saranno molto più alte - 40%, 50%, 60% - come hanno fatto con noi nel corso degli anni".

La delegazione americana in Svizzera è guidata dal segretario al Tesoro Scott Bessent, diventato il vero 'negotiator in chief'. Lo accompagna il rappresentante per il commercio Usa Jamieson Greer, assente invece il falco Peter Navarro. Per il Dragone c'è il vicepremier e zar dell'economia cinese He Lifeng, vecchio amico e alleato fedelissimo di Xi. Presente pure Wang Xiaohong, il principale consigliere per la sicurezza del presidente cinese, a conferma dell'importanza che nei negoziati può giocare la lotta al fentanyl, la droga sintetica prodotta in Cina che uccide migliaia di americani e che Trump vuole fermare.

Il luogo del faccia a faccia è stato tenuto segreto, ma alcuni testimoni hanno visto entrambe le delegazioni dirigersi alla residenza dell'ambasciatore svizzero presso le Nazioni Unite, nel verdeggiante sobborgo di Cologny, con vista sul lago di Ginevra. In precedenza Bessent e Greer erano usciti sorridenti dall'hotel, indossando cravatte rosse e spille con bandiere americane sui risvolti.

Nello stesso momento, furgoni Mercedes con i vetri oscurati sono stati visti uscire da un albergo in riva al lago dove alloggia la delegazione cinese. Nessuna parola dal segretario al Tesoro, che però nei giorni scorsi aveva cercato di minimizzare le aspettative su un accordo e sottolineato la priorità intanto di una "de-escalation" delle tensioni. La situazione, aveva ammesso, "non è sostenibile, soprattutto da parte cinese", i dazi sono "l'equivalente di un embargo. Non vogliamo disaccoppiare le due economie ma un commercio equo".

Pechino inizialmente era per il pugno duro: negoziati solo dopo la revoca dei dazi. È prevalsa la linea del dialogo, anche perché il Dragone teme di non poter reggere a lungo lo scontro con Washington, nonostante le ostentazioni di sicurezza sui fondamentali della propria economia (ad aprile resta in deflazione per il terzo mese consecutivo). Pechino inoltre è preoccupato che gli Usa spingano gli altri Paesi a firmare accordi commerciali che penalizzino il Dragone, creando un nuovo ordine commerciale mondiale senza (o con meno) Cina.

Durante il suo soggiorno, il ministro cinese incontrerà anche la direttrice generale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, Ngozi Okonjo-Iweala, che ha accolto con favore i colloqui "come un passo positivo e costruttivo verso la de-escalation", auspicando un dialogo costante tra le due principali economie.