Qaedisti rivendicano l'attacco alla chiesa in Siria

L'ombra di una faida interna tra l'attuale governo siriano, incarnato dall'autoproclamato presidente Ahmed Sharaa, e membri disertori dell'ormai disciolta coalizione qaedista, a lungo guidata dallo stesso Sharaa (Jolani), si staglia dietro al sanguinoso attentato terroristico compiuto domenica contro una chiesa alla periferia di Damasco e nel quale sono state uccise 30 persone.
Un oscuro gruppo della galassia dell'Islam sunnita radicale, Saraya Ansar as Sunna (Brigate dei sostenitori del sunnismo), ha pubblicato un comunicato su Telegram in cui di fatto smentisce la ricostruzione del governo siriano - espressione di ex milizie qaediste sostenute dalla Turchia - circa la responsabilità dell'attacco suicida contro la chiesa di Sant'Elia a Dweila, dove sono rimaste ferite più di 60 persone.
Il governo di Sharaa, che a dicembre scorso ha preso il potere dopo la dissoluzione del precedente regime durato 54 anni, immediatamente dopo l'attentato della chiesa non aveva esitato a puntare il dito contro l'Isis, etichetta sempre più nebulosa a cui da anni si attribuiscono in Siria e nel mondo i crimini più efferati. Il ministero degli Interni siriano ha persino annunciato lunedì sera di aver sgominato la cellula di «terroristi» alla periferia di Damasco, arrestando il presunto leader e altri quattro membri del gruppo, oltre a uccidere due miliziani.
La rivendicazione degli Ansar as Sunna ha invece sparigliato le carte dell'impalcatura narrativa ufficiale offerta dagli uomini di Sharaa. Prima di tutto perché il semi-sconosciuto gruppo qaedista, indicato come una costola della coalizione Hayat Tahrir ash Sham (Hts), per anni guidata proprio da Sharaa, ha offerto un movente, giudicato plausibile dagli osservatori locali, per l'attentato contro la chiesa di Sant'Elia.
Secondo la rivendicazione, l'attacco di domenica è stato deciso ed eseguito dopo che tre mesi fa alcuni abitanti della zona avevano cacciato dal quartiere un gruppo di predicatori musulmani radicali vicini al gruppo Ansar as Sunna. «Hanno osato ledere i principi della predicazione islamica... hanno violato la santità della fede», si legge nel testo della rivendicazione, che parla di una «provocazione» subita da parte di cristiani di Dweila, quartiere misto musulmano e cristiano.
In un filmato amatoriale, risalente a marzo scorso, un alterco tra due predicatori islamici e alcuni abitanti della zona, tra cui musulmani, aveva suscitato l'attenzione dell'opinione pubblica. L'altro motivo che rende rilevante la rivendicazione di Ansar as Sunna è che nel testo si critica apertamente il governo di Sharaa. A partire dal fatto che le autorità di Damasco avevano subito accusato genericamente l'Isis.
«Ciò che è stato pubblicato dai media del governo di Jolani (Sharaa) è privo di fondamento... si tratta di un grottesco tentativo di deridere l'intelligenza dei siriani». Secondo esperti di movimenti qaedisti siriani, Ansar as Sunna erano parte di Hts. Ma quando la coalizione è arrivata al potere a dicembre, ed è stata poi disciolta da Sharaa, si sarebbero staccati, come è successo per altre frange radicali. E costituiscono ora una forma di opposizione semi-armata alle stesse autorità agli ordini di Sharaa.