Qualcosa si smuove? La Svizzera, 24 Paesi e l'UE: «La guerra a Gaza deve finire ora»

Venticinque Paesi, tra cui la Svizzera, e l'UE chiedono ufficialmente la fine immediata della guerra a Gaza e che Israele elimini le restrizioni agli aiuti umanitari. È quanto si legge sul sito ufficiale del Governo britannico: «Il Regno Unito e 25 partner internazionali hanno rilasciato una dichiarazione congiunta sui Territori palestinesi occupati».
Lo statement (la dichiarazione)
«Noi, firmatari elencati di seguito, ci uniamo con un messaggio semplice e urgente: la guerra a Gaza deve finire ora.
Le sofferenze dei civili di Gaza hanno raggiunto nuove profondità. Il modello di distribuzione degli aiuti del governo israeliano è pericoloso, alimenta l'instabilità e priva la popolazione di Gaza della dignità umana. Condanniamo la "distribuzione con il contagocce" degli aiuti e l'uccisione disumana di civili, compresi i bambini, che cercano di soddisfare i loro bisogni più elementari di acqua e cibo. È orribile che oltre 800 palestinesi siano stati uccisi mentre cercavano aiuti. La negazione da parte del governo israeliano dell'assistenza umanitaria essenziale alla popolazione civile è inaccettabile. Israele deve rispettare gli obblighi previsti dal diritto umanitario internazionale.
Gli ostaggi crudelmente tenuti prigionieri da Hamas dal 7 ottobre 2023 continuano a soffrire terribilmente. Condanniamo la loro continua detenzione e chiediamo il loro rilascio immediato e incondizionato. Un cessate il fuoco negoziato offre la migliore speranza di riportarli a casa e di porre fine all'agonia delle loro famiglie.
Chiediamo al governo israeliano di eliminare immediatamente le restrizioni al flusso di aiuti e di consentire urgentemente alle Nazioni Unite e alle ONG umanitarie di svolgere il loro lavoro salvavita in modo sicuro ed efficace.
Chiediamo a tutte le parti di proteggere i civili e di rispettare gli obblighi del diritto umanitario internazionale. Le proposte di trasferire la popolazione palestinese in una “città umanitaria” sono del tutto inaccettabili. Il trasferimento forzato permanente è una violazione del diritto umanitario internazionale.
Ci opponiamo fermamente a qualsiasi passo verso un cambiamento territoriale o demografico nei Territori Palestinesi Occupati. Il "piano di insediamento E1" (The E1 settlement plan, ndr.) annunciato dal governo israeliano – l’area dell’E1 copre circa 12 chilometri quadrati e collega l’insediamento illegale di Ma’ale Adumim a Gerusalemme Est occupata, le autorità israeliane puntano a collegare i principali blocchi di insediamenti e isolare Gerusalemme dal resto della Cisgiordania. Il "fascicolo E1" taglierebbe fisicamente fuori Gerusalemme Est dal resto dei territori palestinesi, chiudendo l’anello di insediamenti attorno alla città –, se attuato, dividerebbe in due lo Stato palestinese, segnando una flagrante violazione del diritto internazionale e minando in modo critico la soluzione dei due Stati. Nel frattempo, la costruzione di insediamenti in tutta la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, si è accelerata, mentre la violenza dei coloni contro i palestinesi è aumentata. Tutto questo deve finire.
Esortiamo le parti e la comunità internazionale a unirsi in uno sforzo comune per porre fine a questo terribile conflitto, attraverso un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente. Ulteriori spargimenti di sangue non servono a nulla. Ribadiamo il nostro totale sostegno agli sforzi di Stati Uniti, Qatar ed Egitto per raggiungere questo obiettivo.
Siamo pronti a intraprendere ulteriori azioni per sostenere un cessate il fuoco immediato e un percorso politico verso la sicurezza e la pace per gli israeliani, i palestinesi e l'intera regione».


La dichiarazione è stata firmata da
I ministri degli Esteri di Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. E dal Commissario UE per la Parità, la preparazione e la gestione delle crisi (la belga di origine algerina Hadja Lahbib).

Si nota l'assenza, tra i firmatari, della Germania. Così come di Ungheria e di Repubblica Ceca.


Ignazio Cassis tra i firmatari
Il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Ignazio Cassis e altri 24 ministri hanno firmato lunedì la dichiarazione congiunta che esorta le parti e la comunità internazionale a unirsi in uno sforzo comune per porre fine a questo conflitto con un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente. Sono apprezzati gli sforzi compiuti in tal senso dagli Stati Uniti, dal Qatar e dall'Egitto. I ministri ribadiscono la loro disponibilità a sostenere una via politica verso la sicurezza e la pace per gli Israeliani, i Palestinesi e l'intera regione.