Tensioni

Quando il più grande porto d’Europa si prepara alla guerra con la Russia

Lo scalo navale di Rotterdam avrebbe avviato i preparativi per affrontare un possibile conflitto «entro 5 anni», riservando spazio alle navi della NATO che trasportano carichi militari, e non solo
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Michele Montanari
09.07.2025 08:02

Il porto di Rotterdam, nei Paesi Bassi, avrebbe avviato i preparativi per affrontare una possibile guerra con la Russia, riservando spazio alle navi della NATO che trasportano carichi militari, e non solo. Lo scalo navale più grande d’Europa starebbe pure mappando rotte logistiche per i trasferimenti di armamenti dai diversi Paesi. È quanto rivela in esclusiva il Financial Times.

Secondo il FT, le esercitazioni di sbarco anfibio si svolgeranno proprio nel porto olandese, il quale, in passato, ha già ricevuto spedizioni di armi, ma non ha mai avuto, neanche nelle fasi più tese della Guerra Fredda, un punto di attracco speciale interamente dedicato alla logistica militare.

Il porto di Rotterdam si estende per 42 km lungo il fiume Mosa e smista ogni anno circa 436 milioni di tonnellate di merci, accogliendo 28 mila navi via mare e 91 mila via fiume, provenienti perlopiù dalla Germania e da diverse aree dell'Europa continentale. Il porto ha perso circa l’8% del suo traffico in seguito alle sanzioni internazionali contro Mosca, che hanno colpito le esportazioni russe.

La decisione di prepararsi a un conflitto, arriva proprio mentre gli alleati della NATO vedono sempre meno remoto il rischio di un conflitto su larga scala con la Russia «entro cinque anni». Mosca, da mesi, ha intensificato i bombardamenti sull’Ucraina, respingendo ogni proposta americana di un cessate il fuoco. La Russia, di fatto, sta calcando la mano, attaccando duramente Kiev, tanto da aver spinto pure il presidente USA Donald Trump a criticare più volte il suo omologo Vladimir Putin.

Parte del terminal container, scrive ancora il FT, sarà riqualificata per garantire il trasferimento sicuro di munizioni e altre attrezzature «sensibili», mentre la logistica dei rifornimenti militari sarà coordinata con il porto di Anversa, nel vicino Belgio.

Boudewijn Siemons, amministratore delegato dell'Autorità portuale di Rotterdam, ha spiegato che non tutti i terminal sono attrezzati per gestire carichi di tipo militare, rendendo il coordinamento logistico fondamentale, in particolare per le spedizioni provenienti da Stati Uniti, Regno Unito e Canada.

L'iniziativa militare, tra l’altro, rientrerebbe in un più ampio impegno degli alleati europei a ridurre la loro dipendenza dagli Stati Uniti per quanto concerne la difesa. Il porto, da anni, viene già utilizzato come sito di stoccaggio per la riserva strategica di petrolio.

L'Unione europea ha infatti imposto ai suoi membri di mantenere una riserva di «oro nero» di 90 giorni in seguito alla crisi energetica del 1973, quando i Paesi arabi ridussero la produzione, con il conseguente aumento dei prezzi, per fare pressione sull'Occidente durante il conflitto con Israele.

In questo contesto, i funzionari olandesi hanno dunque esortato i Paesi europei a concentrarsi anche sulla messa in sicurezza nel grande porto di altre risorse critiche, tra cui rame, litio, grafite e terre rare varie.

Le misure preparatorie adottate allo scalo di Rotterdam fanno della corsa al riarmo in tutto il Vecchio continente, con l’UE che sta sviluppando un piano del valore di 800 miliardi di euro, per rafforzare le capacità di difesa in risposta all'aggressività della Russia e alle richieste degli Stati Uniti.

La spesa militare di Mosca è invece aumentata vertiginosamente in seguito all'invasione dell'Ucraina. Secondo l’International Institute for Strategic Studies, il bilancio della difesa di Mosca per il 2024 è aumentato del 42% in termini reali, raggiungendo i 462 miliardi di dollari, ossia più del totale combinato di tutti i Paesi europei.

Lo scorso 5 luglio, il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha espresso preoccupazione su una possibile azione militare cinese contro Taiwan, in quanto Pechino potrebbe incoraggiare la Russia ad aprire un secondo fronte in Europa, contro uno degli Stati dell’Alleanza atlantica.

Pure il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha recentemente lanciato l'allarme: nei prossimi anni la Russia potrebbe attaccare un territorio della NATO.

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