L'analisi

Quando la guerra fa diventare ricchi: il 2023 da record dei produttori di armi

I dati pubblicati dal Sole24Ore parlano, per i produttori europei, di ricavi aumentati del 10,4% rispetto all'anno precedente per quasi 200 miliardi di dollari
© KEYSTONE / Gian Ehrenzeller
Red. Online
28.04.2024 20:45

La guerra semina morte e distruzione. Ma arricchisce, quantomeno se parliamo delle industrie che producono armi, equipaggiamenti militari e sistemi di difesa. Il conflitto in Ucraina e quello fra Hamas e Israele sono stati accompagnati da grandi rialzi in Borsa. E ora, come scrive il Sole24Ore, è tempo di bilanci. Più dei colossi americani, scrive il quotidiano economico italiano, sono stati i protagonisti europei del settore ad aver beneficiato dell'aumento delle spese militari. Un aumento, manco a dirlo, dettato dalla decisione di Vladimir Putin di invadere su larga scala l'Ucraina il 24 febbraio del 2022 e dalle conseguenti reazioni degli alleati occidentali di Kiev: gli Stati Uniti e i Paesi NATO.

Secondo i dati del Sole24Ore i tredici principali gruppi europei attivi nella difesa, nel 2023, hanno visto aumentare i ricavi del 10,4% rispetto all'anno precedente. Da 180,3 a 198,99 miliardi di euro. Parliamo del risultato aggregato, ovvero della somma dei ricavi consolidati di ciascuno. In rialzo anche gli utili netti. Anzi, siamo di fronte a una vera e propria impennata: +55,1%. L'aggregato dei profitti netti consolidati di competenza, escludendo la quota di terzi, è aumentato dai 9 miliardi del 2022 a 13,95 miliardi. Parentesi per gli utili: sono stati calcolati per dodici società europee. All'appello, infatti, manca KNDS, gruppo creatosi dall'unione di Knaus-Maffei Wegmann e Nexter che, a differenza degli altri, non è quotato in Borsa. Un portavoce del colosso ha confermato al Sole24Orei dati su ricavi (3,3 miliardi, +2,5%) e ordini (7,8 miliardi, +130%) ma non si è espresso sulla redditività. 

Dicevamo degli americani. I cinque colossi statunitensi, ovvero Lockheed Martin, RTX, Boeing, Northrop Grumman e General Dynamics, hanno registrato un aumento dei ricavi complessivi del 7,3%, da 275,7 a 295,85 miliardi di dollari. I profitti netti complessivi, per contro, sono passati da 13,126 a 14,065 miliardi di dollari per una crescita del 7,15%. Crescita che, dunque, c'è stata. Ma molto più contenuta rispetto ai gruppi europei, come sottolinea appunto il Sole24Ore. Il pacchetto di aiuti appena approvato dal Senato, con 61 miliardi di dollari che andranno all'Ucraina, dovrebbe comunque dare un'ulteriore spinta al settore visto che, al suo interno, contiene diverse clausole definite buy American. Non solo, il settore, negli Stati Uniti, è «azzoppato» da Boeing. Che non si occupa soltanto di difesa ma anche di aeroplani civili e che, dopo quanto successo lo scorso gennaio durante un volo di Alaska Airlines, sta cercando di risolvere i tanti, troppi problemi di qualità. Se è vero che i ricavi, nel 2023, sono saliti da 66,6 a 77,69 miliardi di dollari, l'azienda rimane in rosso con una perdita di 2,24 miliardi (erano 5,05 nel 2022, d'accordo, ma sempre di perdita parliamo). 

In Europa, invece, soltanto una delle undici società analizzate dal Sole24Ore ha mostrato conti in rosso: Fincantieri, la cui attività nella difesa è comunque minoritaria. I risultati migliori, per contro, sono stati ottenuti da Rheinmetall, Bae Systems e Saab. Il primo, colosso tedesco, ha più che quintuplicato la quotazione delle sue azioni dal 2021 a oggi. Il valore di Borsa è passato da circa 4 miliardi di euro a 22,8 miliardi. E ancora: i ricavi consolidati, nel 2023, sono aumentati del 12% a 7,176 miliardi, l’utile netto di competenza è aumentato del 12,9% a 535 milioni, il portafoglio ordini è aumentato del 44% a 38,3 miliardi. La britannica Bae Systems, dal canto suo, ha aumentato i ricavi dell’8,6% a 26,54 miliardi di euro, mentre l’utile netto di competenza è aumentato del 16,7% a 2,13 miliardi di euro. Non finisce qui: grazie a nuovi ordini per 37,7 miliardi di sterline, il portafoglio ordini a fine 2023 è salito a 80,3 miliardi di euro. Quanto a Saab, l'azienda svedese ha aumentato del 53,9% l’utile netto a 294 milioni di euro.

La guerra semina morte e distruzione, già. Ma arricchisce. E pure tanto.

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