Quando l’inquinamento ambientale da farmaci e droghe stravolge il regno animale

L’inquinamento farmaceutico e quello causato dalle droghe illegali che finiscono nell’ambiente stanno diventando una minaccia sempre più grande per gli animali. È l’allarme lanciato da un gruppo di ricercatori in un paper dal titolo The urgent need for designing greener drugs pubblicato il 5 giugno sulla rivista Nature Sustainability.
L'esposizione a sostanze come la caffeina, gli ansiolitici, gli antidepressivi e gli antipsicotici, ma anche la cocaina e la metanfetamina, sta provocando cambiamenti significativi e inaspettati nel comportamento e nell'anatomia di diversi animali. Nell’articolo si legge: «I prodotti farmaceutici sono indispensabili nell’assistenza sanitaria moderna, avendo rivoluzionato la prevenzione e il trattamento delle malattie, e rimarranno cruciali anche in futuro. Tuttavia, la nostra crescente dipendenza dai prodotti farmaceutici comporta un costo notevole. Gli scarichi nell’ambiente durante la produzione, l’uso e lo smaltimento dei farmaci hanno provocato la contaminazione degli ecosistemi di tutto il mondo con miscele di ingredienti farmaceutici attivi (API: active pharmaceutical ingredients), nonché di loro metaboliti, additivi, adiuvanti, eccipienti e prodotti di trasformazione».
Secondo i ricercatori, sono sempre maggiori le prove che l’esposizione al mix di tutti questi ingredienti legati all’industria dei medicamenti possa causare gravi alterazioni fisiologiche, morfologiche e comportamentali nella fauna selvatica. Qualche esempio? I pesci maschi a contatto con l’etinilestradiolo, l’ormone presente nella pillola anticoncezionale, subiscono una femminizzazione, con conseguenti problemi riproduttivi della specie. Durante un esperimento, questa esposizione ha provocato un grave collasso della popolazione ittica di un intero lago. Gli scienziati ritengono che pure le specie non direttamente a contatto con le sostanze possano subire gravi conseguenze, a causa di effetti secondari, come una ridotta disponibilità di prede: se la riproduzione di pesci viene interrotta dagli ingredienti presenti nei farmaci, i predatori restano senza cibo.
Gli uccelli femmine a contatto con gli antidepressivi presenti nei corsi d'acqua fognari diventano meno attraenti per i volatili maschi, i quali si comportano in modo più aggressivo e cantano meno per attirare le loro possibili compagne. Ma le sostanze presenti nei farmaci non sono le uniche responsabili di queste alterazioni: uno studio del 2021, ad esempio, ha mostrato come la metanfetamina, una volta nell'acqua, sia in grado di provocare dipendenza e cambiamenti comportamentali nelle trote. E ancora, una ricerca dello scorso anno, condotta dall’ingegnere ambientale Tracy Fanara e dal biologo marino Tom Hird per lo show americano Shark Week su Discovery Channel, ha permesso di raccogliere prove su una presunta dipendenza da cocaina negli squali che nuotano al largo della Florida. L’area, d’altronde, è attraversata dalle rotte di narcotrafficanti che dall’America latina trasportano sostanze stupefacenti verso gli Stati Uniti.
Il professor Michael Bertram della Swedish University of Agricultural Sciences, nonché tra gli autori dell’articolo pubblicato su Nature Sustainability, ha spiegato al Guardian: «I principi attivi dei farmaci si trovano nei corsi d’acqua di tutto il mondo, pure negli organismi che potremmo mangiare. Ci sono alcuni percorsi attraverso i quali queste sostanze chimiche entrano nell'ambiente. Ad esempio, quando le sostanze rilasciate durante la produzione vengono trattate in modo inadeguato. Oppure, durante l'uso del farmaco. Quando un essere umano prende una pillola, questa non viene scomposta completamente nel nostro corpo e quindi, attraverso i nostri escrementi, ciò che resta viene rilasciato direttamente nell’ambiente».
L’inquinamento farmaceutico ha effetti anche sui microbi e questo è uno degli aspetti più allarmanti della questione. Sono proprio le sostanze presenti nei medicamenti disperse nell’ambiente, o sovrautilizzate dalla popolazione, a rendere i batteri immuni agli antibiotici.
I ricercatori ritengono che l’industria farmaceutica debba urgentemente rivedere la fase di progettazione dei medicamenti per renderli più ecologici. Il ciclo di vita delle sostanze dovrebbe essere ripensato. Inoltre, farmacisti, medici, infermieri e veterinari dovrebbero essere formati sul potenziale impatto ambientale dei medicamenti. Secondo i ricercatori, i futuri farmaci potrebbero essere progettati per degradarsi più facilmente dopo l’uso, mentre il trattamento delle acque reflue dovrebbe essere ampliato per impedire l’inquinamento causato dagli ingredienti farmaceutici attivi.