Guerra e migranti

Quei russi sfuggiti alla guerra ora trasportano migranti in Italia

Nel traffico di persone dalla Turchia, gli ucraini – ora impegnati a combattere – sarebbero stati sostituiti dai marinai fuggiti dal Paese di Putin: «Aumentati gli arresti di russi che trasportavano migranti in Italia»
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Michele Montanari
23.01.2023 15:00

Russi al servizio degli scafisti per trasportare migranti dalla Turchia all'Italia. Al timone delle navi, prima dello scorso 24 febbraio, c’erano soprattutto ucraini, ma la guerra scatenata da Putin ha cambiato, tra le tante cose, anche i protagonisti del traffico di esseri umani: gli scafisti turchi starebbero sostituendo i marinai ucraini con i russi fuggiti dalla madre patria per evitare la chiamata alle armi. Russi che verrebbero messi al comando delle imbarcazioni dirette in Italia con centinaia di migranti a bordo. È quanto emerge da un rapporto dell’ONG italiana Arci Porco Rosso e dell'organizzazione no profit Borderline Europe. Da quando le truppe di Mosca hanno invaso l’Ucraina, almeno 14 cittadini russi sono stati arrestati dalla polizia italiana con l'accusa di trasporto illegale di richiedenti asilo. Il rapporto in questione, si legge sul Guardian, «ha rilevato un raddoppio del numero di arresti di cittadini russi» rispetto al 2021. E nello stesso periodo sono pure aumentati gli arresti di «siriani, bengalesi e persino di persone provenienti da Paesi senza sbocco sul mare, come il Kazakistan e il Tagikistan». La rotta dalla Turchia all'Italia via mare viene utilizzata come alternativa alla lunga rotta balcanica verso i Paesi dell’Unione europea, dove i respingimenti sono all'ordine del giorno, e in genere vengono utilizzati piccoli yacht, spesso rubati o presi a noleggio.

Nel rapporto delle ONG si legge che nel 2021 sono stati circa 11 mila i migranti arrivati sulle coste di Puglia, Calabria e Sicilia dopo esser partiti dai porti turchi di Izmir, Bodrum e Çanakkale. Prima del 24 febbraio dello scorso anno, per affrontare il viaggio via mare, i contrabbandieri reclutavano quasi esclusivamente marinai ucraini, spesso fuggiti dal Paese per non essere arruolati contro i separatisti filo-russi del Donbass. Ma dal febbraio del 2022, il numero di ucraini reclutati dai contrabbandieri turchi è diminuito, in quanto impegnati a difendere la loro terra dall'invasore. Il rapporto spiega: «Gli ucraini sono stati fondamentali per l'arrivo di persone in partenza dalla Turchia, essendo esperti marinai in grado di gestire le imbarcazioni». Ma le cose sono cambiate: «Con lo scoppio della guerra, agli ucraini è stato impedito di lasciare il proprio Paese, il che è stato senza dubbio un fattore determinante nella minore disponibilità di skipper». Gli scafisti turchi hanno quindi iniziato ad addestrare i migranti a pilotare barche, nonché a reclutare marinai turchi e un numero sempre maggiore di russi o cittadini provenienti dalle ex repubbliche sovietiche. L’avvocato Giancarlo Liberati, che ha seguito molti casi di arrivi illegali in Italia, ha spiegato al Guardian: «In passato, alcuni cittadini russi venivano reclutati dai contrabbandieri, ma si trattava per lo più di casi isolati. Dopo l'invasione dell'Ucraina, e addirittura pochi mesi prima della guerra, abbiamo notato un aumento di cittadini russi reclutati per condurre queste barche che trasportano migranti, e il loro coinvolgimento è diventato quasi sistematico».

Nel maggio 2022 una barca a vela con a bordo circa 100 migranti si è schiantata contro un vecchio molo a Siderno, in Calabria. Due uomini sono morti nell'incidente: erano entrambi cittadini russi presumibilmente al comando dell’imbarcazione. A novembre invece tre russi sono finiti in manette dopo aver trasportato sulle coste siciliane circa 100 migranti provenienti da Siria, Afghanistan e Iraq. Se condannati, i tre uomini rischiano fino a 15 anni di carcere. I russi attualmente nelle carceri italiane con l’accusa di trasporto illegale di persone avrebbero raccontato di esser fuggiti dal proprio Paese per evitare di combattere in Ucraina. A tal proposito, Richard Braude, un attivista della ONG Arci Porco Rosso, ha fatto sapere che «un detenuto russo ha scritto una lettera dicendo che aveva lasciato la Russia per sfuggire alla guerra, ma che insieme a un altro russo (fuggito per lo stesso motivo, ndr) è stato arrestato come trafficante di esseri umani». Spesso si tratta di «marinai disperati, che cercano qualsiasi lavoro pur di fare un po’ di soldi», ha commentato Giuseppe Capoccia, procuratore capo di Crotone. Nonostante l'aumento degli skipper russi, la maggior parte degli arrestati per trasporto di migranti sulla rotta Turchia-Italia riguarda persone provenienti dall'Egitto e dalla Turchia. Molte di loro non hanno mai condotto una barca.

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