Il caso

Quel porto greco travolto da migliaia di pesci morti

La cittadina di Volos si è riempita di carcasse galleggianti che hanno coperto il mare con una coltre argentata e allarmato cittadini e autorità a causa dell'odore insopportabile – La colpa è delle inondazioni dello scorso anno, ma «il disastro si sarebbe potuto evitare»
©NIKOS CHATZIPOLITIS
Red. Online
29.08.2024 16:30

Centinaia di migliaia di pesci morti. Questo lo scenario che, negli scorsi giorni, si è palesato davanti agli occhi di residenti e turisti di Volos. Nel porto della cittadina greca, improvvisamente, si sono accumulate tante, tantissime carcasse galleggianti, che hanno ricoperto il mare con una coltre argentata e allarmato cittadini e autorità, a causa del fetore che ha travolto l'area. 

«Si estende per chilometri», ha dichiarato il consigliere comunale Stelios Limnios alla Reuters. «Non è solo lungo la costa, ma anche al centro del Golfo Pagaseo». A Volos, insomma, tanti, tantissimi pesci morti ricoprono il mare fino a oltre l'orizzonte. Ieri, i pescherecci hanno usato le reti per raccogliere diverse carcasse, poi scaricate sul retro di camion. Nelle ultime 24 ore ne sono state raccolte più di 40 tonnellate. Ma non è ancora abbastanza. Secondo il sindaco Achilleas Beos, la città è stata invasa da una «puzza insopportabile». La domanda però sorge spontanea: come ci sono arrivati lì tutti quei pesci?

La colpa, spiegano gli esperti, sembra essere delle inondazioni dello scorso anno. Inondazioni che hanno colpito la pianura della Tessaglia e hanno spostato i pesci dai loro consueti habitat di acqua dolce. In altre parole, le inondazioni hanno riempito il lago Karla, prosciugato dal 1962, oltre tre volte il suo volume. Da quel momento, però, le acque del Karla si sono ritirate drasticamente, costringendo i pesci d'acqua dolce a dirigersi altrove. Verso il porto di Volos, per la precisione. Un punto che, tuttavia, sfocia nel Golfo Pagaseo e nel Mar Egeo, dove questi pesci non possono sopravvivere. 

Secondo gli esperti, però, quanto accaduto si sarebbe potuto evitare con delle semplici accortezze. Per esempio, posizionando una rete protettiva alla foce del fiume che porta a Volos. Un'operazione che il sindaco della cittadina, Achilleas Beos, ha descritto come «l'unica cosa ovvia da fare». Beos, infatti, ha puntato il dito contro il governo, colpevole, a suo dire, di non aver affrontato il problema prima che raggiungesse la città. Oltre all'odore insopportabile che da giorni ha avvolto Volos, il pesce in putrefazione potrebbe infatti creare ulteriori disastri ambientali, andando a compromettere altre specie presenti nella zona.

Al momento, rivela il Guardian, è in corso un'indagine per stabilire l'esatta dinamica dei fatti e, soprattutto, eventuali responsabilità di quanto successo. Il disastro del porto di Volos, tuttavia, non è altro che l'ultimo risultato delle condizioni meteorologiche estreme che hanno interessato la Grecia negli ultimi tempi. Condizioni che hanno fatto registrare temperature elevatissime e che hanno causato, come detto, inondazioni, ma anche incendi. 

I pesci morti nel porto di Volos, ora, sono l'ennesimo problema anche per la cittadina, già colpita dalla crisi dopo l'alluvione che si è abbattuta nella zona. Negli ultimi mesi, infatti, a seguito del maltempo i turisti sono diminuiti drasticamente. «La situazione, ora, con questo pesce putrefatto, sarà la nostre morte», ha dichiarato il proprietario di un ristorante sulla spiaggia a dieci chilometri da Volos. «Chi vorrà venire nella nostra città, dopo tutto questo?».