Aviazione

Quel volo Ryanair con appena 5 minuti di carburante nei serbatoi

L'Air Accidents Investigation Branch ha aperto un indagine sul volo FR 3418 del 3 ottobre: partito da Pisa, è atterrato a Manchester dopo 3 tentativi falliti fra Glasgow ed Edimburgo
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Marcello Pelizzari
12.10.2025 11:30

Lo scorso 3 ottobre, il volo FR 3418 di Ryanair, decollato da Pisa, è atterrato all'aeroporto di Manchester con appena 220 chilogrammi di carburante nei serbatoi, al di sotto dei requisiti minimi. L'aereo, un Boeing 737-800 con registrazione 9H-QBD, sarebbe dovuto atterrare a Glasgow, ma a causa della tempesta Amy l'equipaggio si è visto costretto a virare dapprima su Edimburgo e, in seguito, su Manchester appunto. In totale, come scrive il portale Air Live, i piloti hanno eseguito tre tentativi di atterraggio prima di toccare terra in Inghilterra. Più che un viaggio, insomma, un'odissea.  

L'Air Accidents Investigation Branch, noto altresì con l'acronimo AAIB, il ramo del Dipartimento dei Trasporti britannico chiamato a indagare sugli incidenti aerei, ha avviato un'indagine. La citata tempesta Amy, evidentemente, ha giocato un ruolo: in tutto il Regno Unito, infatti, le condizioni meteorologiche avverse hanno spinto gli aerei e gli equipaggi ai limiti operativi. Tornando al volo FR 3418, i 220 chilogrammi di carburante rimasti nei serbatoi – per intenderci – corrispondono a circa cinque-sei minuti di volo in condizioni normali. L'incidente, riferisce sempre Air Live, è uno dei più gravi legati ai requisiti di cherosene nella storia recente. Quantomeno in Gran Bretagna. 

Le norme, giova ricordarlo, prevedono che i velivoli abbiano carburante sufficiente sia per il volo pianificato sia per eventuali deviazioni o imprevisti. L'atterraggio avvenuto a Manchester, con pochi minuti di carburante residuo, lascia spazio a poca, pochissima immaginazione: l'aereo aveva esaurito quasi tutte le riserve di emergenza. L'equipaggio del Boeing 737-800 di Ryanair, dicevamo, ha dovuto interrompere l'atterraggio in tre diverse occasioni fra Glasgow, la destinazione del volo, ed Edimburgo. Ogni go-around, il termine con cui si indica l'interruzione di un atterraggio, comporta un dispendio significativo di carburante. E questo perché i piloti devono applicare la massima spinta, ritirare il carrello e i flap nonché risalire in quota. È innegabile, di conseguenza, che un numero così elevato di tentativi falliti abbia contribuito allo stato di criticità del carburante.

Secondo i protocolli, i piloti devono dichiarare se il carburante scende a livelli minimi. Garantendosi, così, la priorità per atterrare in un determinato aeroporto. In caso di Mayday Fuel, invece, l'equipaggio segnala che l'aeromobile rischia, immediatamente, di esaurire il carburante. Proprio a causa del basso, bassissimo livello di carburante nei serbatoi l'equipaggio del volo FR 3418 ha dichiarato l'emergenza richiedendo un atterraggio prioritario a Manchester. Così, invece, un portavoce di della low cost irlandese: «Ryanair ha segnalato il fatto alle autorità competenti venerdì 3 ottobre. Poiché la vicenda è ora oggetto di un'indagine in corso, alla quale stiamo collaborando pienamente, non siamo in grado di commentare».

L'indagine si chinerà su diversi fattori, tra cui la pianificazione del volo, i calcoli del carburante, le decisioni dell'equipaggio, le previsioni meteorologiche e, ancora, se l'equipaggio poteva atterrare prima che i livello raggiungessero livelli così critici. Anche i ritardi accumulati a causa della tempesta e i sentieri di attesa attorno agli aeroporti potrebbero aver giocato un ruolo. L'equipaggio, nonostante la pressione e le difficili condizioni, è riuscito a far atterrare l'aereo in sicurezza. L'indagine, tuttavia, dovrà appunto verificare se le decisioni dei piloti siano state consone. 

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