Conflitti e tecnologia

Quella fra Ucraina e Russia è, sempre più, una guerra robotica

A Kiev, la 3. Brigata d’assalto ucraina sta sperimentando l’impiego di veicoli terrestri senza equipaggio (UGV) che potrebbero alleggerire il peso del conflitto sulle spalle dei soldati
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Red. Online
01.07.2025 14:45

Azione, reazione. Ne abbiamo parlato spesso: la guerra in Ucraina sta spingendo l'industria bellica (anche quella più artigianale) a enormi e rapidissime innovazioni. Prima i droni. Ora, i robot (anche se sarebbe più corretto chiamarli droni terrestri). A Kiev, la 3. Brigata d’assalto ucraina sta sperimentando l’impiego di veicoli terrestri senza equipaggio (UGV) che potrebbero alleggerire il peso del conflitto sulle spalle dei soldati.

Un recente articolo dell'Economist rivela come questi sistemi automatizzati siano già presenti lungo la linea del fronte, anche se non ancora in numero massiccio. Ma il cambiamento potrebbe arrivare presto: in primavera, l’Ucraina ha annunciato l’intenzione di schierare 15.000 UGV, portando a una vera e propria rivoluzione del campo di battaglia, non dissimile a quella avvenuta nel 2023 con i droni aerei.

La rivoluzione riguarda anche l'industria. Circa 40 aziende ucraine, perlopiù private, sono impegnate nella produzione di circa 200 modelli diversi di UGV. Diversi come diversi sono i loro compiti al fronte. I droni terrestri prodotti da Kiev, spiega il settimanale britannico, si dividono in tre categorie principali: logistica (rifornimento, evacuazione), supporto ingegneristico (posa e bonifica di mine, comunicazioni) e supporto al combattimento (piattaforme armate, torrette anti-drone). Prima di essere impiegati al fronte, i robot vengono spesso modificati con l’aggiunta di telecamere, sistemi di comunicazione o protezione elettronica, per affrontare meglio la cosiddetta «zona grigia», un’area di circa 10 km intorno alla linea del fronte sorvegliata e colpita dai droni.

Secondo quanto riportato dall'Economist, che ha potuto parlare con il responsabile del programma di formazione militare nell'uso di questi droni, alcuni robot stanno già sostituendo intere squadre di soldati. Droni da trasporto possono consegnare tonnellate di materiale alle prime linee, mentre mezzi di evacuazione evitano di mettere a rischio le squadre mediche. I nuovi posamine possono disseminare decine di ordigni in una sola missione, compiti che in passato richiedevano interventi ripetuti e pericolosi da parte dei genieri. E l'intelligenza artificiale gioca un ruolo indifferente, come nel caso del modello Hyzhak («Predatore»), che usa l’AI per abbattere droni aerei nemici a 200 metri di distanza.

Innovazione e limiti

La guerra ucraina, insomma, è sempre più robotica. Ma difficilmente diventerà, presto, una guerra fatta solo di robot. Le difficoltà facilmente incontrabili nelle telecomunicazioni e nella disponibilità di operatori esperti rappresentano ostacoli importanti.

Questi droni terrestri sono, ovviamente, manovrati dagli operatori, che fino a poco tempo fa dovevano stare a breve distanza, massimo un chilometro, dal mezzo. Oggi invece, grazie a Starlink, gli UGV possono essere guidati da postazioni sicure e lontane. La costellazione di satelliti di proprietà di Musk, tuttavia, ha ancora limiti evidenti in terreni difficili o coperti da vegetazione: e se il flusso di dati viene interrotto, ricostruire il collegamento può risultare impossibile.

Per questo, come è il caso per i droni aerei, sarà probabilmente necessario un ulteriore sviluppo tecnologico, l'integrazione di intelligenza artificiale che possa facilitare la manovrabilità in condizioni di connettività difficili.

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