Quella nuova legge cinese per aumentare il patriottismo nel Paese

La Cina ha un problema col patriottismo. Almeno secondo quanto sostiene il governo, che negli scorsi giorni ha diffuso un piano per salvare la situazione. Come? Introducendo una legge. Legge che, entrata in vigore all'inizio della settimana, ha lo scopo di «rafforzare l'unità nazionale». Il tutto facendo in modo che l'amore per il Paese e per il partito comunista cinese siano inclusi nella vita di tutti i giorni. Da quella lavorativa, per gli adulti, a quella scolastica per i più piccoli. In tutti i settori, e senza distinzioni. Ma che cosa significa tutto ciò, nel concreto?
Questa strategia, a dirla tutta, non è nuova. L'idea di intensificare «l'educazione nazionalista» è un obiettivo che il Dragone cerca di realizzare ormai da diversi anni, per riuscire ad aiutare Pechino a «unificare i pensieri» e «raccogliere la forza del popolo per la grande causa della costruzione di un Paese forte».
In altre parole, lo scopo è quello di incentivare il nazionalismo, consolidando il potere per garantire la stabilità sociale in mezzo alle sfide che attendono la Cina in futuro. E come fare, per riuscire nell'intento? Secondo quanto riporta la CNN, Pechino già anni fa ha chiarito di volere una nuova generazione di «patrioti» nelle sua città. Obiettivo realizzabile solo con altrettante «regole di educazione patriottica» e con restrizioni politiche, tra cui il divieto di candidarsi a una carica se non si è ritenuti adeguatamente «patriottici».
Ecco quindi che il Dragone ha deciso di divulgare un «curriculum patriottico per tutti i ceti sociali», con delle norme specifiche da seguire. In particolare, secondo la legge, i professionisti – categoria che spazia dagli scienziati fino agli atleti – dovrebbero essere educati a professare «sentimenti e comportamenti patriottici che portano gloria al Paese». Le autorità locali, invece, sono tenute a sfruttare le risorse culturali – dunque musei e festival tradizionali cinesi – così da contribuire a «rafforzare i sentimenti per il Paese e la famiglia». Non solo. Con queste figure, l'educazione patriottica dovrà passare anche attraverso notiziari, trasmissioni radiotelevisive e film. Gli organismi religiosi, invece, sono tenuti a «rafforzare il sentimento patriottico del personale religioso e dei seguaci», oltre che la loro consapevolezza dello stato di diritto.
Ma non è finita qui. Già, perché come detto, anche i più piccoli avranno le loro regole «speciali» da rispettare. Nello specifico, secondo la nuova norma, l'educazione patriottica sarà integrata anche nelle materie scolastiche e nei materiali didattici. Dalle scuole dell'infanzia, fino a quelle superiori, «in tutti i gradi e in tutti i tipi di istituzioni». E per chi non rispetterà i programmi, si invitano i genitori a «guidare i propri figli», incoraggiandoli a prendere parte alle attività patriottiche proposte dalla scuola. Un tentativo, insomma, di consolidare l'educazione patriottica fin dalla tenera età.
Tuttavia, anche gli istituti culturali, tra cui musei e biblioteche, verranno trasformati in luoghi di attività di educazione patriottica. La stessa sorte che toccherà anche alle destinazioni turistiche del Dragone, che dovranno promuovere luoghi che «ispirino» il patriottismo. In tal senso, dunque, le scuole dovranno organizzare gite e attività proprio in queste mete, che vengono definite dai funzionari cinesi «aule ambulanti di politica e ideologia».
Ma per chi non rispetta il programma di educazione patriottica che cosa succederà? Semplice: ci saranno delle punizioni. In particolare per tutti coloro che danneggeranno le strutture educative patriottiche. Al tempo stesso, verranno vietate anche la profanazione di bandiere nazionali, gli insulti ai soldati e qualunque forma di dissenso (anche tra i commenti online) nei confronti del Paese e del partito. Con la speranza che tra educazione e rigide regole la Cina riesca a soddisfare il suo obiettivo.